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Mercati azionari

Niente panico, non è un Big Short e le Borse si riprenderanno anche stavolta

Diffidare dai soliti titoli allarmistici che tirano in ballo il caso Lehman Brothers perché siamo ad agosto, con scambi ridotti, e i mercati hanno già dato prova di resilienza negli ultimi anni

di Controredazione 5 Agosto 2024 13:00

financialounge -  Contrarian mercati
Non è la prima volta che nel mese di agosto sulle Borse mondiali scattano vendite pesanti. E probabilmente non sarà l’ultima. Ma per contestualizzare il momento dei mercati bisogna partire proprio da questa prima – e apparentemente banale – considerazione. Siamo nel mese di agosto e tutte le Borse viaggiano a scambi ridotti, con mercati che gli esperti definiscono “sottili”. Cosa significa questo? Semplice, che movimenti (in questo caso vendite) quantitativamente non significativi vengono esasperati, perché hanno un impatto percentuale maggiore.

NON SIAMO DI FRONTE A UN BIG SHORT


Attenzione, non stiamo dicendo che non ci sono ribassi, né tantomeno (come vedremo tra poco) che non ci siano problemi. Quello che vogliamo sottolineare è che i dati agostani vanno presi con le pinze. E, soprattutto, quello che vogliamo dire è che non siamo alle prese con una nuova Lehman Brothers, lo spauracchio che tanti amano sbandierare di fronte alla prima correzione di mercato. Quindi, messaggio ai naviganti, non siamo di fronte a un altro Big Short, perché Wall Street, per esempio, viaggia molto sopra i livelli pre Covid e ha macinato record per settimane. Ergo, gli shortisti con posizioni medio-lunghe rischiano di farsi molto male.

I PROBLEMI: YEN E RISCHIO RECESSIONE


Come dicevamo, i problemi sui mercati non mancano. Senza entrare troppo nel dettaglio, ne elenchiamo quattro. Il primo è il rialzo dello yen, che dopo anni di debolezza ora sta guadagnando terreno sul dollaro dopo la decisione, da parte della Banca centrale del Giappone, di aumentare i tassi e ridurre gli acquisti di titoli di Stato. Uno scenario nuovo per l’indice Nikkei, che dopo aver macinato record su record ha corretto in modo importante. L’altra questione sul tavolo è la possibile recessione economica americana. È vero, alcuni dati macro segnalano un passo più lento della prima economia mondiale, ed è vero che la Fed finora è stata fin troppo indecisa. Ma attenzione, perché da ormai un paio di anni sentiamo parlare di recessione, senza che si sia poi verificata. Inoltre, storicamente gli anni elettorali Usa sono favorevoli per Wall Street. E indovinate dove si voterà a novembre?

MEDIO ORIENTE E ROTAZIONE DAI TECH


Nella lista dei rischi che stanno preoccupando gli investitori ci sono le tensioni in aumento in Medio Oriente. Israele e Iran sembrano avvicinarsi a uno scontro, con tutte le conseguenze che ciò avrebbe anche per l’economia, a cominciare da un aumento del petrolio. Infine, a Wall Street stiamo assistendo a uno sgonfiamento dei titoli tech, ma da qui a parlare di similitudini con la bolla delle dotcom ce ne passa. Perché l’intelligenza artificiale è una cosa concreta, che sta già impattando sull’economia, e perché queste aziende (a differenza del 2000) producono già utili. La verità è che siamo semplicemente di fronte a una rotazione, con gli investitori che stanno portando a casa profitti su titoli che effettivamente sono diventati fin troppo costosi.

SERVE SERIETÀ


Concludendo: il cocktail di rischio non manca e su mercati “sottili”, come quelli agostani, può dare alla testa più di altre volte. Ma i problemi sono più tattici che strutturali. Prepariamoci a un agosto con molta volatilità, attrezziamoci per affrontarla, senza però timore di catastrofi strutturali. Una cosa però vogliamo sottolinearla con forza: giornali e siti che in questa occasione tirano in ballo Lehman Brothers non sono seri! Niente panico, i mercati daranno ancora una volta prova di resilienza. Noi, nel frattempo, possiamo evitare articoli terrorizzanti e acchiappa click.

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