L'outlook

Continua la lunga attesa della svolta Fed mentre la Bce può continuare a tagliare

Anima, nell’outlook sul secondo semestre di Fabio Fois, avverte che restano cruciali crescita e inflazione in Usa, dove la Fed potrebbe restare riluttante ancora per tutta la seconda metà dell’anno

di Stefano Caratelli 16 Luglio 2024 17:41

financialounge -  Anima Sgr Fabio Fois inflazione investimenti outlook
La valutazione formulata a novembre secondo cui il 2023 non era stato l’anno della svolta ma della sua preparazione viene confermata dopo la prima metà del 2024, che ha posto le condizioni per l’avvio del ciclo di tagli dei tassi sulle due sponde dell’Atlantico. Le condizioni per permettere alla Bce di allentare si sono già materializzate, con un momentum economico ancora sotto il potenziale e prospettive dei consumi costruttive, ma senza surriscaldamento. Le famiglie continueranno ad approfittare del graduale aumento del potere d’acquisto e il tasso di risparmio si normalizzerà.

BCE VERSO UN CICLO DI TAGLI CON CADENZA TRIMESTRALE


Sono le indicazioni dell’outlook di Anima per il secondo semestre 2024 a cura di Fabio Fois, Head of Investment Research & Advisory, dal titolo “Atterraggio morbido”, secondo cui l’inflazione dell’Eurozona sta perdendo slancio in linea con le stime della Bce, al netto di una persistente vischiosità nella componente dei prezzi dei servizi, che dovrebbe esaurirsi dopo l’estate. Questo ha consentito alla banca centrale di iniziare a tagliare i tassi e l’esperto di Anima si aspetta che il copione si ripeta nella seconda parte dell’anno, al ritmo di un taglio al trimestre.

FED ANCORA FERMA IN ATTESA DI CONFERME


Negli USA, prosegue l’analisi di Fois, le condizioni per allentare stanno maturando, ma a una velocità inferiore. La crescita ha continuato a mostrarsi decisamente resiliente nella prima metà del 2024, ma l’esperto di Anima resta convinto che sia incamminata su un percorso di graduale rallentamento, come mostrano i dati del PIL che, trimestre dopo trimestre sta perdendo slancio. Anche il mercato del lavoro continua a riequilibrarsi, come ha riconosciuto lo stesso capo della Fed Powell, mentre i consumi delle famiglie mostrano un deterioramento della qualità della spesa. I progressi della disinflazione sono stati insoddisfacenti nella prima metà dell’anno, per una ri-accelerazione nei servizi e una ripresa nei beni di base, che ha costretto la Fed a tenere i tassi fermi e attendere conferme.

OTTIMISMO SU ALLENTAMENTO BCE E ANCHE FED


Ma Anima resta ottimista, per diversi motivi: le aspettative di inflazione rimangono stabili e vicine ai target, il ribilanciamento sul mercato del lavoro prosegue, e la moderazione dei consumi eserciterà pressioni al ribasso sui prezzi di servizi e beni di base. Per questo secondo Fois l’allentamento delle pressioni sull’inflazione core permetterà alla Fed di iniziare a ridurre i tassi dopo l’estate, al ritmo di un taglio a trimestre, come per la Bce. Ma rimangono cruciali gli sviluppi su crescita e inflazione, specialmente in USA, dove la svolta sta maturando ma non è ancora arrivata.

MA LA BANCA USA POTREBBE RESTARE RILUTTANTE PER TUTTO IL 2024


Se per qualunque ragione i progressi sul fronte dell’inflazione non dovessero manifestarsi o la crescita non dovesse proseguire nel processo di indebolimento, avverte l’esperto di Anima, la Fed potrebbe restare riluttante a tagliare i tassi per tutta la seconda metà dell’anno, e la svolta verrebbe posticipata per il secondo anno di fila. In Cina, infine, lo scenario centrale di Anima è invariato, nella convinzione che l’economia cinese sia entrata in una fase strutturale di transizione, in cui solo uno dei due vecchi motori di crescita, export e edilizia, è ancora acceso.

CINA IN TRASFORMAZIONE, L’EDILIZIA RESTA UN FRENO


Il comparto edilizio invece sta attraversando un processo di trasformazione che non gli permetterà più di offrire un contributo alla crescita paragonabile a quelli registrati in passato. Secondo Fois, come già accaduto nel 2023, anche nel 2024 il PIL cinese si espanderà a un ritmo prossimo al “nuovo” potenziale del 5%, sostenuto dall’export, ma frenato dalla transizione della domanda interna. I consumi privati infatti non sono ancora pronti a prendere il posto dell’edilizia.

Trending