Weekly bulletin

L’Intelligenza Artificiale conquista il settore difesa, nuova frontiera industriale per i Big Tech?

Il Pentagono si affida sempre più ai tecnologici, che intanto hanno sviluppato un grande potenziale manifatturiero e industriale, dall’auto alle comunicazioni alla logistica e non solo nei chip e nel cloud

di Stefano Caratelli 24 Giugno 2024 08:07

financialounge -  economia intelligenza artificiale Next settore difesa Weekly Bulletin
Con il titolo “War and AI” l’ultimo Economist sottolinea il ruolo da protagonista che l’Intelligenza Artificiale gioca ed è destinata sempre più a giocare nel confronto militare tra potenze maggiori e minori che sempre più si snoda sulla scena globale della geopolitica. Come naturale l’autorevole settimanale si concentra sulla competizione USA-Cina, ma non fa un 2+2 che sarebbe stato interessante per gli investitori. Tutti concordano che l’IA sia un megatrend pervasivo destinato a rivoluzionare tutti i settori, dalla sanità ai media, dalla finanza alla produzione di beni e servizi anche con le applicazioni a robotica e automazione. Ma i Big Tech che la cavalcano premiati da guadagni stellari a Wall Street, a cominciare da Nvidia, sono percepiti soprattutto come campioni di chip, app e software, e non ancora come possibili nuovi player nell’industria “pesante”, come la difesa.

MERCATO USA ANCORA DOMINATO DAI COLOSSI TRADIZIONALI


Oggi il mercato globale della difesa è alimentato soprattutto dalla spesa degli Stati. In USA i quasi 900 miliardi di dollari del bilancio annuale del Pentagono finiscono a giganti come Lockheed Martin, RTX, Northrop Grumman, General Dynamics, Boeing, e BAE, mentre per i sistemi basati sull’IA una fetta multimiliardaria sempre più grande va a Big Tech come Microsoft, Amazon, Google, e Oracle, mentre sempre più finanziamenti della difesa USA vanno su startup tecnologiche supportate dal venture capital della Silicon Valley e dintorni. Secondo stime di un recentissimo report di Roberto J. Gonzales, della San José State University, Difesa e agenzie di intelligence USA hanno affidato commesse per una trentina di miliardi a Microsoft, Amazon, e Alphabet tra il 2018 e il 2022, ma il valore effettivo dovrebbe essere molto più elevate perché coperte da segreto militare e non rilevate nei database.

POTENTE CAPACITÀ INDUSTRIALE DEI BIG TECH


La cosa di cui si parla poco in tutti i ragionamenti e le analisi sull’uso dell’IA nella cosiddetta ‘old economy’ è la potente capacità manifatturiera dei Big Tech, come Tesla nell’automotive e nell’aerospazio o Apple negli smartphone e negli altri device di connessione, mentre Amazon è un colosso globale della logistica, che non è fatta solo di cloud ma anche e soprattutto di pesanti infrastrutture fisiche come magazzini e sistemi di trasporto. Tutte cose che hanno un ruolo essenziale nei sistemi di difesa. Oggi la crescita delle economie, a partire da quella USA, è trainata dai servizi, mentre il manifatturiero è in ritardo in una fase di complessa transizione dalla globalizzazione all’accorciamento delle catene di fornitura nel quadro di un graduale sganciamento dalla Cina non più considerata la “fabbrica del mondo”.

UNA TERRA DI CONFINE TRA MANIFATTURA E SERVIZI


Il settore tecnologico dominato dai Big Tech che cavalcano l’IA è una terra di confine. Sicuramente I chip e le altre componenti prodotte da Nvidia sono ‘manifattura’, per il cloud o per i centri dati che si stanno moltiplicando con la crescita esponenziale della stessa IA la distinzione è più difficile. Oggi i servizi sono il maggior contributore dal Pil americano, seguiti dall’immobiliare, con il manifatturiero solo al terzo posto. Nei centri dati, ad esempio, tutte e tre le componenti sono presenti. L’industria della difesa oggi è sicuramente a fortissimo prevalenza manifatturiera, lo resterà anche in future con l’adozione sempre più capillare di sistemi e tecnologie basate sull’IA? E si può immaginare che i Big Tech mettano a disposizione del nuovo trend anche il loro forte potenziale industriale manifatturiero e nella logistica?

SETTORE DA ATTENZIONARE ANCHE IN EUROPA


In un momento in cui ci si chiede se le valutazioni raggiunte dai Big Tech che cavalcano l’IA e dal settore tecnologico in generale, anche se supportate da utili in costante crescita, siano ancora appetibili, l’interrogativo è stimolante. Soprattutto per l’investitore che guarda al lungo termine. La difesa resta un settore da guardare con attenzione anche in Europa, sia perché è rimasta molto indietro rispetto agli USA quanto a investimenti pubblici, nazionali e comunitari, sia perché vanta comunque campioni di livello internazionale, come le italiane Leonardo e Fincantieri.

Bottom line. I megatrend sono grandi fiumi con affluenti che li arricchiscono lungo il percorso e possono ramificarsi in estuari “pescosi”. Finora i Big Tech hanno cavalcato l’IA soprattutto interpretandola come la Fase 3 di Internet, ma il potenziale “industriale” che hanno accumulato e forse ancora non espresso potrebbe essere la leva di quella rinascita manifatturiera di cui l’Occidente ha bisogno nell’era della post-globalizzazione.

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