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Geopolitica, deficit pubblici e ritorno dell’inflazione: tre rischi per i mercati

Columbia Threadneedle, nell’outlook a cura di William Davies, sottolinea i fattori che possono causare volatilità e che richiedono l’attenzione degli investitori, con le banche centrali su traiettorie divergenti

di Stefano Caratelli 10 Luglio 2024 15:44

financialounge -  Columbia Threadneedle Investments mercati William Davies
E’ probabile che nel secondo semestre la politica monetaria delle principali banche centrali continui a divergere, creando volatilità ma anche opportunità. I tassi non scenderanno così rapidamente come auspicato da alcuni, ma le azioni possono registrare nuovi rialzi e il mercato ampliarsi ulteriormente, sulla scorta della resilienza dell'economia globale. Per questo gli investitori dovranno monitorare attentamente i rischi geopolitici e i deficit di bilancio in forte crescita. E’ l’indicazione dell’Outlook mercati a cura di William Davies, Global Chief Investment Officer di Columbia Threadneedle Investments, che ricorda come solitamente quando le banche centrali agiscono all’unisono offrono supporto ai mercati e la volatilità tende a diminuire.

LA RESILIENZA ECONOMICA SOSTERRÀ COMUNQUE LE AZIONI


Al contrario, rileva Davies, guardando alla situazione attuale, l'eventuale divergenza nelle tempistiche o nell’entità dei tagli dei tassi potrebbe causare un lieve incremento della volatilità. I tassi scenderanno, ma meno rapidamente di quanto previsto da alcuni operatori. Tuttavia, l’esperto di Columbia ritiene che la resilienza dell'economia globale sosterrà le azioni, e che dovremmo osservare ulteriori rialzi da qui a fine anno. Storicamente, le riduzioni dei tassi favoriscono le small cap.

VERSO L'AMPLIAMENTO DI UN MERCATO DOMINATO DALLE MEGACAP


Esaminando i fattori che hanno trainato i mercati negli ultimi 18 mesi, si nota come diverse società a grande capitalizzazione, le così dette mega cap, abbiamo sovraperformato. Ad avviso di Davies è probabile che nei prossimi mesi del 2024 e nel corso del 2025 assisteremo ad un progressivo ampliamento del mercato. L’esperto di Columbia, in generale, si aspetta che nei prossimi anni l'inflazione viaggi a livelli superiori al primo ventennio del secolo, quando è rimasta generalmente sotto il 2%.

IL DIFFICILE RIENTRO DELL’INFLAZIONE AL 2%


In particolare, secondo Davies, pur escludendo un ritorno a livelli superiori al 6-7%, resta difficile una discesa ulteriore dall’attuale tasso del 3-4% negli USA verso il 2%. Guardando poi ai principali rischi a livello macro, secondo l’analisi di Columbia i fattori geopolitici restano ad oggi fonte di preoccupazione, con i conflitti in Ucraina e Medio Oriente che potrebbero destabilizzare i mercati e incrementarne la volatilità.

GEOPOLITICA E DEFICIT PUBBLICI DA ATTENZIONARE


Nel complesso, la geopolitica continuerà sicuramente a rappresentare un rischio da attenzionare con cura, mentre un altro fattore problematico da considerare sono i disavanzi di bilancio dei vari paesi. Al momento, in Europa i deficit statali si aggirano intorno al 4%, mentre negli USA siamo al 5-6%. Con tassi d'interesse prossimi a zero, i costi di mantenimento del debito non sono necessariamente molto alti, ma con tassi intorno al 5% aumentano notevolmente.

IL DEBITO ASSORBE RISORSE FINANZIARIE


È necessario che nel tempo i deficit pubblici comincino a ridursi, anche se per la politica è molto più facile incrementare la spesa, ridurre le imposte e far salire il disavanzo, più che il contrario. Questo, sottolinea Davies in conclusione, rappresenta di per sé un rischio, poiché in molti paesi europei il rapporto debito/PIL è circa al 100%, anche se in Germania leggermente inferiore, e lo stesso vale per gli USA, determinando flussi finanziari destinati al mantenimento del debito piuttosto elevati.

IL RISCHIO DI UN RITORNO DELL’INFLAZIONE


L’altro aspetto sottolineato dall’esperto di Columbia è l'inflazione, scesa da livelli vicini all'8% fino a raggiungere il 2%, 3% e 4%. Un eventuale nuova impennata dovuta a sviluppi geopolitici o di altra natura, unita alla minaccia di tassi in aumento invece che in calo, rappresenterebbe uno shock negativo per i mercati. Pertanto, secondo Davies, i tre rischi chiave oggi a livello macroeconomico sono rappresentati dalla geopolitica, dai deficit pubblici e da un eventuale ritorno dell'inflazione.

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