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Titoli governativi, credito e azioni: le indicazioni di Generali Investments per i prossimi mesi
BTP italiani, Bund tedeschi e Bonos spagnoli tra i titoli di stato preferiti, interesse per l’high yield europeo, prudenza sul comparto azionario statunitense e focus sull’equity del Regno Unito e della Svizzera
di Leo Campagna 30 Luglio 2024 07:55
Gli indicatori economici negli Stati Uniti hanno registrato un progressivo peggioramento in queste ultime settimane. A deteriorarsi non è stato soltanto l’indice delle sorprese economiche ma anche il mercato del lavoro che, negli ultimi mesi, evidenzia un graduale incremento del tasso di disoccupazione. Accanto a questo, i dati di inflazione sotto le attese hanno ridato fiato alle aspettative sui tagli dei tassi da parte della Fed, con il mercato che vede ora quasi tre tagli entro fine 2024. “Per il momento, questo deterioramento dei dati non si è tradotto in variazioni significative nelle stime di crescita: negli Stati Uniti, il PIL reale dovrebbe salire del +2,4% quest’anno e dell +1,8% per il 2025” fa sapere Filippo Casagrande, chief investment steering & sustainability officer, Generali Investments.
Anche i segnali dall’economia europea non sono brillanti, con una certa incertezza dopo alcuni mesi di dati che puntavano ad una ripresa dell’attività economica. Nell’Eurozona, le previsioni indicano una crescita del +0,7% nel 2024 e +1,4% nel 2025. Per quanto riguarda le stime degli analisti sull’inflazione, aggiunge Casagrande, quella media nell’Eurozona nel 2024 dovrebbe attestarsi al +2,4% e al +2,1% per il 2025: quella statunitense, invece, è prevista al +3,1% per quest’anno e al +2,5% per il 2025.
In attesa di verificare se queste previsioni saranno rispettate, il mercato incorpora tagli dei tassi per 65 punti base da parte della Fed entro fine anno, con un primo taglio dello 0,25% già a settembre. Per la BCE, dopo il primo taglio dei tassi a giugno, gli analisti stimano un secondo possibile intervento tra settembre e ottobre, seguito da una probabile terza riduzione nel mese di dicembre, per un totale di 47 punti base di tagli. “Sulla BCE pesano due tipi di incertezze: la persistenza dell’inflazione dei servizi e il quadro problematico della politica francese, che rischia di portare a uno stallo sul necessario aggiustamento fiscale del paese” riferisce Casagrande.
Secondo il quale, guardando ai prossimi mesi, gli indicatori da tenere sotto osservazione riguardano l’andamento del mercato del lavoro, il trend dell’inflazione dei servizi, tutte le informazioni e i possibili sugli sviluppi sulle modalità di nuovi dazi in caso di vittoria di Trump alle presidenziali USA. “Per i bond governativi preferiamo, in particolare Bund tedeschi, BTP italiani e Bonos spagnoli. Questi ultimi due sono più interessanti rispetto ai titoli di stati francesi, sui quali non escludiamo nuovi allargamenti degli spread in caso di mancati progressi in ambito fiscale. Negli Sugli Stati, invece, consideriamo un eventuale rialzo del rendimento decennale in area 4,3%-4,4% come un possibile punto di accumulazione per il medio termine” spiega il manager Generali Investments.
Nel credito, invece, la sua posizione è costruttiva soprattutto in Europa dove la parte breve delle curve di credito Investment Grade offre spread attraenti per il profilo limitato di duration. Interessante anche il mercato High Yield europeo, che offre un rendimento superiore a quello del cash. Nel debito emergente, Casagrande non nasconde interesse nei bond in valuta locale di Brasile, Messico e Sudafrica, e in misura minore in Polonia, grazie ai tassi reali elevati. Tuttavia ricorda i rischi di cambio valutario alla luce dei maggiori rischi geopolitici, inclusa un’eventuale vittoria di Trump e un nuovo round di dazi che colpirebbe le esportazioni di questi paesi, anche indirettamente.
