Mercato obbligazionario
GAM: come capitalizzare il rischio di estensione nelle obbligazioni convertibili
Romain Miginiac, Head of Research per le strategie Credit Opportunities di GAM Investments, spiega come sfruttare al meglio le obbligazioni contingenti di tipo Additional Tier 1
di Davide Lentini 15 Luglio 2024 19:00
Di fronte alla costante richiesta degli investitori di soluzioni per ottenere rendimenti più elevati, gli analisti di GAM Investments ritengono che possa essere utile puntare sulle obbligazioni convertibili contingenti di tipo Additional Tier 1 (AT1 CoCos) e su altre forme di debito subordinato, “che - dicono - si distinguono per la loro capacità di battere altri strumenti di credito ad alto reddito”.
“Il rendimento delle obbligazioni AT1 - spiega Romain Miginiac, Head of Research per le strategie Credit Opportunities di GAM Investments - compensa gli investitori dai rischi associati alla natura ciclica dei loro rendimenti e spread. I dati tecnici del mercato sono attualmente solidi: i chiari requisiti di rimborso e di emissione permettono un mercato equilibrato e il reinvestimento delle cedole determina un'offerta netta negativa”.
I CoCo AT1 sono obbligazioni perpetue che di solito hanno una data per l’esercizio della call ogni cinque anni. Il rischio di estensione è sostanzialmente il rischio che l'emittente non rimborsi l'obbligazione alla prima data di call. Un aspetto sfavorevole per gli investitori, perché significa detenere l'obbligazione per un periodo prolungato, contrariamente alla durata di cinque anni. Ma perché il prezzo dell'obbligazione scende quando il rischio di estensione è percepito come elevato? “Perché gli investitori chiedono un rendimento più elevato per compensare il rischio aggiuntivo associato al più lungo periodo di detenzione - spiega ancora Miginiac - Ad esempio, la differenza di rendimento richiesta tra un'obbligazione quinquennale e un'obbligazione perpetua riflette la maggiore compensazione necessaria per il rischio su un periodo più lungo”.
Il sentiment negativo del mercato e gli elevati costi di emissione possono far temere che non venga esercitata l’opzione di call, rendendo i prezzi delle obbligazioni più sensibili e comportandosi come obbligazioni perpetue, piuttosto che come obbligazioni quinquennali. Miginiac prende a esempio un nuovo CoCo AT1 emesso con una cedola del 5%, che implica un rendimento del 5% alla pari, con la prima data di call tra cinque anni. “Se le condizioni di mercato peggiorano, determinando un aumento dei premi per il rischio e degli spread, il rendimento richiesto potrebbe aumentare - spiega - Ad esempio, se l'emittente deve pagare il 7% per emettere una nuova obbligazione a cinque anni, il prezzo dell'obbligazione esistente, se ancora prezzato come fosse rimborsato alla prima data di call, scenderebbe a circa il 90% del prezzo dell'obbligazione originale. Questo prezzo riflette i cinque anni di pagamenti di cedole attesi dall'investitore, più la rivalutazione del capitale necessaria per soddisfare l'aumento del rendimento richiesto. Ma poiché attualmente gli investitori temono che l'obbligazione esistente possa non essere rimborsata, gli investitori riprezzano ulteriormente l'obbligazione dalla prossima data di call alla scadenza, il che significa un ulteriore calo del prezzo dal 90% al 71%”.
Tuttavia, il mercato è talvolta inefficiente, in quanto i player sovrastimano la probabilità che le obbligazioni non vengano rimborsate alla prima data di call. “Riteniamo che prezzare il rischio di estensione tenda a essere estremamente inefficiente - commenta l’analista di GAM Investments - il che rappresenta un'opportunità per i gestori attivi in quanto consente di capitalizzare la tendenza del mercato a sopravvalutare questo rischio. Il rischio di estensione, secondo noi, è un indicatore significativo per le decisioni di acquisto o vendita, in particolare a fronte di eventi avversi, come il voto sulla Brexit nel 2016, le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina nel 2018, la pandemia di Covid nel 2020, l'invasione dell'Ucraina nel 2022 e le preoccupazioni per le banche regionali statunitensi e per Credit Suisse nel 2023”.
“Quando il 100% delle obbligazioni è prezzato a durata perpetua - analizza Miginiac - suggerisce che il mercato ha reagito in modo eccessivo e che il rischio di ribasso è già stato calcolato, presentando un significativo potenziale di rialzo”. È quanto successo nel 2023, dopo l'evento di Credit Suisse, in cui la maggior parte dei CoCo AT1 è stata riprezzata a durata perpetua, indicando un'opportunità di posizionamento aggressivo nei CoCo AT1 a causa del loro elevato potenziale di rialzo. “Al contrario - continua - quando la percentuale è vicina allo 0%, come accaduto nella metà del 2021, significa che il mercato è prezzato alla perfezione, con un rialzo limitato e un maggiore rischio di ribasso, il che giustifica un posizionamento prudente”.
