Scenari geopolitici
Natixis IM: si sta già delineando una Harris trade?
La rinuncia di Biden alla corsa presidenziale e l’endorsement a Kamala Harris apre a nuovi scenari e, anche se i mercati scommettono sulla vittoria di Trump, c’è il rischio che l’ottimismo si sgonfi
di Annalisa Lospinuso 26 Luglio 2024 08:00
Donald Trump sembra essere il favorito dai mercati nella corsa presidenziale, dopo il dibattito che ha messo in difficoltà Joe Biden e dopo il tentato omicidio del candidato repubblicano in Pennsylvania. Subito si è parlato di Trump trade, così come avvenuto nella precedente competizione elettorale. Bisogna, però, ricordare che l’effetto delle presidenziali Usa sui mercati è di solito di breve durata e le società hanno dimostrato più volte il loro dinamismo e la loro capacità di adattamento.
Gli investitori si aspettano sempre più non solo una vittoria di Trump, ma anche una vittoria rossa del Congresso, fa notare Garrett Melson, Portfolio strategist Natixis Investment Managers Solutions. “Fino a questa settimana abbiamo sentito parlare davvero poco di una potenziale coalizione – precisa Melson –lasciando che gli investitori si focalizzassero sui nomi tradizionali dell’energia, sui settori beneficiari della deregolamentazione e degli sviluppi lato fiscale, come i finanziari, le criptovalute e le small cap, e sulle aree del mercato sensibili al ciclo che beneficerebbero di un’agenda presumibilmente orientata alla crescita”.
Ad oggi viene indicato l’irripidimento della curva dei rendimenti come un ulteriore esempio di Trump trade, ma servono evidenze maggiori. Come spiega Natixis IM Solutions, il movimento notato sui titoli a 2 e 10 anni è stato una funzione del rally della parte anteriore più che della parte lunga, mercato toro che si irrobustisce. Ma soprattutto, la parte lunga si è unita al rally, con i rendimenti nominali e reali a 10 anni entrambi inferiori ai livelli precedenti al dibattito. “In effetti, si potrebbe sostenere che i tassi più lunghi avrebbero dovuto salire di più data l’entità della sorpresa al ribasso dell’Ipc di giugno, ma tutto sommato i mercati dei tassi non sembrano riflettere un contesto di crescita nominale più elevata in caso di vittoria di Trump, come suggerisce la narrativa”, sottolinea Garrett Melson.
Bisogna tener presente che, nonostante le elezioni presidenziali Usa creino volatilità sui mercati è un effetto di breve durata. È sempre il ciclo degli utili che alla fine determina l’andamento del mercato dopo le elezioni. “A prescindere da qualsiasi pressione politica da parte di Trump – aggiunge il Portfolio strategist di Natixis IM Solutions – la Fed rimane indipendente e dipendente dai dati”. In base alle ultime stime e agli ultimi discorsi del governatore Jerome Powell, si ipotizza che una ricalibrazione della politica monetaria sia imminente e che un primo taglio dei tassi possa avvenire a settembre.
Per quanto riguarda il programma elettorale di Trump, secondo Natixis IM Solution “il commercio rimane una notevole wild card e un’area in cui Trump continua ad avere forti convinzioni e la flessibilità di agire in modo ampiamente unilaterale senza l’approvazione del Congresso”. La politica protezionistica desta preoccupazioni tra gli investitori, in quanto l’aumento dei dazi non solo sulla Cina ma anche sull’Europa rischierebbe di pesare sulla crescita, sia interna che estera. “I tagli alle tasse sono preoccupanti nella misura in cui le politiche previste dal Tax cuts and Jobs act saranno prorogate e potenzialmente nuovi tagli saranno presentati. Rimangono molte incognite per quanto riguarda i vincitori e i perdenti effettivi e il più ampio impulso fiscale alla crescita”, aggiunge Melson.
Nella narrativa sposata dai mercati bisogna tener conto del cambio di candidato democratico. La rinuncia di Biden alla corsa presidenziale e l’endorsement a Kamala Harris apre a nuovi scenari. “C’è sempre il rischio di una dinamica del tipo buy the rumor, sell the news. E nel frattempo, c’è il rischio che l’ottimismo venga meno a seconda dei cambiamenti dei sondaggi e potenzialmente anche dei cambiamenti dei candidati”.
