Mercato obbligazionario

Generali AM costruttiva sugli Eurobond, rischio Francia limitato per lo spread dei Btp italiani

Mauro Valle e Massimo Spagnol sottolineano che il mercato sta prezzando due tagli della BCE, positivo per chi detiene titoli di Stato, copertura naturale a fronte del crescente rischio geopolitico

di Stefano Caratelli 26 Giugno 2024 12:19

financialounge -  BTP Generali Investments mercati obbligazioni
Le elezioni a sorpresa in Francia hanno innescato avversione al rischio, mentre la BCE ha lasciato un retrogusto da falco in occasione del taglio dei tassi, ma grazie a un forte carry e all’aspettativa di ulteriori tagli per quest’anno, le prospettive per gli Eurobond rimangono costruttive. Mauro Valle e Massimo Spagnol, di Generali AM, parte di Generali Investments, spiegano che rappresentano ancora una buona opportunità per gli investitori in cerca di rendimento, con i due tagli dei tassi in arrivo quest’anno che saranno positivi per gli attuali detentori di titoli di Stato. C’è stato un impatto sulla volatilità dei tassi e sugli spread francesi che potrebbe persistere per qualche tempo.

TASSI ATTESI IN RANGE IN ATTESA DI CHIAREZZA DALLA FRANCIA


L’analisi di Generali AM suggerisce che gli attuali livelli di rendimento prezzati dal mercato, con il Bund a 10 anni intorno al 2,4%, rappresentano un’ampia porzione del rischio d’inflazione, e che i tassi dovrebbero muoversi in range, in attesa di uno scenario politico francese più chiaro, nuovi dati sull’inflazione e della posizione della BCE sui prossimi tagli. A fronte del crescente rischio geopolitico, sottolineano di due esperti, i bond governativi rappresentano una copertura naturale contro eventi rischiosi. I movimenti recenti sono stati dominati dall’inatteso scioglimento del Parlamento francese che ha innescato una forte avversione al rischio, con lo spread OAT-Bund che ha toccato gli 80 punti.

LO SPREAD BTP DOVREBBE PROSEGUIRE TRA 120-150 PUNTI


Ma dopo i risultati elettorali e la definizione della maggioranza in Francia i mercati potrebbero stabilizzarsi. I timori per le politiche di estrema destra sono elevati, dato che il deficit si attesta attorno al 5% e il debito/PIL supera il 110%, ma i rendimenti a 10 anni sono abbastanza stabili, mentre lo spread BTP -Bund a 10 anni si è allargato fino a 157 punti dopo le notizie francesi per poi ritracciare leggermente. Secondo Valle e Spagnol l’allargamento dello spread italiano è dovuto principalmente al rally del Bund: i rendimenti dei BTP sono rimasti piuttosto stabili, intorno al 3,95%, e l’evento di rischio in Francia potrebbe essere idiosincratico con effetti spillover limitati. Generali AM conferma la view che gli spread italiani continueranno a muoversi all’interno dell’intervallo di 120-150 punti.

LA BCE HA LASCIATO UN RETROGUSTO DA FALCO


Il taglio della BCE del 12 giugno ha lasciato al mercato obbligazionario un retrogusto da “falco”: a fronte di inflazione resistente la Banca Centrale ha mantenuto un approccio data-dependent, con la Presidente Lagarde che ha sottolineato il ruolo centrale dei dati salariali, mentre non ha fornito ulteriori indicazioni sulla tempistica o sul ritmo dei futuri tagli. L’iniziale reazione al tono cauto della politica monetaria e alle crescenti proiezioni sull’inflazione, evidenziata da un lieve aumento dei rendimenti e dell’euro e da un indebolimento delle azioni, è stata parzialmente ridimensionata dalle successive dichiarazioni della stessa Lagarde.

FED DIVISA SULLA TRAIETTORIA DEI TASSI


La Fed ha invece deciso di ritardare i tagli, prevedendo ancora un tasso tra il 3% e il 3,25% entro la fine del 2026, ma la valutazione del FOMC non è uniforme: quattro membri non prevedono tagli quest’anno, sette ne prevedono uno e i restanti otto sono favorevoli a due tagli. La Fed è quindi divisa tra le due opzioni. Il Team di Ricerca di Generali AM si aspetta due tagli a settembre e dicembre, mentre il mercato sta prezzando pienamente i tagli per novembre e gennaio. In particolare, il tasso neutrale è stato rivisto al rialzo dal 2,6% al 2,8%, un segnale da falco. I movimenti di mercato, secondo Valle e Spagnol, sono guidati più dai dati che dall’ultima decisione della Fed, che è stata ben prezzata.

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