L'analisi

Auto elettriche, tra costi ancora elevati, concorrenza cinese e il rischio ''usa e getta''

La Financière de l’Échiquier analizza le sfide e i rischi legati al mercato dell'elettrico, compreso quello delle riparazioni oggi troppo costose o addirittura poco praticabili, a tal punto da indebolire il vantaggio sull'impatto ambientale

di Davide Lentini 27 Luglio 2024 17:00

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C’è un futuro per l'auto elettrica? È quanto si chiede Coline Pavot, Head of Responsible Investment Research de La Financière de l’Échiquier, alla luce del dibattito in atto da tempo, specie in Europa dove, a partire dal 2035, scatterà il divieto di vendita dei veicoli con motore a combustione e ibridi, secondo quanto deciso dal Parlamento europeo.

RIDURRE LA DIPENDENZA DAL PETROLIO


“Tutti gli scenari, compresi quelli dell'IPCC, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, concordano sul fatto che l'elettrificazione dei veicoli sia indispensabile per raggiungere gli obiettivi climatici e ridurre la nostra dipendenza dal petrolio - ricorda Pavot – Ma oltre alle questioni ambientali legate alla diffusione dei veicoli elettrici sono numerose sfide sociali legate allo sviluppo di questo settore”.

RENDERE I COSTI ACCESSIBILI A TUTTI


La prima sfida per il mercato elettrico è quella economica: negli Stati Uniti il piano astronomico di stock option proposto per Elon Musk è stato approvato dagli azionisti di Tesla, con grande disappunto degli investitori responsabili. In Europa la sfida consiste nel rendere i veicoli elettrici accessibili per favorirne la democratizzazione. “Benché si stimi che il costo di acquisto di un'auto elettrica superi quello di un veicolo a combustione interna equivalente del 25 - 50%, il suo funzionamento costerebbe il 36% in meno - spiega Coline Pavot - Di fronte a questi dati, il governo francese ha messo a punto un leasing sociale che consente alle famiglie a basso reddito di avere accesso a un'auto elettrica di fabbricazione europea per 100 euro al mese. Vittima del suo stesso successo, questo programma è stato sospeso nel febbraio 2024, a due mesi dal lancio. Sembra così allontanarsi l'ideale dell’auto elettrica per tutti”.

RIDURRE LA DIPENDENZA DALL'ASIA


C’è poi il tema della concorrenza. Visti i sussidi concessi dalla Cina ai suoi costruttori, Europa e Stati Uniti hanno introdotto misure protezionistiche per tassare le importazioni di veicoli elettrici cinesi. L'obiettivo di questo aumento dei dazi doganali è quello di dare ai produttori il tempo di intervenire sui costi e rimanere così competitivi nella battaglia commerciale sull'accessibilità di questi veicoli. “Nel mentre, dovremmo assistere a un’accelerazione della rilocalizzazione di questa catena del valore - è la previsione dell’analista de La Financière de l’Échiquier - creando posti di lavoro in Europa, riducendo la dipendenza dall'Asia e diminuendo l'impatto della costruzione di veicoli attraverso un mix energetico a minore intensità di carbonio”.

IL RISCHIO DI MODELLI USA E GETTA


In questo contesto di guerra dei prezzi, alcuni costruttori stanno adottando tecniche di progettazione che rendono le riparazioni economicamente poco interessanti o addirittura tecnicamente impossibili. È il caso, ad esempio, del “giga-casting”, un processo che prevede la produzione in un unico blocco di diversi pezzi. “Processi del genere indeboliscono la tesi dell’impatto ambientale positivo di questi veicoli a causa della loro obsolescenza programmata e sollevano anche questioni sociali legate all'inflazione dei costi di manutenzione degli stessi, come riparazioni e assicurazioni - sottolinea Coline Pavot, Head of Responsible Investment Research de La Financière de l’Échiquier - Un costo che potrebbe rendere più fragili i proprietari di questa nuova generazione di veicoli dall’accesso agevolato. L'assenza di norme che garantiscano la sostenibilità dei veicoli venduti sul mercato europeo potrebbe portare a generalizzare queste pratiche, creando un modello di auto elettrica usa e getta. È urgente intervenire presso le autorità di regolamentazione e le aziende per limitare la diffusione di queste pratiche deleterie”.

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