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Francia, i mercati ora vogliono soluzioni di governo

Macron ha vinto la scommessa del voto anticipato mettendo definitivamente Le Pen all’angolo, ora deve trovare il modo di assicurare una stabilità ‘europea’ arginando Mélenchon e la sua piazza

di Stefano Caratelli 8 Luglio 2024 12:54

financialounge -  elezioni francia mercati
Il 2024 delle elezioni globali continua a snodarsi con l’ultima puntata del thriller francese che da un mese tiene con il fiato sospeso mercati e investitori non solo in Europa, che ha segnato il crollo del RN di Le Pen, la vittoria dei pezzi non omogenei della sinistra sotto le bandiere di Mélenchon e l’affermazione a sorpresa al secondo posto dello schieramento del presidente Macron. I mercati avevano già fatto sapere di non essere dispiaciuti dallo stallo uscito dal primo turno, con un mix di risultati opposto rispetto al secondo, e questa volta la reazione iniziale è stata di tenuta per le azioni, con un euro saldo in area 1,08. Il leader dell’estrema sinistra si è preso la piazza e ha attaccato frontalmente Macron, ma il suo schieramento sembra tutt’altro che monolitico e forse pronto a perdere pezzi a favore della formazione di un governo più ancorato al centro.

IL RISCHIO DI UN’AGENDA IN COLLISIONE CON UE E BCE


Per mercati e investitori il timore maggiore era che dalle urne uscisse una maggioranza assoluta con un’agenda di spesa in rotta di collisione con la disciplina chiesta da UE e BCE, con tutti i rischi per il mercato francese del debito, un possibile contagio alla periferia europea e all’euro, e un impatto negativo sui settori azionari più esposti a cominciare dai bancari. Non sembra questo lo scenario, ma il percorso di uscita dalla crisi iniziata un mese fa con il voto europeo resta incerto. Macron non è costretto ad affidare il governo allo schieramento uscito primo dal voto, sembra aver vinto la scommessa delle elezioni anticipate mettendo Le Pen all’angolo ormai definitivamente, e può lavorare ad aggiungere ‘pezzi’ a uno schieramento di centro.

SU MACRON PESA PIU’ LA PIAZZA DEL PARLAMENTO


I mercati comunque sembrano non contentarsi più solo dello ‘stallo’ come dopo il primo turno e ora vogliono soluzioni nel segno della stabilità e della continuità europea. Macron ha mantenuto il pallino del gioco e può continuare a dare le carte fino alle presidenziali del 2027. Il suo problema non sono i numeri in Parlamento, che si possono spostare a suo favore, ma la piazza, soprattutto quella parigina, se occupata dal popolo delle banlieue, che Mélenchon può eccitare e mobilitare con le sue richieste di più soldi per tutti, assediando l’Eliseo.

LO SCUDO ANTI-SPREAD NON E’ GARANTITO COMUNQUE


l mercati sono rassicurati anche dalla BCE, che ha lasciato fiItrare dal Summit di Sintra di essere pronta a ricorrere al Transmission Protection Mechanism, lo scudo anti-spread, ma solo in caso di movimenti diffusi e disordinati sul mercato del debito sovrano europeo, periferico in particolare. Ma Christine Lagarde non sembra affatto disposta a intervenire a sostegno della sola Francia, soprattutto in caso di turbolenze auto-inflitte per politiche di spesa pubblica allegra in contrasto con la disciplina fiscale chiesta dalla UE, che oltretutto ha aperto anche per Parigi la procedura per deficit eccessivo. Ci si chiede se i banchieri centrali di Francoforte se la sentirebbero di ignorare una nuova crisi del debito con epicentro francese.

IL VOTO IN UK, IRAN SEMPRE PIU’ CONTRO GLI AYATOLLAH


Il risultato francese si aggiunge al voto in Gran Bretagna, che ha premiato alla grande un Labour che torna dopo 14 anni in versione moderata, stile Tony Blair, che a suo tempo vinse proponendosi come una Thatcher dal volto umano. l’Iran premia anche qui con largo consenso il medico Masoud Pezeshkian, primo presidente moderato da vent’anni, che ha portato a casa oltre il 53% dei consensi. Ma la vittoria è molto più significativa perché meno della metà degli iraniani è andata alle urne, seguendo l’indicazione degli oppositori al regime, per cui il dissenso generale verso gli Ayatollah si cifra in una maggioranza schiacciante.

BIDEN OSTINATO MA CON RAGIONE


Intanto Joe Biden resta ostinatamente il candidato Dem nella corsa alla Casa Bianca, nella giusta convinzione che nonostante il suo rallentamento fisico e mentale resta l’unico in grado di battere Donald Trump a novembre, grazie anche alla solida squadra che lo affianca, almeno tra i nomi disponibili finora nel suo schieramento. Gli shock politici del 2024 elettorale sono il terzo forte stress dei mercati degli ultimi 4 anni, dopo quello della pandemia e le guerre, entrambi con la loro eredità di risorgenza dell’inflazione che sembra ormai domata dalle banche centrali. Tutti sono stati finora superati da mercati e economie che hanno trovato nelle difficoltà una nuova base per ripartire.

Bottom line. Vediamo come va a finire questa puntata e quella di “fine serie” a novembre. Ma finora la lezione per gli investitori che guardano al lungo termine è stata che episodi di volatilità, anche violenta, alla fine si sono rivelati interessanti occasioni di ingresso, ovviamente con selezione e il supporto di advisor esperti e collaudati.

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