Il compleanno
Auguri a Giorgio Armani, 90 anni e un impero della moda da 4,5 miliardi
Partito nel 1975, con 2 milioni e mezzo di lire, oggi il suo gruppo conta 650 boutique in tutto il mondo e 8.700 dipendenti, con ricavi netti a 2,35 miliardi
di Davide Lentini 11 Luglio 2024 11:35
Al lavoro anche oggi, nel giorno in cui compie 90 anni. D’altronde Giorgio Armani, l’imprenditore, lo stilista che ha inventato la moda e ha portato lo stile italiano nel mondo, lo ha sempre detto: “Non sarei io se mi fermassi. Quand’ero più giovane pensavo che arrivato a 80 anni sarei stato in vacanza permanente, ma il lavoro è così eccitante e energizzante, che non riesco a lasciarlo”.
Oggi l’impero che ha creato ha un fatturato indotto, al 2023, di 4 miliardi e mezzo di euro, con ricavi netti a 2,35 miliardi. E pensare che quando ha iniziato, il 24 luglio 1975, due settimane dopo aver compiuto 41 anni, è partito con un capitale di 2 milioni e mezzo di lire. L’anno dopo fatturava già 570 milioni. Dieci anni dopo, nel 1998, il fatturato è esploso a 1.502 miliardi di lire, con un utile netto di 240 miliardi.
Un’ascesa costante, anno dopo anno, sfilata dopo sfilata e brand dopo brand. Perché dietro al marchio Giorgio Armani oggi ci sono diverse linee di moda, da Armani Privè alla label Emporio Armani, e poi EA7, Armani Exchange, ma anche Armani Casa e Armani Beauty, e poi gli hotel, i ristoranti e i caffè. Fino alla squadra di basket di Milano, l’Olimpia.
Alla fine dello scorso millennio i ricavi del gruppo erano di 1.680 miliardi, con un balzo del 20% l’anno dopo, il 2000, a 2.002 miliardi di lire. Numeri da capogiro, per un’azienda che non ha mai evidenziato segni di cedimento. Anzi, anche negli anni delle grandi crisi mondiali, è riuscita a performare bene. Nel 2008, quando la recessione globale ha colpito duramente tutti i settori del lusso, il gruppo di Re Giorgio ha registrato un aumento dei ricavi dell’1.5%.
Oggi l’impero Armani conta 650 boutique in tutto il mondo e 8.700 dipendenti, con ebidta a 289 milioni e utile netto a 162 milioni di euro. Alla base di questo successo, il rigore dello stile, unico al mondo, e - come ammette lo stesso Re Giorgio – “le scelte di una persona coadiuvata da collaboratori fedeli”. L’imprenditore, il terzo più ricco d’Italia con un patrimonio personale di oltre 11 miliardi, controlla il 99,9% del gruppo, mentre il restante 0,1% è affidato alla Fondazione che porta il suo nome e che lui stesso ha voluto.
Ma a 90 anni appena compiuti, Armani continua a guardare al futuro: “Detesto mettete un punto e scrivere ‘The end’ - ripete spesso - anche se so che è necessario farlo”. Nella sua autobiografia ammette, infatti, di aver pensato da tempo alla successione. Sarà proprio la Fondazione a portare avanti il brand, con i suoi 3 nipoti al comando: Silvana, Roberta e Andrea. “Ci sarà un Armani dopo Armani - spiega - con le persone che già oggi mi stanno attorno, appassionati e determinati come voglio”. Ma c’è tempo. E infatti Re Giorgio continua a lavorare come sempre. Anche oggi.
UNA CRESCITA COSTANTE
Oggi l’impero che ha creato ha un fatturato indotto, al 2023, di 4 miliardi e mezzo di euro, con ricavi netti a 2,35 miliardi. E pensare che quando ha iniziato, il 24 luglio 1975, due settimane dopo aver compiuto 41 anni, è partito con un capitale di 2 milioni e mezzo di lire. L’anno dopo fatturava già 570 milioni. Dieci anni dopo, nel 1998, il fatturato è esploso a 1.502 miliardi di lire, con un utile netto di 240 miliardi.
NON SOLO MODA
Un’ascesa costante, anno dopo anno, sfilata dopo sfilata e brand dopo brand. Perché dietro al marchio Giorgio Armani oggi ci sono diverse linee di moda, da Armani Privè alla label Emporio Armani, e poi EA7, Armani Exchange, ma anche Armani Casa e Armani Beauty, e poi gli hotel, i ristoranti e i caffè. Fino alla squadra di basket di Milano, l’Olimpia.
MAI UNA CRISI, ANZI
Alla fine dello scorso millennio i ricavi del gruppo erano di 1.680 miliardi, con un balzo del 20% l’anno dopo, il 2000, a 2.002 miliardi di lire. Numeri da capogiro, per un’azienda che non ha mai evidenziato segni di cedimento. Anzi, anche negli anni delle grandi crisi mondiali, è riuscita a performare bene. Nel 2008, quando la recessione globale ha colpito duramente tutti i settori del lusso, il gruppo di Re Giorgio ha registrato un aumento dei ricavi dell’1.5%.
I NUMERI DI OGGI
Oggi l’impero Armani conta 650 boutique in tutto il mondo e 8.700 dipendenti, con ebidta a 289 milioni e utile netto a 162 milioni di euro. Alla base di questo successo, il rigore dello stile, unico al mondo, e - come ammette lo stesso Re Giorgio – “le scelte di una persona coadiuvata da collaboratori fedeli”. L’imprenditore, il terzo più ricco d’Italia con un patrimonio personale di oltre 11 miliardi, controlla il 99,9% del gruppo, mentre il restante 0,1% è affidato alla Fondazione che porta il suo nome e che lui stesso ha voluto.
IL FUTURO DEL GRUPPO
Ma a 90 anni appena compiuti, Armani continua a guardare al futuro: “Detesto mettete un punto e scrivere ‘The end’ - ripete spesso - anche se so che è necessario farlo”. Nella sua autobiografia ammette, infatti, di aver pensato da tempo alla successione. Sarà proprio la Fondazione a portare avanti il brand, con i suoi 3 nipoti al comando: Silvana, Roberta e Andrea. “Ci sarà un Armani dopo Armani - spiega - con le persone che già oggi mi stanno attorno, appassionati e determinati come voglio”. Ma c’è tempo. E infatti Re Giorgio continua a lavorare come sempre. Anche oggi.
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