L'appuntamento

I quattro temi chiave dell’Amundi World Investment Forum 2024

Le discussioni di “Adoption in Motion”, il forum di Amundi, hanno riguardato tensioni geopolitiche, transizione ecologica, sviluppo tecnologico e mutamenti demografici

di Redazione 18 Giugno 2024 16:00

financialounge -  Amundi mercati
Il 13 e 14 giugno, al Carrousel du Louvre di Parigi, si è tenuta l’edizione 2024 dell’Amundi World Investment Forum, che ha riunito più di 60 relatori davanti a un pubblico di 1000 persone provenienti da oltre 80 Paesi. Le discussioni della due giorni hanno riguardato quattro temi fondamentali per il futuro del pianeta: geopolitica, transizione ecologica, sviluppo tecnologico e mutamenti demografici.

Come affermato da Valérie Baudson, CEO di Amundi, nel suo discorso d’apertura, “le prospettive economiche” del pianeta “stanno migliorando”, con una crescita del PIL globale che dovrebbe essere del 3% nel 2024 e nel 2025, mentre “la storia e la geopolitica sono tornati sotto i riflettori” e “la transizione energetica e le innovazioni tecnologiche sono al centro delle tensioni geopolitiche, perché influenzano la capacità delle nazioni di mantenere il proprio status o acquisire potere”.

MUTAMENTI POLITICI E IMPATTI ECONOMICI


Sanna Marin, primo ministro finlandese dal 2019 al 2023, ha focalizzato il suo intervento sul conflitto in corso in Europa: “Si sta giocando una grande partita tra democrazie e regimi autoritari. Ciò che sta accadendo in Ucraina definirà il futuro della democrazia”, ha detto, esortando poi Europa e NATO ad offrire “prospettive più ampie” e ricordando al pubblico che “la geopolitica non è l’unica minaccia che l’umanità sta affrontando, c’è anche il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità”.

Adam S. Posen, presidente del Peterson Institute for International Economics, ha approfondito gli impatti economici derivanti dai mutamenti politici, sostenendo che “nei prossimi anni i mercati eserciteranno pressioni al rialzo sui tassi di interesse”. Ricardo Reis, professore di economia alla London School of Economics, ha spiegato i recenti movimenti dei titoli di Stato in base a tre fattori, tra cui il cambio di percezione tra gli investitori.

Keyu Jin, professore di economia alla London School of Economics, ha previsto che “le tre economie che cresceranno più rapidamente nei prossimi anni saranno quelle asiatiche: Cina, India e Indonesia. Ha discusso poi della “necessità di convergenza” nella regione: la Cina, secondo Keyu Jin, “ha spazio per convergere con altri paesi più ricchi, e anche l’India ha un enorme spazio per convergere con la Cina”.

A chiudere la prima giornata di dibattiti è stato Gordon Brown, primo ministro britannico dal 2007 al 2010, con questo messaggio: “Anche nella situazione più buia devi mantenere la speranza. E ci sono ancora segnali di speranza in questa economia mondiale su cui dovremmo costruire: come disse Mandela, dobbiamo ‘costruire per il futuro’.

IL TEMA DELLA DECARBONIZZAZIONE


La decarbonizzazione è stata al centro di buona parte delle discussioni. Dinesh Kumar Khara, presidente della Banca di Stato dell'India, ha sottolineato l'"immenso" potenziale del suo paese: "Ci stiamo imbarcando ora nell'energia verde che inizia a essere adottata in modo significativo".

Si è parlato poi di due casi specifici ed esemplari: per illustrare le politiche pubbliche e la ricerca di finanziatori per la transizione green a Singapore è intervenuto Chee Hao Lam, rappresentante principale dell’Autorità monetaria di Singapore a Londra, mentre Kevin K. Kariuki, vicepresidente Power, Energy Climate Change & Green Growth presso l’African Development Bank Group, ha parlato del finanziamento delle infrastrutture energetiche verdi di un continente che “richiede 25 miliardi di dollari all’anno per ottenere l’accesso universale all’energia moderna entro il 2030."

INTELLIGENZA ARTIFICIALE TRA SOGNI E PAURE


Maurice Levy, presidente emerito di Publicis Group, ha aperto la discussione del secondo giorno con l’ascesa dell’intelligenza artificiale generativa: “Da un lato, la gente pensa che l’intelligenza artificiale sia il sogno di domani, in grado di cambiare la vita di tutti e la produttività e la redditività delle aziende. Allo stesso tempo, vediamo la paura dei licenziamenti e della sostituzione del lavoro ma, cosa più importante, dobbiamo affrontare le implicazioni riguardanti la democrazia con l’uso dei deepfake”.

Daron Acemoğlu, professore dell’MIT, ha affermato che “la decisione chiave per gli amministratori delegati sarà come utilizzare l’intelligenza artificiale con i lavoratori e le risorse umane. Puoi considerare i lavoratori come un costo da tagliare oppure come una risorsa importante che contribuirà al successo della tua azienda”.

Aurélie Jean, scienziata computazionale, imprenditrice e autrice, ha aggiunto: “L’intelligenza artificiale non tutela abbastanza i lavoratori. I proprietari delle tecnologie, gli sviluppatori, gli scienziati e gli ingegneri hanno la responsabilità di fornire agli utenti le giuste informazioni, devono tutelare e allo stesso tempo incoraggiare l’innovazione”.

Gli esperti hanno ricordato che i servizi finanziari sono al centro della rivoluzione dell’intelligenza artificiale. “Abbiamo davanti un’opportunità enorme: trasformare i risparmiatori europei in futuri investitori europei. Se l’intelligenza artificiale può aiutare in questo, aiuterà a migliorare la società”, ha affermato la politica britannica Kay Swinburne.

L’ONDA DELLE TRASFORMAZIONI DEMOGRAFICHE


L’ultimo focus della due giorni ha riguardato le questioni demografiche. Secondo Mauro Guillén, professore di Management e vicepreside della Wharton School, “la questione chiave è come cavalcare l’onda delle trasformazioni demografiche. L’India avrà presto il più grande mercato di consumo del mondo grazie alla sua popolazione più giovane, anche se la Cina avrà l’economia più grande”.

Guillén ha poi spiegato che i dati demografici avranno un impatto sulle tendenze degli investimenti perché “la maggior parte della ricchezza mondiale, tra il 60% e l’80% a seconda del paese, è posseduta da persone di età superiore ai 60 anni”. Da qui la necessità che “le piattaforme di investimento siano sicure, informate sui rischi e sulle opportunità e accessibili” a tutti.

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