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L’indagine UBS svela perché ora le banche centrali puntano sugli strumenti a reddito fisso conservativi

In termini rendimento aggiustato per il rischio nei prossimi 5 anni, il 70% del campione dell’Ubs Annual Reserve Manager Survey vede i titoli di Stato come vincitori, seguiti dalle azioni dei mercati sviluppati e dall’oro

di Leo Campagna 3 Agosto 2024 12:34

financialounge -  mercati ubs asset management
Quaranta banche centrali a livello globale che gestiscono asset per oltre 15.000 miliardi di dollari USD, circa metà delle riserve globali. E’ il panel dell’Ubs Annual Reserve Manager Survey, l'annuale sondaggio condotto da UBS Asset Management che rappresenta uno dei momenti più attesi da parte dei gestori delle riserve delle banche centrali e dei sovereign wealth funds. Dal quale emergono interessanti spunti di riflessione a cominciare dal 66% degli intervistati che ritiene l’atterraggio morbido dell’economia lo scenario più probabile. Il 71%, invece, prevede che l’inflazione headline statunitense si collochi in una fascia del 2-3% nel 2025 mentre oltre la metà del campione vede i tassi di policy della Fed posizionati tra il 3% e il 4% nel 2025.

IL PRINCIPALE RISCHIO È LA GEOPOLITICA


Per quanto riguarda invece i rischi, il principale resta la geopolitica mentre è in crescita la sostenibilità del debito pubblico: al contrario non sembrano destare preoccupazione né il cambiamento climatico né la stabilità finanziaria generale. La metà degli intervistati ritiene che il conflitto tra Russia e Ucraina terminerà solo dopo il 2026, ma la stragrande maggioranza non considera possibile un confronto diretto tra la NATO e la Russia nei prossimi cinque anni. Crescono i timori per l’utilizzo delle riserve valutarie come un’arma strategica.

GLI IMPATTI DE UN’EVENTUALE VITTORIA DI TRUMP


In ambito politico, un'eventuale vittoria di Trump comporterebbe un inasprimento delle tensioni geopolitiche, con un'ulteriore escalation nei rapporti con la Cina, un indebolimento della NATO e un aumento del protezionismo globale. Inoltre, sempre in caso di vittoria di Trump alle prossime elezioni presidenziali USA, i tassi d'interesse dovrebbero scendere, mentre dovrebbero aumentare sia i livelli di deficit pubblico che i prezzi delle azioni.

I TITOLI DI STATO COME POSSIBILE ASSET CLASS VINCENTE


A proposito di asset class, dopo la pausa del 2021-23 è ripresa la tendenza a una maggiore diversificazione delle riserve che privilegiano i titoli di Stato e in particolare i Green Bond, seguiti da azioni e oro. La tendenza verso strumenti a reddito fisso conservativi si riflette anche nella risposta alla domanda su quale classe di attività potrebbe avere le prestazioni migliori in termini di rendimento aggiustato per il rischio nei prossimi 5 anni: il 70% del campione vede i titoli di Stato come vincitori, seguiti dalle azioni dei mercati sviluppati (42%) e dall’oro (33%).

DIVERSIFICAZIONE IN INFRASTRUTTURE E IMMOBILI


D’altra parte prosegue la tendenza verso le coperture dall'inflazione, con i partecipanti al sondaggio che segnalano ancora una volta un forte interesse per oro e obbligazioni protette dall'inflazione per l'anno a venire. Da segnalare poi il 19% dei partecipanti che si è dichiarato disponibile ad investire in classi di attività illiquide (infrastrutture e immobili) per migliorare i rendimenti.

CONFERMATO L’APPEAL DEL DOLLARO USA


In ambito valutario, il dollaro USA continua a essere richiesto mentre le esposizioni allo yuan cinese sono rimaste stagnanti nel 2023/24 e l'allocazione media nella valuta cinese è scesa a circa il 5%. In termini di allocazioni valutarie future, l’Euro si attesta in prima posizione, seguito da dollaro USD, yuan cinese (RMB) e Yen giapponese. Infine il 67% del campione ha indicato che le istituzioni di Bretton Woods rischiano di non essere sufficientemente resistenti per sopravvivere alle sfide attuali senza riforme. Le riforme dovrebbero concentrarsi sul futuro della cooperazione multilaterale in un mondo frammentato.

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