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La politica domina la scena globale ma gli investitori devono evitare le scommesse

GAM, in un commento del Market Specialist Carlo Benetti, spiega perché citando le reazioni emotive alle elezioni in Francia, India e Messico e l’ansia in Usa. Gestione attiva e attenzione ai fondamentali

di Stefano Caratelli 10 Luglio 2024 12:45

financialounge -  Carlo Benetti GAM Investments mercati
L’iconica affermazione “The economy, stupid" è usata per la prima volta nella corsa alla Casa Bianca di Bill Clinton nel 1992, coniata dallo stratega elettorale, James Carville, che pensò di usare la debolezza economica per attaccare il presidente uscente George Bush padre. Il messaggio riportava l’attenzione agli indicatori che mostravano il rallentamento e la volatilità del mercato azionario. Carlo Benetti, Market Specialist di GAM SGR, osserva in un commento che in questi mesi affiora la percezione opposta, che sia la politica a esondare nell’economia e nei mercati, li condizioni e ne alteri i comportamenti, per cui la frase originale si ribalta come un karma negativo in “è la politica stupido”.

AUMENTATA L’INCERTEZZA E L’ATTENZIONE DEI MERCATI


La polarizzazione del confronto ha trasformato ogni elezione in un evento di cui gli operatori devono tenere conto e non basta più come in passato seguire la fase finale e adeguare i portafogli in base ai programmi dello schieramento vincitore. Oggi anche le campagne elettorali riservano sorprese come mostra il caso dell’India tutti i sondaggi davano l’affermazione schiacciante di Narendra Modi costretto poi a un governo di coalizione, con impatto negativo sull’azionario, mentre in Messico l’ampia maggioranza della presidente Claudia Sheinbaum ha fatto scendere la borsa e il peso, per paura di possibili modifiche all’assetto costituzionale.

IL CASO EMBLEMATICO DELLE ELEZIONI FRANCESI


Paradigmatiche anche le elezioni francesi, con saliscendi dei mercati tra primo e secondo turno con timori che le turbolenze politiche potessero riversarsi fuori dai confini nazionali. Il ballottaggio ha riservato il coup de théatre, ha ribaltato i pronostici e ha fatto invecchiare rapidamente i molti commenti iniziali con la nuova Francia politica che si presenta ora in tre grandi formazioni alle prese con la formazione del governo, la gestione dei conti pubblici, la procedura d’infrazione, e la leadership europea.

ANCHE IN USA FONTE DI VOLATILITÀ


Negli Usa infine gli investitori si stanno convincendo della forza elettorale di Donald Trump, e la sua vittoria sembra più probabile in contrasto con la debolezza di Biden, non solo nei sondaggi. Benetti nota che l’eventuale conquista della maggioranza al Congresso toglierebbe a Trump molti vincoli e vede una forte probabilità di un ulteriore aumento del deficit e tassi più alti. La politica è dunque fonte di incertezza e di volatilità, è necessario continuare a osservarne le dinamiche, valutare gli esiti elettorali e le possibili conseguenze ma deve essere una distrazione che faccia distogliere lo sguardo dai passaggi della palla sul campo.

LA STELLA POLARE RESTA L’EVOLUZIONE DELL’ECONOMIA


L’evoluzione dello scenario economico resta infatti secondo Benetti la stella polare dei mercati, ma la frase “È la politica stupido” suggerisce qualche lezione da tenere a mente.  La prima è evitare scelte allocative basate su sondaggi o previsioni, una “lezione ovvia” scrive James Mackintosh del Wall Street Journal, perché “sono una scommessa su sondaggi inaffidabili”. L’altra lezione è che spesso le reazioni dei mercati alle novità politiche sono emotive e di corto respiro, come è stato così per la borsa USA nel 2016 dopo l'elezione di Trump e per la borsa indiana poche settimane fa, dove i prezzi si sono rapidamente ripresi.

EVITARE LA SCOMMESSE ELETTORALI ANCHE IN USA


Meglio evitare scommesse e continuare a guardare il movimento della palla, vale a dire dati economici. Il re-pricing del mercato tiene conto dell'elevato rischio politico, poiché una vittoria della destra o della sinistra in Francia o di Trump o di Biden negli USA avrebbe conseguenze decisive, in un senso o nell’altro, sul consolidamento fiscale, sulla tenuta dalla ripresa, sugli equilibri complessivi dell’Europa. Effetti economici, in funzione delle scelte del governo di Parigi, e politici, conseguenza delle elezioni presidenziali a novembre.

LA POLARIZZAZIONE RIGUARDA ANCHE L’AZIONARIO USA


Secondo Benetti, in conclusione c’è una terza lezione suggerita dalla turbolenza politica: la polarizzazione non è un fenomeno solo politico. La dispersione dei valori dei singoli titoli rispetto alla loro media è molto alta, c’è una forte polarizzazione anche nei listini, tra una manciata di titoli che vanno molto bene, e una moltitudine di titoli che invece arrancano. È un ambiente che favorisce la selezione e la gestione attive che, in definitiva, vuol dire rigorosa gestione del rischio, primazia dei fondamentali e tempi lunghi.

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