Presidenziali Usa
Schroders: Trump rimane il favorito, ma la sua rielezione farebbe salire l’inflazione
I temi cardine della politica trumpiana potrebbero avere un impatto negativo sui prezzi, dalla stretta all’immigrazione al protezionismo. La sua probabile vittoria ha fatto irripidire le curve dei rendimenti
di Annalisa Lospinuso 22 Luglio 2024 16:36
Nel fine settimana il presidente Joe Biden ha annunciato di voler abbandonare la corsa per la Casa Bianca e nello stesso tempo ha dichiarato il suo appoggio alla sua vice Kamala Harris per proseguire come candidata dei Democratici. Un evento che ha sparigliato le carte nella politica americana aprendo la strada a nuovi interessanti scenari. Per il momento Trump è dato come favorito alle presidenziali Usa, ma la sua rielezione potrebbe far risalire l’inflazione.
Per Schroders, dopo l’annuncio di Biden, le probabilità che i Democratici mantengano il controllo della Casa Bianca sono leggermente migliorate, anche perché Harris ha la possibilità di cambiare la narrazione delle elezioni. “In termini di reazione del mercato – scrive George Brown, Senior US Economist di Schroders – nelle ultime settimane abbiamo assistito a un irripidimento delle curve dei rendimenti in seguito all’aumento delle aspettative di una vittoria di Trump. Questo perché una vittoria schiacciante dei repubblicani permetterebbe a Trump di avere mano libera sugli stimoli fiscali. Al contrario, un presidente democratico si troverebbe ad affrontare un governo diviso”. È quindi possibile che questa situazione si inverta se Harris, o un altro candidato democratico, riuscirà a ridurre il divario nei sondaggi.
Donald Trump sembra ancora il vincitore più probabile, secondo Schroders, soprattutto in seguito alla gestione del tentato omicidio in Pennsylvania. Se l’ex presidente Usa riuscisse a riconquistare la Casa Bianca metterebbe al primo posto in agenda il protezionismo, soprattutto nei confronti della Cina. “In caso di rielezione – dice Brown – Trump ha proposto di aumentare le tariffe al 60% e di eliminare gradualmente tutte le importazioni di beni essenziali dalla Cina. Inoltre, le importazioni dal resto del mondo sarebbero soggette a una tariffa di base del 10%. Se attuate, queste proposte rappresenterebbero un significativo shock inflazionistico. Tuttavia, sospettiamo che Trump non abbia intenzione di dare pieno seguito a queste proposte, ma di sfruttarle in modo mirato per ottenere concessioni commerciali”.
Tre fattori dovrebbero contribuire a smorzare l'impatto inflazionistico delle tariffe: il probabile apprezzamento del dollaro, soprattutto nei confronti del renminbi; l’ampliamento dei margini di profitto delle imprese dopo la pandemia che dovrebbe servire ad assorbire i maggiori costi di importazione; il cambio di rotta delle merci verso Paesi che hanno condizioni commerciali più favorevoli con gli Stati Uniti.
Altro tema cardine della campagna di Trump è la stretta all’immigrazione che potrebbe avrebbe effetti più dirompenti rispetto al precedente mandato di Trump alla Casa Bianca. La diminuzione dell’immigrazione potrebbe esacerbare la scarsità di lavoratori, portando a una ripresa della crescita dei salari che alimenterebbe ulteriormente le pressioni inflazionistiche, come fa notare Schroders.
In conclusione, dice il Senior US Economist di Schroders, la vittoria di Trump potrebbe portare a una crescita maggiore e a una risalita dell’inflazione. “Siamo certi che la maggior parte dell’impatto macroeconomico – continua George Brown – non si farà sentire prima del 2026. La nostra analisi suggerisce che l’economia statunitense si espanderebbe del 2,2% nel 2025 sotto una seconda presidenza Trump. Accelererebbe poi al 2,7% nel 2026 con l’avvio delle politiche di promozione della crescita dell’amministrazione, prima di rallentare al 2,3% nel 2027 con l’aumento dell'inflazione che peserà sulla spesa dei consumatori”
LE CURVE DEI RENDIMENTI
Per Schroders, dopo l’annuncio di Biden, le probabilità che i Democratici mantengano il controllo della Casa Bianca sono leggermente migliorate, anche perché Harris ha la possibilità di cambiare la narrazione delle elezioni. “In termini di reazione del mercato – scrive George Brown, Senior US Economist di Schroders – nelle ultime settimane abbiamo assistito a un irripidimento delle curve dei rendimenti in seguito all’aumento delle aspettative di una vittoria di Trump. Questo perché una vittoria schiacciante dei repubblicani permetterebbe a Trump di avere mano libera sugli stimoli fiscali. Al contrario, un presidente democratico si troverebbe ad affrontare un governo diviso”. È quindi possibile che questa situazione si inverta se Harris, o un altro candidato democratico, riuscirà a ridurre il divario nei sondaggi.
IL PROTEZIONISMO
Donald Trump sembra ancora il vincitore più probabile, secondo Schroders, soprattutto in seguito alla gestione del tentato omicidio in Pennsylvania. Se l’ex presidente Usa riuscisse a riconquistare la Casa Bianca metterebbe al primo posto in agenda il protezionismo, soprattutto nei confronti della Cina. “In caso di rielezione – dice Brown – Trump ha proposto di aumentare le tariffe al 60% e di eliminare gradualmente tutte le importazioni di beni essenziali dalla Cina. Inoltre, le importazioni dal resto del mondo sarebbero soggette a una tariffa di base del 10%. Se attuate, queste proposte rappresenterebbero un significativo shock inflazionistico. Tuttavia, sospettiamo che Trump non abbia intenzione di dare pieno seguito a queste proposte, ma di sfruttarle in modo mirato per ottenere concessioni commerciali”.
FATTORI DI MITIGAZIONE DELL'INFLAZIONE
Tre fattori dovrebbero contribuire a smorzare l'impatto inflazionistico delle tariffe: il probabile apprezzamento del dollaro, soprattutto nei confronti del renminbi; l’ampliamento dei margini di profitto delle imprese dopo la pandemia che dovrebbe servire ad assorbire i maggiori costi di importazione; il cambio di rotta delle merci verso Paesi che hanno condizioni commerciali più favorevoli con gli Stati Uniti.
STRETTA ALL'IMMIGRAZIONE
Altro tema cardine della campagna di Trump è la stretta all’immigrazione che potrebbe avrebbe effetti più dirompenti rispetto al precedente mandato di Trump alla Casa Bianca. La diminuzione dell’immigrazione potrebbe esacerbare la scarsità di lavoratori, portando a una ripresa della crescita dei salari che alimenterebbe ulteriormente le pressioni inflazionistiche, come fa notare Schroders.
AUMENTO DELLA CRESCITA USA
In conclusione, dice il Senior US Economist di Schroders, la vittoria di Trump potrebbe portare a una crescita maggiore e a una risalita dell’inflazione. “Siamo certi che la maggior parte dell’impatto macroeconomico – continua George Brown – non si farà sentire prima del 2026. La nostra analisi suggerisce che l’economia statunitense si espanderebbe del 2,2% nel 2025 sotto una seconda presidenza Trump. Accelererebbe poi al 2,7% nel 2026 con l’avvio delle politiche di promozione della crescita dell’amministrazione, prima di rallentare al 2,3% nel 2027 con l’aumento dell'inflazione che peserà sulla spesa dei consumatori”