Sunday view

Intelligenza Artificiale: anche le risorse anti-spreco inquinano

Uno strumento che promette di portare la sostenibilità al livello successivo, ma che in realtà ha anch’esso un’impronta non indifferente sulle risorse e sull’ambiente. Che si fa, quindi?

di Lorenzo Cleopazzo 23 Giugno 2024 09:30

financialounge -  intelligenza artificiale mercati sunday view
Alzi la mano chi si è accorto che è arrivata l’estate.

No perché, tecnicamente, saremmo entrati nella nuova stagione dal 21 giugno scorso, ma con tutta la pioggia e il tempaccio di questa primavera, siamo a credito con la natura.

Ma lei potrebbe anche fare spallucce e dire che, in fondo, è anche colpa nostra se il clima appare impazzito, giusto? Lo dicono anche gli scienziati che il cambiamento climatico è dovuto all’azione dell’essere umano.

Ma se fossimo in grado di fare qualcosa che risolva la situazione? Ma se creassimo uno strumento che ci permettesse di aiutarci a ridurre la nostra impronta ambientale?

In realtà lo abbiamo già fatto, e anche più d’uno. Solo che anche questi non sono proprio indifferenti all’ambiente.

Nel Sunday View di questa settimana scopriamo come la tecnologia può aiutarci a risolvere e al contempo a peggiorare l’annosa questione dell’impatto ambientale.

Sembra assurdo? Leggiamo di più allora...

SETE DI SVILUPPO


L’intelligenza artificiale e, più in generale, i sistemi digitali di automatizzazione, sono uno strumento fondamentale per ridurre lo spreco delle risorse naturali. Solo che la stessa IA non esisterebbe neanche senza un cospicuo consumo d’acqua potabile. E il perché è presto detto: il liquido serve a raffreddare gli enormi motori dei server per evitare che si surriscaldino durante il loro incessante lavoro h24.

Secondo il rapporto Water Intelligence dell’Osservatorio Proger, solo nel 2022, tre colossi come Google, Microsoft e Meta hanno utilizzato più di 2 miliardi di metri cubi d’acqua, circa 30% in più rispetto agli anni precedenti. E questo è nulla, dato, che secondo le stime, l’implementazione sempre più massiccia dell’IA necessiterà di una media di 5.5 miliardi di metri cubi di liquido. Per intenderci, il solo sistema idrico italiano ne preleva appena 4 in più. Numeri alla mano, l’impronta ambientale dell’intelligenza artificiale si attesta a un valore pari al nostro consumo quotidiano di acqua, ma moltiplicato per trenta.

Pare già tanto così? Eppure fin qui abbiamo descritto solo i problemi ambientali dell’IA. Ma, come abbiamo detto all’inizio di questa puntata, c’è un altro lato da scoprire. Perché se da una parte i grossi server hanno bisogno di consumare acqua, dall’altra sono anche un prezioso strumento per tutelarla. Nel nostro Paese, contiamo più di 150mila applicazioni digitali per la gestione idrica, oltre a 110mila aziende agricole che vantano tecnologie e metodi di lavoro all’avanguardia, con un risparmio delle risorse pari al 70%.

Un’intelligenza artificiale bifronte, una tecnologia che aiuta moltissimo nel risparmio delle risorse quotidiano e medio-piccolo industriale, ma che nella sua accezione più grande e operativa, è in realtà una macchina iper-consumatrice delle stesse risorse che si prefigge di tutelare. Insomma, un cane che si morde la coda, oppure un altro animale.

CHI SI MORDE LA CODA?


Molto probabilmente, lo avrete visto da qualche parte: si tratta di un serpente che si morde la sua stessa coda, in un moto circolare che compone una circonferenza. Nella simbologia viene chiamato Uroboro, e voi vi chiederete: “Quale simbologia?”. Tutte, o quasi. Lo troviamo sia sui papiri egizi, che nella mitologia norrena; sia nell’arte occidentale, che nelle popolazioni indigene del sud America. Da sud a nord e da est a ovest, questo simpatico serpente – o drago, in alcuni casi – andava molto forte, quasi come lo Smile dopo la sua creazione nel 1963.

Ma cosa significa questo Uroboro? Ha assunto diverse interpretazioni in base al suo utilizzo: c’è chi ci legge la ciclicità della natura, chi invece l’eterno ripetersi della storia – vero, Nietzsche? –, chi invece lo vede come un emblema di rinascita e chi come il simbolo del male che divora sé stesso. Un simbolo forse divisivo, ma che ha avuto sicuramente più letture positive che negative. Un qualcosa che ha attraversato i secoli e i confini geografici, e che non è l’unico elemento comune a più culture. Un altro simbolo è l’albero, come evidenzia Carl Gustav Jung. Vi viene in mente nulla? Per esempio l’albero del mondo Yggdrasill nei miti noridici, oppure l’albero del bene e del male nella Bibbia. Cosa li accomuna? Entrambi sono un simbolo di positività, ed entrambi sono anche minacciati da un serpente.

IL 70%


Si morde la coda, rappresenta un po’ il bene e un po’ il male, non si sa mai da che parte prenderlo e per molti è anche una minaccia. L’Uroboro e l’intelligenza artificiale hanno molte più cose in comune di quante ce ne aspetteremmo. Andando per ordine cronologico, e concentrandosi sul più vecchio dei due, possiamo affermare che il primo è certamente un simbolo buono, che anche quando rappresenta qualcosa di negativo, lo fa sottolineando come questa negatività divori in realtà sé stessa. Un bene che ritorna al bene o un male che elimina il male. E l’intelligenza artificiale, per quanto ora ci sembri una bestia energivora coi suoi server, probabilmente un domani comincerà a fare il suo dovere senza bersi metà Mediterraneo ogni giorno. D’altro canto abbiamo fatto passi da gigante in pochi anni senza di essa, figurarsi ora che l’abbiamo creata.

Certo, tornando ai numeri snocciolati qualche riga più su, non serve fare calcoli per capire che quel 70% risparmiato nelle aziende agricole su 5.5 miliardi di metri cubi d’acqua consumati, è tanto, sì, ma comunque non abbastanza. Però occorre rimanere fiduciosi, e pensare che tutta l’acqua che si bevono quei server, è data dalla sete di sviluppo.

BONUS TRACK


Che poi sapevate che Gabriele d’Annunzio inserì l’Uroboro nell’emblema della città che occupò dopo la fine della Prima Guerra Mondiale? Il nome della città non lo diciamo, ma se serve una mano a ricordarlo, basti pensare che anche questo ha a che fare con l’acqua.

Trending