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Le banche legate a influencer finanziari e simili (specie se parlano ai minori) rischiano grosso
Con l’Antitrust che mette nel mirino gli influencer finanziari, i gruppi bancari e finanziari che si affidano al sottobosco dell’influencer marketing in versione finanziaria dovrebbero cominciare a valutare i rischi d’immagine che corrono
di Controredazione 11 Luglio 2024 15:22
Tutto di fatto è partito con il “pandorogate”, col caso Ferragni, che ha cominciato a far alzare il velo sul cosiddetto “influencer marketing”, un’industria - o meglio una presunta industria - dove, è proprio il caso di dire, non è tutto oro quello che luccica. Già perché oltre le sfavillanti luci ci sono molte ombre. Dal “pandorogate” in avanti tutto il settore dei cosiddetti, e soprattutto sedicenti, influencer è stato attenzionato maggiormente. Finalmente si è iniziato a cercare di far luce. Un fatto importante per la tutela dei consumatori finali. E, attenzione, perché c’è tutto un sottobosco di influencer finanziari e siti di influencer marketing e comunicazione in versione finanziaria (a volte con target i giovanissimi, dunque minorenni), ancora da passare al setaccio e a cui forse alcuni gruppi bancari, peccando di leggerezza, si sono legati.
L’ultima news in questi giorni è quella dell’Antitrust che ha avviato istruttorie nei confronti di influencer che promuoverebbero strategie per ottenere presunti facili e grandi guadagni, non chiarendo peraltro che si tratta di pura pubblicità. Promesse di guadagni facili e veloci per ingenui piccoli risparmiatori e investitori fatte tramite social e siti internet. Con immaginifici modelli vincenti che garantirebbero somme ingenti. Insomma, influencer che parlano di investimenti, influencer finanziari, che ricordano ahimè il Gatto e la Volpe col povero Pinocchio.
Perché non ci sono solo i grandi influencer “generici”, quelli che parlano di viaggi, moda e alberghi glamour, ma si è sviluppato anche tutto un sottobosco di sedicenti influencer finanziari. Senza dimenticare siti e brand che raccontano di fare influencer marketing, di muovere community magari pure di giovanissimi interessati alla finanza. Giovanissimi che vuol dire spesso minorenni! Tutto un mondo che si presenta in modo patinato, “super social”, che parla di fare comunicazione finanziaria di nuova generazione, rivoluzionaria (mica quella vecchia di un tempo, dicono loro) o gente appunto che arriva a proporre investimenti mirabolanti con misteriosi modelli di trading fai-da-te, ma il tutto senza magari sapere bene che ci sono (giustamente!) norme e regole a tutela dei risparmiatori quando si parla di finanza e investimenti. Figuriamo poi se si arriva a parlare addirittura di ragazzi interessati al tema.
Certe cose, diciamolo chiaramente - come per esempio l’educazione finanziaria dei ragazzi - andrebbero lasciate alle scuole o a realtà serie e con una storia provata di professionalità. Non a un fumoso sottobosco di sedicenti influencer finanziari o sitarelli nati ieri che “fanno community”, così dicono, e poi boh, che c’è dietro? Chi lo sa e chi lo può dire con certezza? Ci sono regole e un’etica da rispettare, soprattutto quando si parla di risparmiatori non esperti. Pinocchio deve andare a scuola, non a lezione dal Gatto e la Volpe in versione “social”. Questo deve essere molto chiaro.
Comunque adesso il vaso di un settore borderline comincia a essere scoperchiato. Ora è sempre più evidente che ci sono luci, ma anche ombre. E in tutto questo ci sono banche e gruppi finanziari che sembrano aver strizzato l’occhio al sottobosco descritto, magari anche finanziando questi influencer e siti in salsa finanziaria. Beh, oggettivamente il rischio potrebbe essere grande. Esattamente come hanno rischiato e poi pagato in termini di immagine diversi dei brand che avevano investito su Chiara Ferragni e poi sono corsi a cancellare contratti. L’industria bancaria e finanziaria, per definizione sempre attenta a valutare i rischi, lo faccia anche quando sul tavolo arrivano proposte di questi sedicenti influencer finanziari e simili. La leggerezza in questi casi rischia un domani di costare cara. E soprattutto va sempre ricordato che l’educazione finanziaria, e più in generale la comunicazione finanziaria, è cosa seria, che non può essere appaltata a chi ci specula o comunque la tratta come un giochino social per ragazzi.
