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Mercato francese in sofferenza, la lezione dell’Italia

Le turbolenze politiche continueranno a influire su Borsa francese e spread? Secondo La Financière de L’Echiquier, la situazione è paragonabile a quella del Conte I

di Redazione 18 Giugno 2024 12:30

financialounge -  elezioni La Financière de l'Echiquier Marine Le Pen mercati
Le elezioni europee in Francia hanno avuto un effetto dirompente. L’ottimo risultato conseguito dal Rassemblement National, il partito di Marine Le Pen e Jordan Bardella, che ha doppiato in termini di voti la coalizione di governo Besoin d’Europe, ha portato il presidente Macron ad annunciare il 9 giugno lo scioglimento dell’Assemblea nazionale e a indire elezioni anticipate. Oltre a causare un terremoto politico, la decisione di Macron ha destabilizzato il mercato francese, che ha perso non poco in confronto alle altre piazze europee.

CAC 40 IN ROSSO, SPREAD IN RIALZO


Dal 10 al 13 giugno, il CAC 40 ha lasciato infatti sul terreno il 3,6% rispetto all’1,4% perso dallo Stoxx Europe 600. E anche sul fronte obbligazionario, il differenziale di rendimento tra il decennale tedesco e quello francese si è ampliato di quasi il 50%, passando da 50 a 75 punti base.

“Lo spread è tornato ai livelli del 2017, che già rispecchiavano i timori per le elezioni presidenziali francesi” spiega Alexis Bienvenu, Fund Manager di La Financière de L’Echiquier. “Se dovesse superare questo livello, il punto di paragone diventerebbe la crisi dell’Eurozona nel 2011-2012, mentre ci si interrogava sul possibile disgregarsi dell’area, con la Grecia in default e il Front National, come si chiamava allora l’RN, a perorare l’uscita della Francia dall’Eurozona”.

IL PARALLELISMO CON L’ITALIA


La tendenza ha suscitato naturalmente qualche allarme. Perché i mercati hanno reagito così? La Francia rischia di arretrare ulteriormente? Difficile fare previsioni sul futuro, perché le variabili sono numerosissime, ma Bienvenu vede un parallelismo tra l’attuale situazione parigina e quanto avvenuto in Italia con le politiche del marzo 2018. Al termine di negoziati durati settimane, ad andare al governo furono il Movimento Cinque Stelle, “con richieste al contempo sociali e sovraniste”, ricorda il Fund Manager di LFDE, e la Lega. La coalizione avrebbe retto fino all’agosto 2019, con lo strappo della Lega che fece cadere il governo Conte I.

LE REAZIONI DEI MERCATI ALL’EPOCA


“Il risultato sul mercato fu lampante: dopo l’annuncio della coalizione, l'indice italiano perse fino al 10% in 6 mesi rispetto allo Stoxx 600 europeo. Lo spread tra i rendimenti del decennale italiano e tedesco si ampliò di 200 punti base circa, tornando ai livelli del 2013”, spiega Bienvenu.

“Il seguito fu ancora più ricco di insegnamenti” continua il Fund Manger di LFDE. “A partire dal dicembre 2018, nel giro di un anno le azioni italiane recuperarono gli indici europei. Riuscirono a colmare il divario... poco prima di subire una nuova battuta d’arresto in occasione del lockdown all’inizio del 2020. I titoli di Stato italiani soffrirono più a lungo. Per tutta la durata della coalizione M5S-Lega, lo spread Italia-Germania rimase attestato su un livello elevato, facendo crescere il costo già notevole del debito italiano. Il divario si normalizzò non appena la Lega uscì dalla coalizione.”

IL RISCHIO INDEBITAMENTO


Ogni contesto è unico e ogni situazione ha le sue peculiarità, quindi quanto avvenuto in Italia a cavallo tra il 2018 e il 2019 potrebbe non ripetersi in Francia nei prossimi mesi. Ma c’è sicuramente un punto di contatto tra le due situazioni.

“Le turbolenze del mercato hanno la stessa origine: il rischio di un indebitamento eccessivo” evidenzia Bienvenu. “Alla luce di questo esempio si può infatti ipotizzare che i titoli azionari francesi, in particolare quelli dal rendimento più sensibile alle iniziative del governo, possano continuare a essere penalizzati per qualche tempo nello scenario di un'assemblea dominata dai partiti di protesta.”

“Ma la situazione potrebbe normalizzarsi col passare del tempo, a condizione che non vi sia un impatto significativo sulle attività delle imprese” prosegue Bienvenu. “L'impatto invece sul debito francese e sulla capacità di indebitamento futura del Paese potrebbe essere più duraturo e grave. Almeno fino a quando le forze politiche dominanti propenderanno per una spesa finanziata in maniera incompleta.

“Il mercato può anche accettare che la politica non si faccia ‘nel recinto della borsa’, stando a una citazione del generale de Gaulle. Ma ciò che lo scenario italiano insegna – conclude il Fund Manager di LFDE – è che qualsiasi politica perseguita da uno Stato fortemente indebitato rimane, suo malgrado, sempre più dipendente dal mercato. Ignorarlo significa accrescere questa dipendenza nel tempo.”

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