Cosa aspettarsi
Neuberger Berman: l’unica cosa certa fino alle elezioni negli Stati Uniti è un aumento della volatilità
Il dibattito televisivo del 27 giugno tra Biden e Trump, l’attentato a quest’ultimo e il ritiro di Joe Biden dalla corsa alla Casa Bianca hanno rimescolato le carte politiche ma resta difficile fare previsioni sugli impatti sul mercato
di Leo Campagna 25 Luglio 2024 18:30
Dall'11 luglio scorso mentre l'indice Nasdaq 100, dominato da titoli tecnologici ad elevata capitalizzazione, ha registrato una flessione di circa il 5%, l'indice Russell 2000, composto da società a piccola e media capitalizzazione, è salito di oltre il 7%. Nel frattempo, l'indice Russell 1000, che comprende invece le società a grande capitalizzazione, è rimasto sostanzialmente invariato. In parallelo, ha preso corpo una discreta rotazione degli investimenti dai titoli del Russell 1000 Growth verso le società del Russell 1000 Value.
“Da tempo ci aspettavamo un incremento dei profitti aziendali e delle performance di mercato che vada oltre i colossi tecnologici statunitensi e le cosiddette “Magnifiche 7” (Apple, Microsoft, Alphabet - Google, Amazon, Nvidia, Tesla e Meta)” spiega Erik L. Knutzen, CFA, CAIA, Chief Investment Officer—Multi-Asset di Neuberger Berman. “Riteniamo che sia riconducibile alle aspettative di un atterraggio morbido dell’economia, caratterizzato da un calo dell'inflazione, una diminuzione dei tassi d'interesse determinata dalle politiche monetarie, una crescita economica resiliente e un mercato del lavoro stabile”.
Le aziende e i consumatori meno abbienti risulterebbero favoriti e potrebbero beneficiare di un aumento della fiducia grazie a una ripresa del loro reddito disponibile, in termini reali, in linea con la riduzione dell'inflazione. Ma ci si chiede se centrino anche le aspettative di un cambiamento nella leadership politica degli Stati Uniti, ovvero se sia frutto di una sorta di "Trump-trade".
In effetti, l’approccio di Trump in termini di riforma fiscale e di regolamentazione è chiaramente a favore delle imprese e del mercato. La recente sovraperformance dei settori finanziario ed energetico, particolarmente sensibili ai cambiamenti nel quadro normativo, potrebbe essere riconducibile a questo orientamento. “È però anche vero che si tratta di settori trascurati durante i lunghi mesi di predominio delle mega-cap tecnologiche e l'inversione della curva dei rendimenti. Pertanto, l'entità dei movimenti attuali potrebbe essere attribuita in gran parte a forze tecniche” riferisce Knutzen.
Il manager di Neuberger Berman ricorda poi come la rotazione nei mercati azionari, in favore dei titoli small cap partita l'11 luglio, preceda il tentato attentato a Trump in Pennsylvania. Al contrario, se la performance incerta di Joe Biden durante il dibattito televisivo del 27 giugno con Trump potrebbe essere risultata ininfluente sui sondaggi d'opinione e per i mercati, l'annuncio del ritiro di Biden dalla corsa alla Casa Bianca potrebbe invece avere un impatto significativo.
Knutzen analizza poi un altro aspetto: la pubblicazione dei dati sull’inflazione USA sorpendentemente positivi, avvenuta proprio l'11 luglio. È stato il catalizzatore per lo slancio dei titoli a bassa capitalizzazione e delle azioni value, e per l’incremento delle probabilità, da parte dei mercati, di due o più tagli da parte della Federal Reserve entro la fine dell’anno. Tuttavia, se la recente rotazione del mercato azionario fosse principalmente dovuta a un calo dell'inflazione, risulterebbe in contrasto con le politiche fiscali, sull'immigrazione e sul commercio di Trump, tutte potenzialmente inflazionistiche” argomenta il manager.
Insomma, fare previsioni definitive sull'esito delle elezioni presidenziali USA del 5 novembre sembra prematuro. “Mentre i sondaggi continuano a favorire Trump, non si può escludere una rivalutazione del rischio d'inflazione. Inoltre, movimenti di tale portata, anche se alla fine persistono, tendono a essere soggetti a bruschi ribassi causati da fattori tecnici. Per tutte queste ragioni, l’unica cosa certa che prevediamo è un aumento della volatilità di mercato a mano a mano che si avvicina il giorno delle elezioni” conclude il CIO Multi-Asset di Neuberger Berman.
