Investimenti sostenibili

Esiste un legame sempre più forte tra sostenibilità e redditività delle imprese

Etica Sgr richiama le evidenze emerse in un recente report che analizza il legame evidente tra questi due aspetti aziendali

di Leo Campagna 12 Luglio 2024 14:25

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Quale rapporto esiste tra la sostenibilità aziendale e la loro redditività? Un importante contributo lo ha fornito la ricerca curata da Marta Palynska, Francesca Medda, Valeria Caivano, Giovanna Di Stefano e Francesco Scalese, segnalata all’interno del Quaderno n. 4 della collana di Finanza sostenibile di Consob, dal titolo “L’impatto del fattore ESG sulla performance industriale”.

LO STUDIO RIPRESO DAL BLOG DI ETICA SGR


Lo studio, ripreso anche nel proprio blog da Etica Sgr, analizza l’impatto della sostenibilità sui risultati reddituali di 850 imprese europee e statunitensi nel periodo 2007-2021, e approfondisce il legame tra il punteggio ESG (che sintetizza il profilo di sostenibilità dell’impresa) e l’EBIT (utile operativo) che esprime invece il profilo reddituale. Dai risultati dell’analisi, articolata nei tre elementi base, E di environmental, S di social e G di governance aziendale), emerge che la “E” (ambiente) è associata positivamente ai dati reddituali in modo più netto rispetto agli indicatori riferiti agli altri due pilastri.

MEF: UN TAVOLO DI LAVORO PER LA TRANSIZIONE ENERGETICA


Si tratta soltanto di una delle molteplici evidenze della centralità emergente delle tematiche ESG. Per esempio, il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo, ha istituito un “Tavolo di coordinamento sulla finanza sostenibile” finalizzato ad indirizzare le risorse private attraverso il mercato dei capitali a supporto della transizione energetica in Italia. Con specifiche priorità e obiettivi da approfondire e cercare di conseguire: l’individuazione e la disponibilità dei dati sui rischi climatici e naturali, l’informativa di sostenibilità delle piccole e medie imprese non quotate, la protezione assicurativa contro i pericoli ambientali e legati al clima.

I QUATTRO GRUPPI DI LAVORO


Quattro i Gruppi di Lavoro (GDL) allestiti per sviluppare e attuare strategie di finanza sostenibile considerate essenziali per centrare il raggiungimento degli impegni assunti dall’Italia a livello internazionale. ll Gruppo di lavoro (GDL1), coordinato dalla Banca d’Italia, si è concentrato sulla valutazione dell’impatto di rischi climatici e ambientali da cui è nato il progetto “Clim-fit”, finalizzato alla diffusione di metodi e di procedure utili alla quantificazione dell’impatto dei rischi fisici sulle esposizioni bancarie.

FOCUS SULL’EFFICIENZA ENERGETICA


Il GDL 2, invece, ha orientato i lavori sull’efficienza energetica, tema cruciale dopo l’approvazione da parte del Consiglio UE della “Direttiva case green” (EPBD – Energy Performance of Building Directive) che ha l’obiettivo di decarbonizzare completamente il parco immobiliare dell’Unione entro il 2050. Questo gruppo, coordinato dal MEF, ha approfondito i livelli di efficienza energetica del patrimonio immobiliare di famiglie e imprese, al fine di consentire un accesso più efficiente ed esteso alle informazioni disponibili nelle banche dati pubbliche.

IL BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ: UN AIUTO PER LE PMI


Le piccole e medie imprese non sono obbligate per legge ad adottare reportistica di sostenibilità. Quest’ultima, tuttavia, costituisce una leva di business importante. In quest’ottica ha lavorato il GdL 3, coordinato dalla Consob, con l’obiettivo di supportare le Pmi nella fornitura di informazioni ESG rilevanti a banche o a partner commerciali attraverso. In parallelo, questo gruppo di lavoro ha anche predisposto una serie di iniziative di educazione finanziaria per sottolineare l’importanza, anche da parte delle aziende di minori dimensioni, di fornire corrette informazioni in ambito ESG.

PROTEZIONE DAI RISCHI LEGATI AL CAMPBIAMENTO CLIMATICO


Il quarto e ultimo gruppo di lavoro (GDL 4), coordinato dall’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni (Ivass), si è infine concentrato sulla scarsa protezione assicurativa italiana nei confronti dei rischi climatici. Sono emerse carenze informative sulla diffusione delle coperture assicurative esistenti e sull’effettiva localizzazione territoriale dei rischi. Una evidenza che ha visto, in parallelo, il Governo predisporre alcune iniziative normative con l’obiettivo di colmare il divario di protezione assicurativa dai rischi fisici di catastrofi naturali per le imprese e le famiglie e per incentivare la sottoscrizione di polizze assicurative.

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