Mercati obbligazionari

PGIM Fixed Income si prepara all’allocazione dinamica nel debito dei mercati emergenti

Oltre alla selezione degli emittenti e dei Paesi, le scelte di portafoglio devono prevedere una gestione dei cambi rispetto al dollaro USA, un’esposizione limitata in valuta locale e una quota in bond aziendali

di Leo Campagna 9 Agosto 2024 15:00

financialounge -  Cathy Hepworth Denis Cole PGIM Fixed Income
Il debito dei mercati emergenti è un vasto settore d’investimento globale costituito da diversi tipi di asset in decine di paesi, ognuno con la propria struttura di governance, politica fiscale, politica monetaria e curva dei rendimenti sovrani. Questa ampia diversità offre un insieme di opportunità e una proposta molteplice di valore interessanti ma può anche generare confusione per gli investitori interessati all’asset class.

LA DINAMICA TRA OPPORTUNITA’ E CONFUSIZIONE E’ CRUCIALE


“La dinamica tra opportunità e confusione è un aspetto cruciale. Per esempio mentre il contesto di mercato a breve termine rimane poco chiaro a causa di preoccupazioni sulla crescita, il flusso cedolare (carry) e l’extra rendimento rispetto ai Treasury USA offerti dal debito in valuta forte dei mercati emergenti sono più evidenti” fanno sapere Cathy Hepworth, CFA, Head of Emerging Markets Debt, e Denis Cole, Emerging Markets Debt Portfolio Specialist di PGIM Fixed Income.

RENDIMENTI ROBUSTI


Gli attuali rendimenti nei titoli sovrani emergenti in valuta forte sono vicini al 6,25%, un cuscinetto significativo per ripararsi dalla volatilità dello spread a breve termine o dal potenziale aumento dei rendimenti dei titoli del Tesoro USA. Con una duration vicina a 6,5 ​​anni, ci vorrebbero oltre 100 bps di aumento degli spread  o dei rendimenti dei Treasury USA per erodere quel carry e determinare rendimenti totali negativi in un anno.

UN POSSIBILE ASSIST DALLA FED


È importante notare che gli scenari macroeconomici attesi da PGIM Fixed Income sono di buon auspicio per i rendimenti futuri. “Sebbene vi sia un'ampia distribuzione degli scenari economici prospettici, prevediamo che i rendimenti per i titoli sovrani in valuta forte saranno altamente positivi in ​​tutti i contesti, tranne un piccolo sottoinsieme” riferiscono Hepworth e Cole, convinti sempre più che un numero crescente di banche centrali dei paesi in via di sviluppo taglieranno i tassi nella seconda metà del 2024, mentre il processo di disinflazione è più maturo nei mercati emergenti che nei mercati sviluppati. Inoltre, se la Fed tagliasse i tassi nella seconda metà dell'anno fornirebbe un importante assist all’asset class.

LE POLITICHE DELLE BANCHE CENTRALI EMERGENTI


Sulla base delle tendenze dell'inflazione, i due manager di PGIM Fixed Income notano un'ampia dispersione tra le politiche delle banche centrali emergenti. Brasile, Cile, Repubblica Ceca e Ungheria sono più vicini alla conclusione del loro ciclo di allentamento, mentre Messico, Colombia e Perù hanno margini per continuarlo. È invece probabile che le banche centrali asiatiche e il Sud Africa aspetteranno la Fed prima di tagliare i tassi.

“In ambito valutario, rimaniamo cauti e manteniamo un posizionamento lungo nel dollaro USA (nei portafogli che hanno la possibilità di shortare le divise dei paesi emergenti) poiché la Fed sembra pronta ad adottare un approccio relativamente graduale ai tagli dei tassi. Tuttavia, nel medio-lungo termine, vediamo l'opportunità per le valute dei paesi in via di sviluppo di generare forti rendimenti rispetto al dollaro USA poiché molte sono  significativamente sottovalutate” spiegano Hepworth e Cole.

PROSPETTIVE OTTIMALI DI PORTAFOGLIO


In certi momenti, come nel 2021-2022, la capacità dei portafogli dinamici di navigare nei cicli di mercato è stata limitata dall'impatto negativo dei mercati locali, con performance simili a quelle dei portafogli in valuta forte. In altri periodi, quando invece le performance locali sono robuste, è possibile beneficiarne. “Inoltre, quando viene data la possibilità di shortare (puntare al ribasso) i mercati locali (ad esempio, acquistare dollari USA rispetto alle divise dei mercati emergenti e shortare i tassi locali) si ottiene un'altra potenziale fonte di alfa dai mercati locali. La capacità di shortare i tassi locali (ad esempio, pagare i tassi con swap sui tassi di interesse) fornirebbe anche una leva significativa per il rendimento totale e la generazione di alfa” argomentano i due manager di PGIM Fixed Income.

L’ESPOSIZIONE IN VALUTA LOCALE


Secondo i quali, in mancanza della flessibilità di shortare le divise dei paesi in via di sviluppo o per essere significativamente sottopesati su di esse, l'esposizione al mercato in valuta locale dovrebbe essere mantenuta a un peso inferiore (tra il 15% e il 25%) per ridurre la volatilità e aumentare i coefficienti informativi. “Siamo inoltre convinti che lasciare spazio alle aziende (potenzialmente al 10-20%) potrebbe aumentare anche i rendimenti a lungo termine e la diversificazione” concludono Hepworth e Cole.

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