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TwentyFourAM: le elezioni nel Regno Unito non spaventano gli investitori, più prudenza in Francia

Secondo Gordon Shannon, Portfolio Manager di TwentyFour (Vontobel), i laburisti proseguiranno le politiche economiche dei conservatori, mentre solo un’affermazione dei partiti centristi in Francia rassicurerebbe i mercati

di Redazione 21 Giugno 2024 15:22

financialounge -  Gordon Shannon TwentyFour Asset Management Vontobel Asset Management
Cosa si aspettano i mercati dalle elezioni in Francia e Regno Unito? Il risultato delle urne potrebbe condizionare le scelte d’investimento, in particolar modo sulle obbligazioni? Secondo Gordon Shannon, Portfolio Manager di TwentyFour Asset Management, la situazione dei due Paesi è agli antipodi e i casi di Londra e Parigi vanno dunque esaminati singolarmente.

NESSUN NERVOSISMO PER LE ELEZIONI NEL REGNO UNITO


Le elezioni generali nel Regno Unito si terranno il 4 luglio, con sei mesi d’anticipo rispetto alla scadenza della legislatura. Il partito conservatore guidato dal primo ministro Rishi Sunak è largamente indietro nei sondaggi rispetto al partito laburista, all’opposizione dal 2010. Proprio l’esito all’apparenza scontato della sfida è, secondo Shannon, un fattore importante nel prevedere la reazione dei mercati.

“Anche se è quasi certo che il governo del Regno Unito passerà dai conservatori ai laburisti, sarei sorpreso se ci fosse un certo nervosismo in vista delle elezioni generali. Con il 20% di vantaggio dei laburisti nei sondaggi, c'è stato tutto il tempo per digerire questo risultato e l'incertezza sul risultato è minima” spiega infatti il Portfolio Managar di TwentyFour AM.

ECONOMIA: TRA CONSERVATORI E LABURISTI DIFFERENZE MINIME


“Anche per quanto riguarda l'economia, le differenze tra le politiche dei due partiti sono minime” prosegue Shannon. “I laburisti indicano che continueranno a rispettare le ‘regole fiscali’ del governo, che prevedono una riduzione del debito in rapporto al PIL su base quinquennale. Pur essendo fuori dalla linea di tiro, i politici laburisti hanno assistito allo shock e allo stupore che il mercato obbligazionario ha riservato a Liz Truss durante la sua minicrisi di bilancio".

Shannon si riferisce a quanto accaduto nell’autunno del 2022: dopo aver annunciato una manovra economica che prevedeva tagli fiscali ai redditi più alti e una serie di aiuti a imprese e famiglie, scatenando la reazione ostile dei mercati, la neopremier conservatrice Liz Truss fu costretta a dimettersi a 45 giorni dal suo insediamento.

C’È FIDUCIA NELLE OBBLIGAZIONI BRITANNICHE


Secondo Shannon, i laburisti “non sono disposti a rischiare di provocare l'ira dei vigilantes dei bond proponendo politiche che potrebbero essere considerate avventate. Sebbene il percorso dell'inflazione britannica e quindi la tempistica del primo taglio dei tassi della Banca d'Inghilterra siano incerti, sapere che i politici britannici hanno ben impresso nella memoria questa lezione di disciplina fiscale ci dà ulteriore fiducia quando investiamo nelle obbligazioni del Regno Unito. L'eliminazione del rischio di coda dell'incompetenza e dell'indifferenza del mercato rende le obbligazioni societarie britanniche relativamente interessanti rispetto ad altre regioni".

IN FRANCIA L’INCERTEZZA SPINGE VERSO LA CAUTELA


In Francia la contesa elettorale appare invece più aperta, e una vittoria della destra del Rassemblement National (ma anche un’affermazione del Nuovo Fronte Popolare in cui si è compattata la sinistra) si accompagnerebbe a scenari pericolosi per gli investitori.

“Sebbene i mercati si siano leggermente rilassati dopo le indicazioni della Le Pen di voler collaborare con Macron, è chiaro che la tolleranza per le finanze pubbliche deboli è bassa. Con l'incertezza su chi vincerà e sulle politiche che ne deriveranno, gli investitori sono ancora cauti” spiega il Portfolio Manager di TwentyFour AM.

“Più la coalizione vincente si allontana dal centro, sia a destra che a sinistra, più gli investitori saranno preoccupati per la prudenza fiscale” continua Shannon. “Anche se probabilmente verrà evitata una vera e propria crisi del debito, gli investitori devono considerare i costi di un blocco politico che ostacolerebbe la capacità della Francia di rispondere alle crisi esterne e di coordinarsi con l'UE".

INTERVENTI DELLA BCE DA ESCLUDERE


Il Portfolio Manager di TwentyFour AM esclude la possibilità di un intervento della BCE per scongiurare un’eventuale crisi politica interna.

“Gli investitori non possono contare sull'intervento della banca centrale. Si potrebbero fare dei paralleli con il modo in cui la regione periferica è stata sostenuta nel 2009, ma la differenza è data dai tempi più lunghi di quei problemi, dalla complicità dell'Europa centrale nell'ignorare la loro formazione e dalla possibilità di dare la colpa alle condizioni di crescita globale, argomenti che oggi mancano".

“Questi problemi non rendono l'Europa una destinazione poco attraente per gli investimenti a reddito fisso, ma ci impongono di concentrarci su società di qualità” conclude Shannon. “Gli investitori dovrebbero posizionare i loro portafogli su società solide e con un forte accesso al mercato".

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