Fixed Income
Più probabilità di un atterraggio brusco in Usa ma per ora la duration dei bond rimane invariata
Secondo Mauro Valle, head of Fixed income presso Generali Asset Management, ci sono segnali di rallentamento negli Stati Uniti ma molto dipenderà dai prossimi dati macro e dalle parole di Powell a Jackson Hole
di Annalisa Lospinuso 12 Agosto 2024 17:00
L’economia Usa è in rallentamento ma non serve farsi prendere dal panico. I tumultuosi eventi dei mercati azionari delle ultime sedute hanno impattato anche il fixed income ma per il momento Generali Asset Management mantiene un’esposizione alla duration neutrale o leggermente lunga, con il Bund intorno al 2,2%. Il focus rimane sui dati macroeconomici per valutare le prospettive dei tassi d'interesse. Mauro Valle, head of Fixed income presso Generali Asset Management, sottolinea che la curva dei rendimenti dell’euro (10-2 anni), che ha ridotto la sua inversione a circa -15 punti base, potrebbe consolidare la tendenza all'appiattimento, data la crescente probabilità di un ampio ciclo di tagli dei tassi (sia negli Stati Uniti che in Europa). Rimangono confermate, quindi, le esposizioni lunghe sulle scadenze brevi e medie.
Il contesto macroeconomico nel quale si stanno muovendo i mercati finanziari non è dei migliori. Diversi campanelli d’allarme sono suonati questa estate: l’indice Ism manifatturiero Usa è stato più debole del previsto e l’occupazione non agricola (Nfp) in rallentamento, con un tasso di disoccupazione al 4,3%. La Banca del Giappone ha deciso di aumentare i tassi ufficiali di 25 punti base. Un mix di fattori che ha innescato lo smantellamento delle operazioni di carry trade sullo yen giapponese e ha riacceso il rischio che l’economia statunitense possa affrontare una recessione o un atterraggio brusco nei prossimi mesi.
“Per il momento, il nostro scenario principale è che l'economia statunitense stia affrontando un rallentamento. Tuttavia, sarà difficile vedere i tassi statunitensi tornare chiaramente sopra il livello del 4,0%, soprattutto se la Fed inizierà a segnalare di essere pronta a tagliare 50 punti base nella prossima riunione”, sottolinea Valle.
I tassi statunitensi sono scesi sensibilmente e il sentiment di avversione al rischio è aumentato ad agosto, con un’enorme impennata del Vix (Indice di Volatilità del mercato azionario statunitense). Il rendimento dei titoli del Tesoro statunitensi a 10 anni è sceso di circa 40 punti base, al di sotto del livello del 3,8%, prima di rimbalzare fino al 3,95%. I tassi a 2 anni hanno registrato un minimo intraday intorno al 3,72%, con una temporanea inclinazione positiva della curva dei rendimenti dopo oltre 2 anni. Ma più che ai rapidi movimenti si devono analizzare le cause. “Il motivo principale di questi movimenti - precisa l’head of Fixed income presso Generali Asset Management - sembra essere un ampio aggiustamento delle posizioni affollate, ma possiamo anche considerare che le probabilità di un atterraggio brusco negli Stati Uniti sono aumentate e i tassi di politica monetaria al 5,5% possono essere considerati restrittivi”.
Ora si guarda alla riunione di settembre della Federal Reserve, con qualche dubbio in più in quanto i dati più deboli dei Nfp e della disoccupazione hanno riacceso il rischio che l'economia statunitense possa affrontare una recessione nei prossimi mesi. Sarà interessante ascoltare Powell alla prossima riunione che si terrà a Jackson Hole alla fine di agosto.
Per quanto riguarda la Bce, invece, il mercato è vicino a prezzare tre tagli entro la fine dell'anno, a causa delle aspettative di tassi ufficiali più bassi negli Stati Uniti e del rischio che una recessione globale possa colpire l'area euro. “La nostra impressione è che i tassi dei Bund possano scendere nelle prossime settimane rispetto al range osservato negli ultimi 6 mesi. Tuttavia, d'altra parte, è difficile vederli scendere al di sotto del livello del 2,0% in assenza di un ulteriore round di avversione al rischio o di dati economici molto negativi”, aggiunge Valle.
CONTESTO MACROECONOMICO
Il contesto macroeconomico nel quale si stanno muovendo i mercati finanziari non è dei migliori. Diversi campanelli d’allarme sono suonati questa estate: l’indice Ism manifatturiero Usa è stato più debole del previsto e l’occupazione non agricola (Nfp) in rallentamento, con un tasso di disoccupazione al 4,3%. La Banca del Giappone ha deciso di aumentare i tassi ufficiali di 25 punti base. Un mix di fattori che ha innescato lo smantellamento delle operazioni di carry trade sullo yen giapponese e ha riacceso il rischio che l’economia statunitense possa affrontare una recessione o un atterraggio brusco nei prossimi mesi.
SCENARIO DI RALLENTAMENTO
“Per il momento, il nostro scenario principale è che l'economia statunitense stia affrontando un rallentamento. Tuttavia, sarà difficile vedere i tassi statunitensi tornare chiaramente sopra il livello del 4,0%, soprattutto se la Fed inizierà a segnalare di essere pronta a tagliare 50 punti base nella prossima riunione”, sottolinea Valle.
PROBABILITÀ DI ATTERRAGGIO BRUSCO
I tassi statunitensi sono scesi sensibilmente e il sentiment di avversione al rischio è aumentato ad agosto, con un’enorme impennata del Vix (Indice di Volatilità del mercato azionario statunitense). Il rendimento dei titoli del Tesoro statunitensi a 10 anni è sceso di circa 40 punti base, al di sotto del livello del 3,8%, prima di rimbalzare fino al 3,95%. I tassi a 2 anni hanno registrato un minimo intraday intorno al 3,72%, con una temporanea inclinazione positiva della curva dei rendimenti dopo oltre 2 anni. Ma più che ai rapidi movimenti si devono analizzare le cause. “Il motivo principale di questi movimenti - precisa l’head of Fixed income presso Generali Asset Management - sembra essere un ampio aggiustamento delle posizioni affollate, ma possiamo anche considerare che le probabilità di un atterraggio brusco negli Stati Uniti sono aumentate e i tassi di politica monetaria al 5,5% possono essere considerati restrittivi”.
ATTENZIONE A POWELL
Ora si guarda alla riunione di settembre della Federal Reserve, con qualche dubbio in più in quanto i dati più deboli dei Nfp e della disoccupazione hanno riacceso il rischio che l'economia statunitense possa affrontare una recessione nei prossimi mesi. Sarà interessante ascoltare Powell alla prossima riunione che si terrà a Jackson Hole alla fine di agosto.
DISCESA DEI TASSI DEI BUND
Per quanto riguarda la Bce, invece, il mercato è vicino a prezzare tre tagli entro la fine dell'anno, a causa delle aspettative di tassi ufficiali più bassi negli Stati Uniti e del rischio che una recessione globale possa colpire l'area euro. “La nostra impressione è che i tassi dei Bund possano scendere nelle prossime settimane rispetto al range osservato negli ultimi 6 mesi. Tuttavia, d'altra parte, è difficile vederli scendere al di sotto del livello del 2,0% in assenza di un ulteriore round di avversione al rischio o di dati economici molto negativi”, aggiunge Valle.