Politica monetaria
Secondo taglio dei tassi in pochi mesi per la Banca centrale svizzera
La Banca nazionale ha portato il costo del denaro all’1,25%. Si tratta del secondo taglio da marzo, favorito da un’inflazione che viaggia intorno all’1,4%. Ecco quali sono gli altri istituti centrali che hanno tagliato i tassi
di Antonio Cardarelli 20 Giugno 2024 10:23
Nuovo taglio dei tassi di interesse da parte della Banca nazionale della Svizzera. Dopo il primo taglio di marzo, oggi è stata resa nota la decisione di procedere con un nuovo taglio di 25 punti base. Il tasso di riferimento, quindi, è stato portato all’1,25% dall’1,5% precedente.
Come spiega la banca centrale elvetica in una nota, “la pressione inflazionistica di fondo è diminuita ancora rispetto al trimestre precedente”. Bns fa sapere che “continuerà a osservare attentamente l'evolversi della situazione e, se necessario, adeguerà la politica monetaria per far sì che l'inflazione a medio termine si mantenga nell'area di stabilità dei prezzi”. La scelta di tagliare i tassi di interesse per la seconda volta in pochi mesi è arrivata nonostante la leggera risalita dell’inflazione, spinta da affitti, servizi turistici e prodotti petroliferi.
Tuttavia, nel mese di maggio l’inflazione in Svizzera è cresciuta dell’1,4% rispetto all’anno precedente, quindi si può parlare di un dato sotto controllo. La Banca nazionale svizzera prevede un’inflazione all’1,3% per il 2024, all'1,1% per il 2025 e all'1,0% per il 2026.
La Banca centrale della Svizzera sembra aver imboccato con decisione la strada del taglio dei tassi, ma non è l’unica nel mondo. Oltre, ovviamente, alla Banca centrale europea, che nella riunione del 6 giugno ha portato i tassi di riferimento al 4,25%, anche gli istituti centrali di Canada, Danimarca e Svezia hanno diminuito il costo del denaro. I prossimi tagli potrebbero arrivare dalla Banca d’Inghilterra (grazie al calo dell’inflazione, ma probabilmente non nella riunione di oggi) e dalla Federal Reserve Usa, anche se è improbabile che la banca centrale americana possa muoversi prima delle elezioni presidenziali di novembre.
INFLAZIONE SOTTO CONTROLLO
Come spiega la banca centrale elvetica in una nota, “la pressione inflazionistica di fondo è diminuita ancora rispetto al trimestre precedente”. Bns fa sapere che “continuerà a osservare attentamente l'evolversi della situazione e, se necessario, adeguerà la politica monetaria per far sì che l'inflazione a medio termine si mantenga nell'area di stabilità dei prezzi”. La scelta di tagliare i tassi di interesse per la seconda volta in pochi mesi è arrivata nonostante la leggera risalita dell’inflazione, spinta da affitti, servizi turistici e prodotti petroliferi.
LE PREVISIONI SULL’INFLAZIONE
Tuttavia, nel mese di maggio l’inflazione in Svizzera è cresciuta dell’1,4% rispetto all’anno precedente, quindi si può parlare di un dato sotto controllo. La Banca nazionale svizzera prevede un’inflazione all’1,3% per il 2024, all'1,1% per il 2025 e all'1,0% per il 2026.
I TAGLI DELLE ALTRE BANCHE CENTRALI
La Banca centrale della Svizzera sembra aver imboccato con decisione la strada del taglio dei tassi, ma non è l’unica nel mondo. Oltre, ovviamente, alla Banca centrale europea, che nella riunione del 6 giugno ha portato i tassi di riferimento al 4,25%, anche gli istituti centrali di Canada, Danimarca e Svezia hanno diminuito il costo del denaro. I prossimi tagli potrebbero arrivare dalla Banca d’Inghilterra (grazie al calo dell’inflazione, ma probabilmente non nella riunione di oggi) e dalla Federal Reserve Usa, anche se è improbabile che la banca centrale americana possa muoversi prima delle elezioni presidenziali di novembre.
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