Transizione green

Schroders Capital: dal voto europeo una frenata alla transizione energetica

Anche se il nuovo parlamento potrebbe rallentare il processo di decarbonizzazione e il raggiungimento degli obiettivi climatici, un’inversione di rotta è però da escludere

di Redazione 18 Luglio 2024 11:38

financialounge -  Karin Kaiser Schroders Capital transizione green
L’emergenza climatica non è stato l’argomento principale su cui si sono focalizzati i cittadini in occasione delle ultime consultazioni europee. Ma il risultato delle urne, con l’affermazione di un’estrema destra piuttosto tiepida in materia, pone qualche interrogativo sulle implicazioni per la transizione energetica. Secondo Karin Kaiser, Head of Private Markets Europe di Schroders Capital, il processo potrebbe in effetti rallentare ma solo nel breve termine.

LA SCONFITTA DEL FRONTE DECARBONIZZAZIONE


Quanto sono andate male le elezioni per il partito trasversale della transizione energetica? Kaiser offre un piccolo riassunto. “I partiti che hanno una visione progressista sulla decarbonizzazione e una posizione più ambiziosa rispetto alla legislazione attuale, come i Verdi, la Sinistra, i Socialisti e Democratici e Renew Europe, hanno subito delle perdite a livello elettorale” spiega il gestore di Schroders. “Il Partito Popolare Europeo, che ha sostenuto e definito l'attuale agenda politica in ambito climatico, continua a detenere la maggior parte dei seggi in parlamento”.

L’ASCESA DEI GREENSCETTICI


Per greenscettici, o per i partiti che non vedono la transizione come una priorità, le consultazioni sono andate invece decisamente meglio. “L'estrema destra, che non ha obiettivi climatici o ne ha di ambigui, è emersa come la grande vincitrice delle elezioni europee del 2024” spiega Kaiser. “Tra i partiti vincitori ci sono anche i Conservatori e Riformisti Europei, che sostengono attivamente la riduzione degli sforzi di decarbonizzazione, e Identità e Democrazia, meno trasparente, ma che difficilmente fornirà un supporto in materia di obiettivi climatici”.

POLITICHE CLIMATICHE, LA MAGGIORANZA C’È ANCORA


Nonostante tutto, e anche se ci troviamo al momento nella fase delle trattative che porteranno alla formazione di una maggioranza parlamentare, l’Head of Private Markets Europe di Schroders Capital non crede a un inversione di rotta sulle decarbonizzazione. “I partiti favorevoli alle politiche climatiche detengono ancora la maggioranza dei voti in parlamento. L'Ue ha stabilito una traiettoria chiara in termini di politica energetica, sotto forma di una legislazione solida, tra cui Green Deal, Fit for 55 e Repower EU. Una deviazione da questa traiettoria richiederebbe una significativa maggioranza dei voti in parlamento, che i partiti che non supportano le politiche climatiche sono ben lontani dal raggiungere”.

OBIETTIVI DI EMISSIONE: PROBABILE UN RALLENTAMENTO


“Inoltre, una legislazione nazionale è stata ampiamente adottata in tutta Europa per implementare gli obiettivi regionali in materia di clima ed energia” continua Kaiser. “Dunque è improbabile che la direzione generale della transizione energetica muti. Tuttavia, le decisioni politiche assunte dal parlamento appena eletto a breve termine potrebbero avere un impatto decisivo sulla velocità cui stiamo progredendo. Una decisione politica che verrà presa nei prossimi mesi è quella di concordare il meccanismo esatto e la tempistica dello scambio di emissioni e gli obiettivi di emissione nei prossimi decenni. Tutto questo potrebbe essere frenato dai recenti risultati”.

TRANSIZIONE GREEN E SICUREZZA ENERGETICA


Secondo Kaiser ci sono due ragioni importanti per continuare a sostenere la transizione energetica in Europa, a prescindere dalle proprie convinzioni personali sulla questione climatica. La prima ha a che fare con la questione energetica. “Il continente importa una significativa quota delle sue risorse energetiche, in particolare il gas naturale, da Paesi con diversi livelli di stabilità politica. Questa dipendenza dalle importazioni espone l'Europa a potenziali interruzioni degli approvvigionamenti a seguito di conflitti, tensioni politiche, o cambiamenti nella politica estera”.
La sicurezza energetica è diventata uno dei tre pilastri della politica europea. La transizione energetica è uno dei modi per raggiungerla più facilmente. “Facendo più affidamento sulle energie rinnovabili, l'Europa può ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili importati e la sua esposizione verso i rischi geopolitici associati alle importazioni energetiche. Sviluppare un mix energetico rinnovabile solido e diversificato può garantire un approvvigionamento più sicuro e resiliente, soprattutto considerando il crescente livello della domanda e la necessità di individuare fonti di approvvigionamento energetico aggiuntive per via dell'elettrificazione e dalla crescente domanda di energia dei data center”.

RINNOVABILI SEMPRE PIÙ COMPETITIVE


Ma la sicurezza energetica non è la sola argomentazione economica a favore della transizione green. “Le energie rinnovabili presentano un significativo vantaggio rispetto ai combustibili fossili in termini di competitività dei costi: il costo delle tecnologie energetiche rinnovabili continua a diminuire, sono diventate sempre più competitive rispetto alle fonti energetiche basate sui combustibili fossili” spiega Kaiser, che poi fornisce alcuni esempi. ”Un kilowattora prodotto da un impianto solare costa circa la metà di uno prodotto da una centrale a carbone di nuova costruzione. Analogamente, un kWh generato da un parco eolico onshore è mediamente più economico del 50% rispetto a uno prodotto da una centrale a gas, mentre l'eolico offshore è leggermente più costoso, ma comunque più economico del 10%”. In conclusione, per l’Head of Private Markets Europe di Schroders Capital, “investendo in infrastrutture per l'energia rinnovabile, l'Europa mira a realizzare un sistema energetico sostenibile, in grado non solo di ridurre le emissioni di carbonio, ma di fornire anche energia a prezzi accessibili ai suoi cittadini e alle sue aziende”.

LE OPPORTUNITÀ DEL CAMBIAMENTO


La transizione energetica non va considerata secondo l’esperta di Schroders Capital come un blocco monolitico. “Gli sforzi volti alla decarbonizzazione sono solo una parte del puzzle. Le preoccupazioni sulla sicurezza energetica, l'importanza di diversificare le fonti energetiche e la ricerca di soluzioni energetiche accessibili e convenienti assicurano che la transizione sia economicamente fattibile e sostenibile nel lungo periodo. L'Europa presenta un percorso solido e credibile per proseguire nella transizione verso un sistema energetico decarbonizzato, sicuro dal punto di vista energetico e accessibile - conclude Kaiser - il che si traduce in un'opportunità d’investimento unica nei prossimi decenni".

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