Sunday View

Non c’è più il turismo di massa di una volta

Le proteste a Barcellona, il biglietto d’ingresso a Venezia e le abitudini di consumo che cambiano: l’estate porta con sé un incremento del turismo, solo che negli ultimi anni qualcosa è cambiato nelle località prese d’assalto

di Lorenzo Cleopazzo 14 Luglio 2024 09:30

financialounge -  economia sunday view turismo
8 orizzontale: uno dei passatempi preferiti sotto l’ombrellone, 10 lettere. Cruciverba.

13 verticale: è “bello” in spiaggia, 5 lettere. Cocco.

Fin qui era facile, no? Sarà che per noi certe cose sono automatiche: arriva l’estate, ci si arma di parole crociate, penna, crema solare e via a tuffarsi in un’altra giornata di dolce far niente. Vero, queste erano abbastanza immediate come risposte, ma vediamo la prossima, okay?

16 diagonale: rovina una città, 7 lettere. Ecco, magari noi ci penseremmo un bel po’ prima di arrivare a “vandalo”, ma c’è qualcuno che invece non ha dubbi: “turista”.

Questo qualcuno, molto probabilmente parla catalano, e mentre lo pensa si aggira sulla Barceloneta senza scattare fotografie a ogni passo. Tanto la conosce molto bene, la sua città.

Il fenomeno del turismo di massa è diventato un problema, specialmente a Barcellona. Un fenomeno che porta un indotto incredibile nelle casse di molte località, ma che sembra non piacere a chi le abita.

Noi vogliamo analizzare la cosa a modo nostro, e per farlo abbiamo già preparato la valigia. Voi avete preso tutto? Allora si parte per quest’ottantesimo Sunday View!

TURISTI (PROBLEMATICI) PER CASO


Barcellona, luglio 2024: quello di spruzzare i turisti con pistole ad acqua non è un gesto di cortesia contro la calura della città, ma una protesta dei cittadini verso quelle persone che ogni anno invadono le “loro” strade. Migliaia di persone hanno protestato al grido di ‘turista vattene a casa’ e ‘il turismo uccide la città’, degli slogan che racchiudono l’impatto del turismo di massa sulla quotidianità di chi abita i luoghi presi d’assalto. Barcellona è un caso eclatante di una città che si ribella all’overtourism, ma scommettiamo che a molti è già venuto in mente il caso dei biglietti d’ingresso a Venezia e l’iniziale sdegno che hanno creato tra alcuni commentatori. La verità, però, è che questi biglietti sono fruttati al comune di Venezia – che deve pur sempre mantenere una città strutturalmente fragile – circa 723mila euro in otto giorni, così come è pur vero che il turismo vale il 14% del Pil di Barcellona, con oltre 150mila posti di lavoro creati nel comparto.

Ma allora perché lamentarsi, verrebbe da chiedersi.

La verità è che dietro questo enorme movimento di persone e di denaro, c’è una città che si muove di conseguenza: a Barcellona il prezzo degli alloggi è aumentato del 68% in dieci anni – di cui 18% negli ultimi 12 mesi –, le botteghe degli artigiani e alcune attività storiche hanno dovuto lasciare posto a negozi di souvenirs, i menù di molti locali si sono “turisticizzati”, e i cittadini – 1,6 milioni contro 30 milioni di forestieri ogni anno – si sentono soffocati.

Senza parlare poi di quegli atti di vero e proprio vandalismo, dove qualcuno anziché portarsi via un ricordo della vacanza, lo lascia direttamente lì, rovinando e segnando muri di chiese, monumenti o luoghi che sono patrimonio comune. Ma se vi dicessimo che anche questo, come il turismo massivo, può tornare utile?

VANDALISMO D’AUTORE


Probabilmente, tra le varie puntate di qualche serie crime, ce ne sarà almeno una dove gli indizi decisivi sono arrivati tramite un gesto criminale. Magari un ladro che finisce per essere il testimone chiave, un contrabbandiere che fa incastrare il colpevole, oppure un uomo che si fa riconoscere perché ha sfregiato il muro di una chiesa. Quest’ultimo caso, però, non riguarda Jessica Fletcher, ma degli storici dell’arte che hanno colto “in flagrante” – si fa per dire, dopo 5 secoli – un artista che non si è limitato a prendere spunto dagli affreschi romani nella Domus Aurea, ma ha anche pensato bene di incidere il suo nome sul muro della villa imperiale. E se questo può sembrare un atto vandalico – cosa che poi è, di fatto – d’altra parte è servito agli storici per ricondurre tale Giovanni da Udine tra i palazzi romani prima ancora che gli venissero commissionate le prime opere. E se non avete mai sentito questo nome, ora si capisce perché serviva la sua firma su un monumento per sapere che cosa stava combinando.

MALEDETTI TURISTI


Okay, facciamo una pausa: non stiamo dicendo che sfregiare il Colosseo, tutto sommato, vada bene. Tantomeno difendiamo a spada tratta l’overtourism. Vien solo da dire che, seppure in epoche diverse e con motivazioni tra le più disparate, il turismo ha i suoi lati positivi. Lati per lo più economici. Poi è logico che se chiedessimo a un catalano cosa ne pensa in merito, di certo inizierebbe a inveire. Così come probabilmente ha inveito il custode della Domus Aurea quando ha scoperto che qualcuno aveva segnato “Zuan da Udine, furlano”. Poi vaglielo a spiegare che un giorno questo graffito tornerà utile a qualche storico.

Ma poi torniamo ai numeri, a quelli che ci dicono che i viaggiatori portano indotti importanti nelle casse delle località che visitano, che la richiesta aumentata di servizi ha permesso il rinnovo del contratto nazionale italiano per 400mila lavoratrici e lavoratori del comparto. E okay che la parola overtourism ormai è un po’ all’ordine del giorno, ma rimane il fatto che per uno che benedice il flusso dei turisti, ce ne sono almeno 5 che lo maledicono. E se c’è una cosa che probabilmente accomuna i catalani del ventunesimo secolo, a quel custode ‘500, probabilmente è l’appartenenza a questa seconda categoria.

BONUS TRACK


Che poi, probabilmente, i turisti che hanno fatto migliaia di foto tra Sagrada Familia, Parc Güell e Casa Batllò, si saranno fermati a fotografare pure la manifestazione contro di loro.

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