INFLUENCER NEL MIRINO DELL’ANTITRUST
L’ultima news in questi giorni è quella dell’Antitrust che ha avviato istruttorie nei confronti di influencer che promuoverebbero strategie per ottenere presunti facili e grandi guadagni, non chiarendo peraltro che si tratta di pura pubblicità. Promesse di guadagni facili e veloci per ingenui piccoli risparmiatori e investitori fatte tramite social e siti internet. Con immaginifici modelli vincenti che garantirebbero somme ingenti. Insomma, influencer che parlano di investimenti, influencer finanziari, che ricordano ahimè il Gatto e la Volpe col povero Pinocchio.
IL SOTTOBOSCO DEGLI INFLUENCER FINANZIARI
Perché non ci sono solo i grandi influencer “generici”, quelli che parlano di viaggi, moda e alberghi glamour, ma si è sviluppato anche tutto un sottobosco di sedicenti influencer finanziari. Senza dimenticare siti e brand che raccontano di fare influencer marketing, di muovere community magari pure di giovanissimi interessati alla finanza. Giovanissimi che vuol dire spesso minorenni! Tutto un mondo che si presenta in modo patinato, “super social”, che parla di fare comunicazione finanziaria di nuova generazione, rivoluzionaria (mica quella vecchia di un tempo, dicono loro) o gente appunto che arriva a proporre investimenti mirabolanti con misteriosi modelli di trading fai-da-te, ma il tutto senza magari sapere bene che ci sono (giustamente!) norme e regole a tutela dei risparmiatori quando si parla di finanza e investimenti. Figuriamo poi se si arriva a parlare addirittura di ragazzi interessati al tema.
RISPARMIATORI E SOPRATTUTTO RAGAZZI VANNO PROTETTI
Certe cose, diciamolo chiaramente - come per esempio l’educazione finanziaria dei ragazzi - andrebbero lasciate alle scuole o a realtà serie e con una storia provata di professionalità. Non a un fumoso sottobosco di sedicenti influencer finanziari o sitarelli nati ieri che “fanno community”, così dicono, e poi boh, che c’è dietro? Chi lo sa e chi lo può dire con certezza? Ci sono regole e un’etica da rispettare, soprattutto quando si parla di risparmiatori non esperti. Pinocchio deve andare a scuola, non a lezione dal Gatto e la Volpe in versione “social”. Questo deve essere molto chiaro.
BANCHE E GRUPPI FINANZIARI STIANO ATTENTI
Comunque adesso il vaso di un settore borderline comincia a essere scoperchiato. Ora è sempre più evidente che ci sono luci, ma anche ombre. E in tutto questo ci sono banche e gruppi finanziari che sembrano aver strizzato l’occhio al sottobosco descritto, magari anche finanziando questi influencer e siti in salsa finanziaria. Beh, oggettivamente il rischio potrebbe essere grande. Esattamente come hanno rischiato e poi pagato in termini di immagine diversi dei brand che avevano investito su Chiara Ferragni e poi sono corsi a cancellare contratti. L’industria bancaria e finanziaria, per definizione sempre attenta a valutare i rischi, lo faccia anche quando sul tavolo arrivano proposte di questi sedicenti influencer finanziari e simili. La leggerezza in questi casi rischia un domani di costare cara. E soprattutto va sempre ricordato che l’educazione finanziaria, e più in generale la comunicazione finanziaria, è cosa seria, che non può essere appaltata a chi ci specula o comunque la tratta come un giochino social per ragazzi.
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