Dal palco alla Casa Bianca?
Taylor Swift for President
Già Ray Dalio, fondatore dell’hedge fund Bridgewater, lanciò la provocazione. Se Biden lasciasse, perché i democratici non chiedono alla popstar di scendere in campo, piuttosto che pensare a candidati deboli come Kamala Harris?
di Controredazione 10 Luglio 2024 14:40
La provocazione la lanciò già tempo fa Ray Dalio, founder dell’hedge fund Bridgewater, personaggio famosissimo nel mondo della finanza, che su Instagram scrisse proprio “Taylor Swift for President!”. D'altronde, la popstar ormai fenomeno planetario da sempre è nota per avere simpatie democratiche. E, anzi, molti dicono che un suo endorsement potrebbe spostare valanghe di voti, c’è chi dice fino al 20%.
Ora, con tutta la telenovela sul possibile ritiro di Biden (lui peraltro continua a dire che non ha nessuna intenzione di mollare), si vocifera di un possibile coinvolgimento proprio di Taylor Swift, insieme ad altri personaggi come Michelle Obama e Oprah Winfrey, per scegliere un possibile nuovo candidato da schierare contro Donald Trump. Insomma, una sorta di casting fatto da vip, questa sarebbe la pensata di alcuni democratici. In tutto questo bailamme, il punto resta vedere cosa deciderà Biden: è lui che deve decidere se lasciare o meno, perché è difficile pensare a pochi mesi dal voto a un atto di forza dei democratici per rimuoverlo.
Ebbene, ipotizzando che Biden lasciasse, chi sceglierebbero i democratici? La prima naturale scelta sarebbe Kamala Harris, la vice di Biden. Scelta naturale, ma disastrosa, sarebbe vittoria facile e certa per Trump, come lui stesso ha già detto sarcasticamente mentre giocava a golf. Kamala Harris è una figura oggettivamente inconsistente, che ha già deluso tutti. Presentata a suo tempo come un fenomeno, si è rivelata essere ben poca roba. Poi c’è Michelle Obama, che curava l’orto biodinamico alla Casa Bianca mentre il marito faceva il presidente degli Usa. Il nome gira sempre, per poi tornare sempre nel cassetto e meglio così, perché serve sostanza politica oltre gli orti biodinamici e a qualche bella frasetta a uso mediatico. Per il casting resterebbe quindi una pattuglia di governatori democratici, a partire da quello della California. Hanno un problema: nomi non ancora così popolari e soprattutto sono un po’ troppo radical.
E allora? Allora, se Biden lasciasse, piuttosto che far correre un candidato che Trump asfalterebbe sicuramente, perché i democratici non chiedono a Taylor Swift di correre lei contro Trump? Insomma, solo come eventuale ultima carta da giocare. Una sfida Trump-Swift sarebbe un evento mediatico pazzesco, globale, destinato a restare nella storia. Uno scontro di mondi e di generazioni. Fuochi d’artificio puri. E poi, nel caso, una cantante pop alla Casa Bianca? Molti storceranno il naso, comprensibilmente, leggendo una provocazione simile. Ma d’altronde gli Usa hanno già avuto per esempio un attore di film western alla Casa Bianca, Ronald Regan, che poi fece pure bene a partire dagli accordi di pace con la Russia. E poi tanto il presidente è un frontman e ci sono le squadre di governo, a partire dal vicepresidente. E soprattutto, lo ripetiamo, si tratta di un’ipotesi da ultima carta quando le carte fossero finite cosi come le speranze di battere Donald Trump.
BIDEN LASCIA O NON LASCIA?
Ora, con tutta la telenovela sul possibile ritiro di Biden (lui peraltro continua a dire che non ha nessuna intenzione di mollare), si vocifera di un possibile coinvolgimento proprio di Taylor Swift, insieme ad altri personaggi come Michelle Obama e Oprah Winfrey, per scegliere un possibile nuovo candidato da schierare contro Donald Trump. Insomma, una sorta di casting fatto da vip, questa sarebbe la pensata di alcuni democratici. In tutto questo bailamme, il punto resta vedere cosa deciderà Biden: è lui che deve decidere se lasciare o meno, perché è difficile pensare a pochi mesi dal voto a un atto di forza dei democratici per rimuoverlo.
KAMALA HARRIS E MICHELLE OBAMA INCONSISTENTI
Ebbene, ipotizzando che Biden lasciasse, chi sceglierebbero i democratici? La prima naturale scelta sarebbe Kamala Harris, la vice di Biden. Scelta naturale, ma disastrosa, sarebbe vittoria facile e certa per Trump, come lui stesso ha già detto sarcasticamente mentre giocava a golf. Kamala Harris è una figura oggettivamente inconsistente, che ha già deluso tutti. Presentata a suo tempo come un fenomeno, si è rivelata essere ben poca roba. Poi c’è Michelle Obama, che curava l’orto biodinamico alla Casa Bianca mentre il marito faceva il presidente degli Usa. Il nome gira sempre, per poi tornare sempre nel cassetto e meglio così, perché serve sostanza politica oltre gli orti biodinamici e a qualche bella frasetta a uso mediatico. Per il casting resterebbe quindi una pattuglia di governatori democratici, a partire da quello della California. Hanno un problema: nomi non ancora così popolari e soprattutto sono un po’ troppo radical.
TAYLOR SWIFT È L’ULTIMA CARTA
E allora? Allora, se Biden lasciasse, piuttosto che far correre un candidato che Trump asfalterebbe sicuramente, perché i democratici non chiedono a Taylor Swift di correre lei contro Trump? Insomma, solo come eventuale ultima carta da giocare. Una sfida Trump-Swift sarebbe un evento mediatico pazzesco, globale, destinato a restare nella storia. Uno scontro di mondi e di generazioni. Fuochi d’artificio puri. E poi, nel caso, una cantante pop alla Casa Bianca? Molti storceranno il naso, comprensibilmente, leggendo una provocazione simile. Ma d’altronde gli Usa hanno già avuto per esempio un attore di film western alla Casa Bianca, Ronald Regan, che poi fece pure bene a partire dagli accordi di pace con la Russia. E poi tanto il presidente è un frontman e ci sono le squadre di governo, a partire dal vicepresidente. E soprattutto, lo ripetiamo, si tratta di un’ipotesi da ultima carta quando le carte fossero finite cosi come le speranze di battere Donald Trump.
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