Le prospettive

Generali Investments: quadro macro positivo ma aumenta il rischio politico

Un commento di Vincent Chaigneau segnala un ultimo miglio ostinato di disinflazione mentre in Eurozona resta in rischio Francia. Mantenuto leggero sovrappeso azionario, più esposizione all’HY

di Stefano Caratelli 16 Luglio 2024 19:00

financialounge -  Generali Investments investimenti prospettive Vincent Chaigneau
Le prospettive di crescita globale rimangono discrete, nonostante recenti dati deludenti nei paesi avanzati. Inflazione in calo e crescita dei salari mantengono redditi e consumi sostenuti. Il manifatturiero globale sta uscendo da una lunga stagnazione, con il venir meno del freno monetario che fornirà ulteriore sollievo nel secondo semestre. Il sostegno della politica e le esportazioni aiutano la Cina a mantenere l’equilibrio a breve, mentre l'economia USA va verso un atterraggio morbido. L’affievolirsi del suo eccezionalismo riduce il rischio che tassi della Fed persistentemente alti soffochino il mercato globale.

RESILIENZA ECONOMICA E RISCHI GEOPOLITICI


Vincent Chaigneau, head of research di Generali Investments, delinea un quadro globale di crescita resiliente e lenta disinflazione, ma segnala anche un aumento del rischio politico, segnalando in particolare la crisi politica francese, che minaccia le prospettive fiscali, i rating e le speranze di integrazione nell'Ue, l’intensificazione della frattura globale soprattutto tra Cina e USA, e lo stress geopolitico, dall’Ucraina al Medio Oriente, a Taiwan. Intanto un'inflazione ostinata nei servizi e nell'edilizia abitativa USA complica la lotta delle banche centrali, ma in un contesto di raffreddamento dei mercati del lavoro, Chaigneau si aspetta che la tendenza alla disinflazione resti intatta.

FED E BCE VERSO TAGLI DEI TASSI DA SETTEMBRE


La Bce ha iniziato il ciclo di allentamento a giugno ma a fronte di incertezze ancora elevate sull'inflazione si atterrà alla dipendenza dai dati, e lo scenario di base di Generali Investments prevede un ritmo di tagli trimestrali per un totale di 50 punti base tra settembre e dicembre, con altri 75 punti nel 2025. La Bce sta anche riducendo il portafoglio del Pandemic Emergency Purchase Programme di 7,5 miliardi di euro al mese. La Fed aspetterà ulteriori rassicurazioni dai dati prima di un'inversione di rotta a settembre, che sarà seguita da tagli trimestrali fino a un livello terminale del 3,5% a metà del 2026, sempre secondo lo scenario di base di Generali Investments.

RAFFORZATA IN GENERALE LA PROPENSIONE AL RISCHIO


Chaigneau vede i rischi sono orientati verso un ritmo più lento, con l'esito delle elezioni presidenziali USA di novembre che fa da jolly. Con la riduzione del ritmo del Quantitative Tightening della Fed il rimborso mensile è stato abbassato a 25 miliardi di dollari a giugno, e Chaigneau si aspetta che il bilancio si concluderà entro la primavera del 2025. In un contesto di crescita resiliente e di persistente tendenza alla disinflazione, gli utili societari soddisfacenti e i prossimi tagli dei tassi dovrebbero rafforzare la propensione al rischio in generale.

ESPOSIZIONE AL CREDITO, PRUDENTE SOVRAPPESO DELLE AZIONI


Lo dicono anche i segnali pro-rischio forniti dagli strumenti proprietari di Generali Investments, che è favorevole a un'esposizione tattica ai segmenti più rischiosi del credito, ma in presenza di un rally già avanzato si attiene a un sovrappeso prudente nelle azioni. Il rientro dell'inflazione e i tagli dei tassi mantengono le prospettive dei rendimenti core leggermente inclinate al ribasso, anche se non in modo lineare. Le incertezze politiche francesi potrebbero inoltre far aumentare gli spread degli Euro Global Bond. Generali Investments mantiene un leggero sovrappeso sull’azionario e aumenta l'esposizione al credito High Yield a sovrappeso marginale a scapito della liquidità. Mantiene anche il sovrappeso sull’Investment Grade non finanziario e il sottopeso South Eur, e una moderata duration lunga sulle obbligazioni e core a breve scadenza.

RISCHI MACRO E GEOPOLITICI DA MONITORARE


Per quanto riguarda i rischi, Chaigneau segnala ultimo miglio di disinflazione più ostinato che ritarda il taglio dei tassi, la crisi politica francese che minaccia le prospettive fiscali, i rating e le speranze di integrazione Ue, l’intensificazione della frattura globale soprattutto tra Cina e e USA, le “crepe” nella stabilità finanziaria quando le condizioni più rigide si propagano, e lo stress geopolitico originato da Ucraina, Medio Oriente e Taiwan.

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