Sunday View

L’Europa al bivio delle alleanze economiche

Il Vecchio Continente cerca di diversificare gli sbocchi, aggrappato a situazioni sempre mutevoli verso Oriente e con gli ex-partner in Africa

di Lorenzo Cleopazzo 30 Giugno 2024 09:30

financialounge -  Europa mercati sunday view
Punto A. Punto B.

Prendiamo un pezzo di carta, non importa la dimensione. Stendiamolo su un tavolo, appiccichiamolo a un muro o teniamolo a mezz'aria. Matita alla mano, avviciniamo il nero della grafite al bianco del foglio.

Punto A: dove comincia tutto, il luogo cardine, l’inizio del percorso. Punto B: l’arrivo, o forse solo la prima tappa di un viaggio più lungo. Ora tiriamo il proverbiale filo rosso.

Una semplice linea? O una serie di trame che nascondono tra le loro setole tanti chilometri, tantissimi anni di storia e ancora più accordi e disaccordi commerciali?

Forse più la seconda opzione. Anche perché di fili rossi su quel foglio ne viaggiano ben due. Il Punto A è lo stesso, ma ora si è aggiunto anche un Punto C.

Quale direzione prenderà il nostro cartografo? Noi abbiamo il lusso di poter osservare dall’alto, con una View di tutto rispetto. Anzi, una Sunday View.

E ora si comincia.

MATERIE PRIME VECCHIE O NUOVE?


Uranio e dati. Due nomi caldi, caldissimi, al centro degli interessi di mezzo mondo. Il primo serve ad alimentare le centrali nucleari, mentre i secondi ormai servono pure per comprare il pane. Per quanto riguarda l’uranio, uno dei maggiori paesi esportatori è il Niger, e il suo maggior importatore era la Francia. Avete letto bene: “era”. I nostri cugini transalpini e le loro 56 centrali nucleari – seconde solo alle 93 negli Usa – dovranno iniziare a fare a meno della materia prima africana, dato che la giunta militare che ha preso in mano il Paese un anno fa sembra non gradire più la presenza del drapeau français, in favore di Cina e Russia. Questi due – guarda caso i terzi e i quarti in classifica per centrali nucleari dopo la Francia – hanno giocato le loro carte migliori: tanti Yen i primi, alleanze politiche e risorse militari i secondi. Poi non stupiamoci se in Niger si vedono più Byd che Peugeot.

Cambiando versante della mappa, però, l’Europa si muove proprio verso quell’Est che minaccia le forniture di Uranio, anche se per motivi e alleanze differenti. Da qualche giorno è stato completato il primo tratto della nuova rete per il transito dei dati dall’Europa all’Asia, una tratta sottomarina Genova-Mumbai chiamata Blue Raman. Questo primo slot di lavori appena concluso ha visto la posa dei cavi dalla Liguria a Creta, mentre il secondo e ultimo dovrebbe concludersi alla fine dell’estate. Perché è importante? Perché, per il suo tracciato, questa rete metterebbe Israele e Arabia Saudita allo stesso tavolo; perché con il Blue Raman si diversificherebbe il flusso dei dati in una zona – quella del Mar Rosso – molto sensibile; e in ultimo proprio per i dati, che hanno un peso specifico non indifferente.

Due materie prime fondamentali nel mondo contemporaneo, che vedono l’Europa dividersi in due tra successi d’esportazione e problematiche d’importazione. Ma se ci leggete da un po’ ormai lo sapete: anche questa è una storia già vista.

IMPIEGHI ANTICHI, SOLUZIONI MODERNE


Dai vasi alle centrali nucleari è un attimo, circa due millenni e spicci. L’uranio non si estraeva forse con la stessa foga, e le città giapponesi che per prime avrebbero visto un fungo atomico non erano ancora state fondate. Un tempo, quando si maneggiava questo materiale, non si indossavano tute antiradiazioni all’interno di enormi reattori, ma al più un grembiule tra le quattro mura della bottega di un vasaio. Le prime tracce dell’utilizzo dell’Uranio risalgono a un pigmento giallo ritrovato su manufatti in ceramica della Napoli dell’80 a.C., ben prima che venissero scoperte le altre caratteristiche di questo metallo, identificato in Germania solo a fine ‘700.

Ma se l’Uranio ha cambiato faccia nel tempo, i dati sono sempre rimasti lì: fondamentalmente semplici e semplicemente fondamentali. Certo un tempo non erano utilizzati da Google & co., ma c’era comunque chi ne aveva intuito l’importanza. Se tutti abbiamo in mente il censimento dell’Impero Romano di cui si parla nei Vangeli, e spesso ne elogiamo l’organizzazione e il funzionamento, non molti sanno che i primi e i più attenti burocrati furono in realtà gli Egizi. All’ombra delle Piramidi venne creata un’organizzazione perfettamente funzionante, accentrata e ben ordinata, i cui funzionari controllavano in maniera scrupolosa tutti i dati riportati dagli scribi dislocati nel regno, tra popolazione e materie prime. Così facendo il faraone non personalizzava gli annunci pubblicitari su internet, ma permetteva di organizzare al meglio i tributi e gli obblighi militari, oltre che avere una visione completa sull’andamento delle sue terre.

I romani si sono inventati poco, ma hanno saputo scegliere molto bene da dove prendere spunto.

UNIRE I PUNTI


Come sempre, alcune specifiche sono doverose: se il Niger rappresenta un quarto dell’uranio importato in Ue, bisogna anche ringraziare Paesi come Australia, Kazakistan, Uzbekistan e Canada, che unite portano in dote il 70% del prodotto mondiale. Insomma, il cambio di rotta a sud dell’Europa di certo inficia la produzione francese, ma è solo un punto nella carta delle provvigioni d’uranio: il Punto B della nostra storia. Tornando invece al Punto A e puntando verso il Punto C, l’enorme mole di lavoro della rete di trasporto dei dati verso l’India non è solo farina del nostro sacco. Di mezzo ci sono colossi che hanno tutto l’interesse affinché il loro bene più prezioso viaggi in sicurezza da un continente all’altro. Ecco che allora gli interpreti principali del progetto, Telecom Italia Sparkle e Oman Telecommunications, vengono assistiti e coordinati da Google, che assieme a Microsoft, Amazon e Meta sta investendo pesantemente in opere simili.

Quindi, dal Punto A siamo andati al Punto B, prima di tornare indietro e ripartire alla volta del Punto C, ma con un occhio anche a un Punto D, ancora più a Occidente di noi: quegli Usa che vantano il maggior numero di centrali nucleari e anche i più importanti player “divora-dati” del pianeta.

Ormai stiamo tirando sempre più fili rossi, anzi, più ne tracciamo e più ne vengono fuori. E se noi abbiamo messo l’inizio della nostra storia in Europa, bisogna anche tenere conto che ogni Paese è il Punto A di sé stesso. Anziché trovare un’origine – ormai impossibile – della matassa, a noi resta da unire i punti e osservare l’immagine che ne viene fuori.

BONUS TRACK


A proposito di storie già viste, anche quella dei fili rossi non è certo una novità. Anzi, potremmo scommettere che molti, mentre leggevano, hanno immaginato quelle lavagne da film poliziesco, oppure a qualche mappamondo da viaggiatore seriale... Ma quanti hanno pensato alle Trompe l’oeil di Gijsbrechts? Se volete sapere a cosa servissero quei fili rossi a un artista del 1600, provate a googlare “Board Partition with Letter Rack and Music Book”.

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