C’è, quindi, la possibilità che si inneschi una Harris trade sui mercati? “Con l’impennata della raccolta fondi e l’accesso ai fondi della campagna elettorale della Harris – spiega Melson – c'è tutto il tempo per un braccio di ferro tra il Trump trade prevalente e l’Harris trade, che probabilmente riporterà in gioco uno scenario di stallo a Capitol Hill”.
I SETTORI CHE POTREBBERO BENEFICIARE DI TRUMP
Gli investitori si aspettano sempre più non solo una vittoria di Trump, ma anche una vittoria rossa del Congresso, fa notare Garrett Melson, Portfolio strategist Natixis Investment Managers Solutions. “Fino a questa settimana abbiamo sentito parlare davvero poco di una potenziale coalizione – precisa Melson –lasciando che gli investitori si focalizzassero sui nomi tradizionali dell’energia, sui settori beneficiari della deregolamentazione e degli sviluppi lato fiscale, come i finanziari, le criptovalute e le small cap, e sulle aree del mercato sensibili al ciclo che beneficerebbero di un’agenda presumibilmente orientata alla crescita”.
L'IRRIPIDIMENTO DELLA CURVA DEI RENDIMENTI
Ad oggi viene indicato l’irripidimento della curva dei rendimenti come un ulteriore esempio di Trump trade, ma servono evidenze maggiori. Come spiega Natixis IM Solutions, il movimento notato sui titoli a 2 e 10 anni è stato una funzione del rally della parte anteriore più che della parte lunga, mercato toro che si irrobustisce. Ma soprattutto, la parte lunga si è unita al rally, con i rendimenti nominali e reali a 10 anni entrambi inferiori ai livelli precedenti al dibattito. “In effetti, si potrebbe sostenere che i tassi più lunghi avrebbero dovuto salire di più data l’entità della sorpresa al ribasso dell’Ipc di giugno, ma tutto sommato i mercati dei tassi non sembrano riflettere un contesto di crescita nominale più elevata in caso di vittoria di Trump, come suggerisce la narrativa”, sottolinea Garrett Melson.
IMPATTO DELLA POLITICA MONETARIA
Bisogna tener presente che, nonostante le elezioni presidenziali Usa creino volatilità sui mercati è un effetto di breve durata. È sempre il ciclo degli utili che alla fine determina l’andamento del mercato dopo le elezioni. “A prescindere da qualsiasi pressione politica da parte di Trump – aggiunge il Portfolio strategist di Natixis IM Solutions – la Fed rimane indipendente e dipendente dai dati”. In base alle ultime stime e agli ultimi discorsi del governatore Jerome Powell, si ipotizza che una ricalibrazione della politica monetaria sia imminente e che un primo taglio dei tassi possa avvenire a settembre.
EFFETTO DEL PROTEZIONISMO
Per quanto riguarda il programma elettorale di Trump, secondo Natixis IM Solution “il commercio rimane una notevole wild card e un’area in cui Trump continua ad avere forti convinzioni e la flessibilità di agire in modo ampiamente unilaterale senza l’approvazione del Congresso”. La politica protezionistica desta preoccupazioni tra gli investitori, in quanto l’aumento dei dazi non solo sulla Cina ma anche sull’Europa rischierebbe di pesare sulla crescita, sia interna che estera. “I tagli alle tasse sono preoccupanti nella misura in cui le politiche previste dal Tax cuts and Jobs act saranno prorogate e potenzialmente nuovi tagli saranno presentati. Rimangono molte incognite per quanto riguarda i vincitori e i perdenti effettivi e il più ampio impulso fiscale alla crescita”, aggiunge Melson.
NUOVO CANDIDATO DEMOCRATICO
Nella narrativa sposata dai mercati bisogna tener conto del cambio di candidato democratico. La rinuncia di Biden alla corsa presidenziale e l’endorsement a Kamala Harris apre a nuovi scenari. “C’è sempre il rischio di una dinamica del tipo buy the rumor, sell the news. E nel frattempo, c’è il rischio che l’ottimismo venga meno a seconda dei cambiamenti dei sondaggi e potenzialmente anche dei cambiamenti dei candidati”.
L'HARRIS TRADE
C’è, quindi, la possibilità che si inneschi una Harris trade sui mercati? “Con l’impennata della raccolta fondi e l’accesso ai fondi della campagna elettorale della Harris – spiega Melson – c'è tutto il tempo per un braccio di ferro tra il Trump trade prevalente e l’Harris trade, che probabilmente riporterà in gioco uno scenario di stallo a Capitol Hill”.