“In ambito azionario” conclude il chief investment steering & sustainability officer di Generali Investments - siamo più prudenti sul comparto statunitense. Riteniamo care le valutazioni rispetto ad altri paesi e inoltre, la prospettiva di dazi più elevati sotto una seconda amministrazione Trump preoccupa gli analisti, in quanto verrebbe colpito il settore tecnologico, leader e traino delle performance di mercato. Atteggiamento costruttivo in Europa, con una preferenza alla Svizzera e al Regno Unito: la solida maggioranza del Labour Party dovrebbe garantire una più facile approvazione di riforme”.
INFLAZIONE VERSO GLI OBIETTIVI DELLE BANCHE CENTRALI
Anche i segnali dall’economia europea non sono brillanti, con una certa incertezza dopo alcuni mesi di dati che puntavano ad una ripresa dell’attività economica. Nell’Eurozona, le previsioni indicano una crescita del +0,7% nel 2024 e +1,4% nel 2025. Per quanto riguarda le stime degli analisti sull’inflazione, aggiunge Casagrande, quella media nell’Eurozona nel 2024 dovrebbe attestarsi al +2,4% e al +2,1% per il 2025: quella statunitense, invece, è prevista al +3,1% per quest’anno e al +2,5% per il 2025.
LE INCERTEZZE CHE PESANO SULLA BCE
In attesa di verificare se queste previsioni saranno rispettate, il mercato incorpora tagli dei tassi per 65 punti base da parte della Fed entro fine anno, con un primo taglio dello 0,25% già a settembre. Per la BCE, dopo il primo taglio dei tassi a giugno, gli analisti stimano un secondo possibile intervento tra settembre e ottobre, seguito da una probabile terza riduzione nel mese di dicembre, per un totale di 47 punti base di tagli. “Sulla BCE pesano due tipi di incertezze: la persistenza dell’inflazione dei servizi e il quadro problematico della politica francese, che rischia di portare a uno stallo sul necessario aggiustamento fiscale del paese” riferisce Casagrande.
BUND TEDESCHI, BTP E BONOS SPAGNOLI
Secondo il quale, guardando ai prossimi mesi, gli indicatori da tenere sotto osservazione riguardano l’andamento del mercato del lavoro, il trend dell’inflazione dei servizi, tutte le informazioni e i possibili sugli sviluppi sulle modalità di nuovi dazi in caso di vittoria di Trump alle presidenziali USA. “Per i bond governativi preferiamo, in particolare Bund tedeschi, BTP italiani e Bonos spagnoli. Questi ultimi due sono più interessanti rispetto ai titoli di stati francesi, sui quali non escludiamo nuovi allargamenti degli spread in caso di mancati progressi in ambito fiscale. Negli Sugli Stati, invece, consideriamo un eventuale rialzo del rendimento decennale in area 4,3%-4,4% come un possibile punto di accumulazione per il medio termine” spiega il manager Generali Investments.
INTERESSANTE L’HIGH YIELD EUROPEO
Nel credito, invece, la sua posizione è costruttiva soprattutto in Europa dove la parte breve delle curve di credito Investment Grade offre spread attraenti per il profilo limitato di duration. Interessante anche il mercato High Yield europeo, che offre un rendimento superiore a quello del cash. Nel debito emergente, Casagrande non nasconde interesse nei bond in valuta locale di Brasile, Messico e Sudafrica, e in misura minore in Polonia, grazie ai tassi reali elevati. Tuttavia ricorda i rischi di cambio valutario alla luce dei maggiori rischi geopolitici, inclusa un’eventuale vittoria di Trump e un nuovo round di dazi che colpirebbe le esportazioni di questi paesi, anche indirettamente.
PRUDENZA NELL’AZIONARIO USA, FOCUS SU QUELLO UK E SVIZZERO
“In ambito azionario” conclude il chief investment steering & sustainability officer di Generali Investments - siamo più prudenti sul comparto statunitense. Riteniamo care le valutazioni rispetto ad altri paesi e inoltre, la prospettiva di dazi più elevati sotto una seconda amministrazione Trump preoccupa gli analisti, in quanto verrebbe colpito il settore tecnologico, leader e traino delle performance di mercato. Atteggiamento costruttivo in Europa, con una preferenza alla Svizzera e al Regno Unito: la solida maggioranza del Labour Party dovrebbe garantire una più facile approvazione di riforme”.