ASPETTATIVE DI ATTERRAGGIO MORBIDO DELL’ECONOMIA
“Da tempo ci aspettavamo un incremento dei profitti aziendali e delle performance di mercato che vada oltre i colossi tecnologici statunitensi e le cosiddette “Magnifiche 7” (Apple, Microsoft, Alphabet - Google, Amazon, Nvidia, Tesla e Meta)” spiega Erik L. Knutzen, CFA, CAIA, Chief Investment Officer—Multi-Asset di Neuberger Berman. “Riteniamo che sia riconducibile alle aspettative di un atterraggio morbido dell’economia, caratterizzato da un calo dell'inflazione, una diminuzione dei tassi d'interesse determinata dalle politiche monetarie, una crescita economica resiliente e un mercato del lavoro stabile”.
LA TESI DI UN ‘TRUMP-TRADE’
Le aziende e i consumatori meno abbienti risulterebbero favoriti e potrebbero beneficiare di un aumento della fiducia grazie a una ripresa del loro reddito disponibile, in termini reali, in linea con la riduzione dell'inflazione. Ma ci si chiede se centrino anche le aspettative di un cambiamento nella leadership politica degli Stati Uniti, ovvero se sia frutto di una sorta di "Trump-trade".
L’INFLUENZA DELLE FORZE TECNICHE DI MERCATO
In effetti, l’approccio di Trump in termini di riforma fiscale e di regolamentazione è chiaramente a favore delle imprese e del mercato. La recente sovraperformance dei settori finanziario ed energetico, particolarmente sensibili ai cambiamenti nel quadro normativo, potrebbe essere riconducibile a questo orientamento. “È però anche vero che si tratta di settori trascurati durante i lunghi mesi di predominio delle mega-cap tecnologiche e l'inversione della curva dei rendimenti. Pertanto, l'entità dei movimenti attuali potrebbe essere attribuita in gran parte a forze tecniche” riferisce Knutzen.
L’ANNUNCIO DEL RITIRO DI BIDEN DALLA CORSA ALLA CASA BIANCA
Il manager di Neuberger Berman ricorda poi come la rotazione nei mercati azionari, in favore dei titoli small cap partita l'11 luglio, preceda il tentato attentato a Trump in Pennsylvania. Al contrario, se la performance incerta di Joe Biden durante il dibattito televisivo del 27 giugno con Trump potrebbe essere risultata ininfluente sui sondaggi d'opinione e per i mercati, l'annuncio del ritiro di Biden dalla corsa alla Casa Bianca potrebbe invece avere un impatto significativo.
GLI IMPATTI POTENZIALMENTE INFLAZIONISTICI DEL PROGRAMMA DI TRUMP
Knutzen analizza poi un altro aspetto: la pubblicazione dei dati sull’inflazione USA sorpendentemente positivi, avvenuta proprio l'11 luglio. È stato il catalizzatore per lo slancio dei titoli a bassa capitalizzazione e delle azioni value, e per l’incremento delle probabilità, da parte dei mercati, di due o più tagli da parte della Federal Reserve entro la fine dell’anno. Tuttavia, se la recente rotazione del mercato azionario fosse principalmente dovuta a un calo dell'inflazione, risulterebbe in contrasto con le politiche fiscali, sull'immigrazione e sul commercio di Trump, tutte potenzialmente inflazionistiche” argomenta il manager.
PERCHÈ PREVEDIAMO UN AUMENTO DELLA VOLATILITÀ
Insomma, fare previsioni definitive sull'esito delle elezioni presidenziali USA del 5 novembre sembra prematuro. “Mentre i sondaggi continuano a favorire Trump, non si può escludere una rivalutazione del rischio d'inflazione. Inoltre, movimenti di tale portata, anche se alla fine persistono, tendono a essere soggetti a bruschi ribassi causati da fattori tecnici. Per tutte queste ragioni, l’unica cosa certa che prevediamo è un aumento della volatilità di mercato a mano a mano che si avvicina il giorno delle elezioni” conclude il CIO Multi-Asset di Neuberger Berman.