Il report

Survey Natixis Investment Managers: investitori preoccupati da inflazione e rischi geopolitici

Il 74% degli intervistati considera le elezioni presidenziali statunitensi come un rischio medio-alto e molti temono che l'inflazione possa rialzarsi e influenzare la politica monetaria

di Annalisa Lospinuso 3 Agosto 2024 10:00

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L’inflazione sta tornando al target richiesto dalle Banche centrali, anche se con gli ultimi colpi di coda, e il rallentamento economico meno netto del previsto. In questo contesto l’idea di un atterraggio morbido si fa sempre più strada e il 73% degli strategist intervistati per una survey di Natixis Investment Managers ritiene che il rischio di recessione globale sia nullo (10%) o basso (63%). Permane un’incertezza generale, con il 74% degli intervistati che considera le elezioni presidenziali statunitensi come un rischio medio (37%) o alto (37%) nel secondo semestre (il 77% afferma che le elezioni sono importanti per i mercati). Il 60% ritiene che le elezioni statunitensi avranno più probabilità di impattare sul mercato che di sostenerlo, ma il 30% pensa che siano più un elemento disturbo che un segnale per i mercati.

PAURA DELL'INFLAZIONE


Tra i timori principali degli stategist intervistati da Natixis (30 esperti, tra cui 25 rappresentanti di 11 asset manager affiliati, 4 rappresentanti di Natixis Investment Managers Solutions e un rappresentante di Natixis Corporate & Investment Banking) c’è proprio l’inflazione, seguita dalla “politicizzazione” della Fed nel momento in cui deciderà di tagliare i tassi (47%). Soltanto il 7% del campione ritiene che la Federal Reserve raggiungerà il proprio obiettivo entro la fine dell’anno e il 40% teme che una sorpresa possa arrestare il rally del mercato. Il 77% teme che i tassi rimangano più alti a lungo, il 70% si aspetta due tagli dei tassi da parte della Banca centrale europea (Bce) nella seconda metà dell'anno, il 67% si aspetta due tagli da parte della Banca d'Inghilterra (BoE) mentre solo il 37% si aspetta lo stesso negli Stati Uniti.

RISCHIO GEOPOLITICO


Per quanto riguarda il contesto geopolitico globale, l’80% degli intervistati teme che la geopolitica sarà un ostacolo da affrontare nel secondo semestre, con la guerra in Ucraina, il conflitto tra Gaza e Israele e le relazioni tra Stati Uniti e Cina. Di fatto, il 47% ritiene che i conflitti geopolitici potrebbero potenzialmente porre fine all’attuale rally del mercato. Pesa anche il debito pubblico nelle valutazioni degli strategist.

SETTORI E MERCATI PREFERITI


Dalla survey di Natixis Investment Managers emerge che gli strategist puntano sul mercato azionario statunitense (67%), ritengono che i titoli growth supereranno i value (67%) e che le large cap supereranno le small cap (73%). Il 60% del campione pensa che il settore dell’IT sarà il più performante negli Stati Uniti nel secondo semestre. Per le obbligazioni, il 23% degli strategist pensa che i titoli di Stato core short, i titoli di Stato core long e le società investment grade possano offrire i migliori rendimenti nel secondo semestre. In Europa, il 27% ritiene che le società investment grade dei mercati sviluppati abbiano il miglior potenziale di rendimento. Soltanto il 13% pensa che le obbligazioni high yield o il debito dei mercati emergenti in valuta forte offriranno i migliori ritorni.

IL POTERE DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE


L'intelligenza artificiale generativa è stata alla base del rally del mercato negli ultimi mesi, un trend che con ogni probabilità continuerà anche per i prossimi due–cinque anni. Il 73% degli intervistati suggerisce che altererà i modelli di mercato tradizionali, mentre il 77% ritiene che accelererà il day trading. Il 97% pensa ancora che l’AI debba realizzare il proprio pieno potenziale, pur comprendendo i rischi che comporta, e il 93% ritiene che le capacità in continua espansione dell’AI aumenteranno il potenziale di frodi e truffe nel corso del prossimo anno.

COMPOSIZIONE DI PORTAFOGLIO


Sei strategist intervistati su dieci (60%) ritengono che un portafoglio composto per il 60% da azioni, per il 20% da reddito fisso e per il 20% da alternativi otterrà migliori ritorni di un tradizionale portafoglio 60/40 nel secondo semestre.

INVESTIMENTI SOSTENIBILI


Sugli investimenti sostenibili ci sono pareri discordanti e un grande focus sulla politica e sulle normative. Due terzi degli intervistati (67%) ritengono che i punteggi Esg dei data provider convergeranno, il che significa che ci saranno meno operatori nei prossimi cinque anni. L’impact investing continuerà a espandersi (60%) e i gestori patrimoniali dovranno impegnarsi verso il net zero per conquistare quote di mercato in Europa e in Asia (50%), anche se solo il 20% pensa che gli investimenti sostenibili saranno adottati come standard integrato in tutte le strategie di portafoglio entro i prossimi cinque anni.

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