“La gestione attiva - conclude Romain Miginiac, Head of Research per le strategie Credit Opportunities di GAM Investments - è fondamentale per sfruttare le inefficienze del mercato con l'obiettivo di generare alfa”.
I VANTAGGI DELLE OBBLIGAZIONI AT1
“Il rendimento delle obbligazioni AT1 - spiega Romain Miginiac, Head of Research per le strategie Credit Opportunities di GAM Investments - compensa gli investitori dai rischi associati alla natura ciclica dei loro rendimenti e spread. I dati tecnici del mercato sono attualmente solidi: i chiari requisiti di rimborso e di emissione permettono un mercato equilibrato e il reinvestimento delle cedole determina un'offerta netta negativa”.
COS’E IL RISCHIO DI ESTENSIONE
I CoCo AT1 sono obbligazioni perpetue che di solito hanno una data per l’esercizio della call ogni cinque anni. Il rischio di estensione è sostanzialmente il rischio che l'emittente non rimborsi l'obbligazione alla prima data di call. Un aspetto sfavorevole per gli investitori, perché significa detenere l'obbligazione per un periodo prolungato, contrariamente alla durata di cinque anni. Ma perché il prezzo dell'obbligazione scende quando il rischio di estensione è percepito come elevato? “Perché gli investitori chiedono un rendimento più elevato per compensare il rischio aggiuntivo associato al più lungo periodo di detenzione - spiega ancora Miginiac - Ad esempio, la differenza di rendimento richiesta tra un'obbligazione quinquennale e un'obbligazione perpetua riflette la maggiore compensazione necessaria per il rischio su un periodo più lungo”.
COME VIENE RIMBORSATA L'OBBLIGAZIONE
Il sentiment negativo del mercato e gli elevati costi di emissione possono far temere che non venga esercitata l’opzione di call, rendendo i prezzi delle obbligazioni più sensibili e comportandosi come obbligazioni perpetue, piuttosto che come obbligazioni quinquennali. Miginiac prende a esempio un nuovo CoCo AT1 emesso con una cedola del 5%, che implica un rendimento del 5% alla pari, con la prima data di call tra cinque anni. “Se le condizioni di mercato peggiorano, determinando un aumento dei premi per il rischio e degli spread, il rendimento richiesto potrebbe aumentare - spiega - Ad esempio, se l'emittente deve pagare il 7% per emettere una nuova obbligazione a cinque anni, il prezzo dell'obbligazione esistente, se ancora prezzato come fosse rimborsato alla prima data di call, scenderebbe a circa il 90% del prezzo dell'obbligazione originale. Questo prezzo riflette i cinque anni di pagamenti di cedole attesi dall'investitore, più la rivalutazione del capitale necessaria per soddisfare l'aumento del rendimento richiesto. Ma poiché attualmente gli investitori temono che l'obbligazione esistente possa non essere rimborsata, gli investitori riprezzano ulteriormente l'obbligazione dalla prossima data di call alla scadenza, il che significa un ulteriore calo del prezzo dal 90% al 71%”.
L’INFLUENZA DEI FATTORI GEOPOLITICI
Tuttavia, il mercato è talvolta inefficiente, in quanto i player sovrastimano la probabilità che le obbligazioni non vengano rimborsate alla prima data di call. “Riteniamo che prezzare il rischio di estensione tenda a essere estremamente inefficiente - commenta l’analista di GAM Investments - il che rappresenta un'opportunità per i gestori attivi in quanto consente di capitalizzare la tendenza del mercato a sopravvalutare questo rischio. Il rischio di estensione, secondo noi, è un indicatore significativo per le decisioni di acquisto o vendita, in particolare a fronte di eventi avversi, come il voto sulla Brexit nel 2016, le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina nel 2018, la pandemia di Covid nel 2020, l'invasione dell'Ucraina nel 2022 e le preoccupazioni per le banche regionali statunitensi e per Credit Suisse nel 2023”.
COME PREZZARE LE OBBLIGAZIONI
“Quando il 100% delle obbligazioni è prezzato a durata perpetua - analizza Miginiac - suggerisce che il mercato ha reagito in modo eccessivo e che il rischio di ribasso è già stato calcolato, presentando un significativo potenziale di rialzo”. È quanto successo nel 2023, dopo l'evento di Credit Suisse, in cui la maggior parte dei CoCo AT1 è stata riprezzata a durata perpetua, indicando un'opportunità di posizionamento aggressivo nei CoCo AT1 a causa del loro elevato potenziale di rialzo. “Al contrario - continua - quando la percentuale è vicina allo 0%, come accaduto nella metà del 2021, significa che il mercato è prezzato alla perfezione, con un rialzo limitato e un maggiore rischio di ribasso, il che giustifica un posizionamento prudente”.
“La gestione attiva - conclude Romain Miginiac, Head of Research per le strategie Credit Opportunities di GAM Investments - è fondamentale per sfruttare le inefficienze del mercato con l'obiettivo di generare alfa”.