Mercati emergenti
Alta volatilità post elettorale in Messico, rischio o opportunità per gli investitori?
Mercati incerti sui cambiamenti che potrà apportare il nuovo presidente eletto a giugno. Ma per La Financière de l’Échiquier agli investitori converrebbe approfittare di questo periodo
di Davide Lentini 30 Luglio 2024 15:45
Dopo le elezioni presidenziali di giugno che hanno portato alla conferma del partito uscente Morena e alla netta vittoria della sua candidata Claudia Sheinbaum, in Messico si è creata un’estrema volatilità sui mercati. E gli analisti si interrogano se investire oggi in Messico possa essere un rischio, o invece, questa situazione possa rappresentare un’opportunità.
“Sono molte le ragioni che depongono a favore del Paese - spiega nella sua analisi David Ross, CFA, Gestore azioni globali de La Financière de l’Échiquier – Intanto è uno dei principali produttori mondiali di argento, rame, oro, piombo, zinco, petrolio e gas naturale. E poi, oltre a essere il partner commerciale privilegiato degli Stati Uniti, il Messico è anche uno dei primi beneficiari della riorganizzazione delle catene di fornitura globali create in parallelo con quelle cinesi”. Inoltre ha un Pil di 1.470 miliardi di dollari, superiore a quello della Spagna.
Ma nonostante la vittoria schiacciante alle elezioni, il dato più preoccupante per gli investitori è che se alla Camera Bassa del Congresso il partito Morena ha ottenuto un numero sufficiente di seggi per procedere da solo a modifiche costituzionali, al Senato gli sono invece mancati appena due seggi per ottenere la maggioranza dei due terzi necessaria per far passare le modifiche. “Proprio la possibilità di promuovere cambiamenti significativi crea incertezza, e i mercati detestano l’incertezza”, sottolinea Ross.
A preoccupare è anche la decisione del presidente uscente Andrés Manuel López Obrador, molto popolare per le azioni di contrasto alla povertà, di rimanere in carica fino al primo ottobre, un mese dopo l’insediamento del nuovo Congresso e del nuovo Senato. In questo modo AMLO, come viene soprannominato, ha la possibilità di realizzare modifiche costituzionali importanti senza preoccuparsi delle conseguenze.
Proprio tutti questi fattori hanno creato estrema volatilità post-elettorale sui mercati. Il peso messicano ha perso il 10% e i listini si sono fortemente indeboliti per due settimane consecutive. “Tuttavia - spiega ancora David Ross - i mercati commettono spesso lo stesso errore quando si interessano all’America Latina: pensano che tutte le vittorie della sinistra equivalgano a quella di Hugo Chavez in Venezuela, con la nazionalizzazione di beni privati, un’iperinflazione incontrastata e investitori annientati”.
Per l’analista de La Financière de l’ Échiquier, Claudia Sheinbaum si inserisce nel solco di AMLO: anche lei è ex sindaco di Città del Messico, e l’opinione generale è che abbia gestito la città in maniera credibile. Laureata in ingegneria, ha scritto più di 100 articoli e due libri sull’energia e l’ambiente. “Se la sua filosofia non è liberista, tutto il suo percorso indica comunque una gestione sensata e competente - spiega Ross - I membri del suo gabinetto sono personalità molto classiche, che dovrebbero mettere a proprio agio gli investitori”.
“Anziché cedere alla paura irrazionale suscitata da questa vittoria elettorale - conclude David Ross, CFA, Gestore azioni globali, La Financière de l’ Échiquier - agli investitori converrebbe approfittare della volatilità dei mercati. Una delle regole d’oro della gestione consiste nel trarre vantaggio da una correzione esogena, finché i fondamentali delle aziende sono preservati”.
I PUNTI A FAVORE DEL MESSICO
“Sono molte le ragioni che depongono a favore del Paese - spiega nella sua analisi David Ross, CFA, Gestore azioni globali de La Financière de l’Échiquier – Intanto è uno dei principali produttori mondiali di argento, rame, oro, piombo, zinco, petrolio e gas naturale. E poi, oltre a essere il partner commerciale privilegiato degli Stati Uniti, il Messico è anche uno dei primi beneficiari della riorganizzazione delle catene di fornitura globali create in parallelo con quelle cinesi”. Inoltre ha un Pil di 1.470 miliardi di dollari, superiore a quello della Spagna.
INCERTEZZA PER LE RIFORME POLITICHE
Ma nonostante la vittoria schiacciante alle elezioni, il dato più preoccupante per gli investitori è che se alla Camera Bassa del Congresso il partito Morena ha ottenuto un numero sufficiente di seggi per procedere da solo a modifiche costituzionali, al Senato gli sono invece mancati appena due seggi per ottenere la maggioranza dei due terzi necessaria per far passare le modifiche. “Proprio la possibilità di promuovere cambiamenti significativi crea incertezza, e i mercati detestano l’incertezza”, sottolinea Ross.
IL RUOLO DEL PRESIDENTE USCENTE
A preoccupare è anche la decisione del presidente uscente Andrés Manuel López Obrador, molto popolare per le azioni di contrasto alla povertà, di rimanere in carica fino al primo ottobre, un mese dopo l’insediamento del nuovo Congresso e del nuovo Senato. In questo modo AMLO, come viene soprannominato, ha la possibilità di realizzare modifiche costituzionali importanti senza preoccuparsi delle conseguenze.
"IL MESSICO NON È IL VENEZUELA"
Proprio tutti questi fattori hanno creato estrema volatilità post-elettorale sui mercati. Il peso messicano ha perso il 10% e i listini si sono fortemente indeboliti per due settimane consecutive. “Tuttavia - spiega ancora David Ross - i mercati commettono spesso lo stesso errore quando si interessano all’America Latina: pensano che tutte le vittorie della sinistra equivalgano a quella di Hugo Chavez in Venezuela, con la nazionalizzazione di beni privati, un’iperinflazione incontrastata e investitori annientati”.
INVESTITORI A PROPRIO AGIO COL NUOVO GOVERNO
Per l’analista de La Financière de l’ Échiquier, Claudia Sheinbaum si inserisce nel solco di AMLO: anche lei è ex sindaco di Città del Messico, e l’opinione generale è che abbia gestito la città in maniera credibile. Laureata in ingegneria, ha scritto più di 100 articoli e due libri sull’energia e l’ambiente. “Se la sua filosofia non è liberista, tutto il suo percorso indica comunque una gestione sensata e competente - spiega Ross - I membri del suo gabinetto sono personalità molto classiche, che dovrebbero mettere a proprio agio gli investitori”.
"CONVIENE APPROFITTARE DEL MOMENTO"
“Anziché cedere alla paura irrazionale suscitata da questa vittoria elettorale - conclude David Ross, CFA, Gestore azioni globali, La Financière de l’ Échiquier - agli investitori converrebbe approfittare della volatilità dei mercati. Una delle regole d’oro della gestione consiste nel trarre vantaggio da una correzione esogena, finché i fondamentali delle aziende sono preservati”.