Lo studio

Studio Invesco: fondi sovrani si rifugiano nei mercati emergenti a causa delle tensioni geopolitiche

Secondo la dodicesima edizione dell’Invesco Global Sovereign Asset Management Study, la competizione tra le principali potenze globali fa emergere interessanti opportunità nei Paesi che sfrutteranno il near shoring

di Annalisa Lospinuso 12 Agosto 2024 15:30

financialounge -  Invesco Global Sovereign Asset Management Study
Investitori sovrani più preoccupati delle tensioni geopolitiche che dell’inflazione. Secondo la dodicesima edizione dell’Invesco Global Sovereign Asset Management Study, i recenti attacchi in varie parti del mondo influiscono molto sull’allocazione in quanto creano timori per la crescita globale del prossimo anno e per gli scambi commerciali tra le diverse potenze economiche. I fondi sovrani considerano i mercati emergenti come potenziali beneficiari, sottolineando le opportunità offerte da tendenze come il near shoring.

CHI BENEFICIERÀ DELLA COMPETIZIONE USA-CINA


Secondo l’Invesco Global Sovereign Asset Management Study (basato sulle opinioni di 140 chief investment officer, responsabili di asset class e senior portfolio strategist di 83 fondi sovrani e 57 Banche centrali, che complessivamente gestiscono asset per 22.000 miliardi di dollari), il 67% dei fondi sovrani prevede che nei prossimi tre anni i mercati emergenti eguaglieranno o supereranno la performance dei mercati sviluppati. La rivalità strategica tra Stati Uniti e Cina è vista come un’opportunità per i mercati emergenti dato che potranno attrarre investimenti, stringere nuove partnership e affermare la loro influenza economica e politica sulla scena globale. La maggioranza del campione (54%) si aspetta che questa dinamica competitiva favorisca i mercati emergenti, in quanto potranno beneficiare di trend come il near-shoring, in base al quale le principali economie rafforzano le loro catene di fornitura globali e le strategie di produzione e approvvigionamento in più località.

INDIA SEMPRE PIÙ FAVORITA


Tra i mercati emergenti, l’Asia (esclusa la Cina) è vista come la regione più attraente in assoluto, con un particolare interesse per l’India, grazie al suo vasto mercato interno, alla crescente classe media e alla crescente competitività globale. Anche l’America Latina è sotto i riflettori, in particolare per i fondi del Medio Oriente e dell’Asia, con Messico e Brasile considerati ben posizionati per il near shoring verso gli Stati Uniti. La Cina, sebbene sia in forte rallentamento, rimane un mercato importante per i fondi sovrani, anche se vanno ben considerati i cambiamenti normativi e le tensioni geopolitiche. Il debito dei mercati emergenti, sottolinea il report di Invesco, è visto come una classe di attività attraente per i fondi sovrani per diversificare i propri portafogli, grazie a spread interessanti rispetto ai titoli di stato dei mercati sviluppati e un potenziale aumento del reddito del portafoglio. I fondi sovrani hanno identificato l’India come la destinazione più attraente per investire nel debito dei mercati emergenti: l'88% è interessato ad aumentare la propria esposizione al debito indiano, rispetto al 66% del 2022, riflettendo una maggiore fiducia nelle prospettive economiche del paese.

TASSI PIÙ ALTI PIÙ A LUNGO


Le prospettive di tassi più alti a lungo inducono alla cautela sulle asset class a leva. L’indagine di Invesco ha messo in evidenza una visione diffusa secondo cui l'inflazione e i tassi di interesse sono destinati a rimanere più alti di quanto previsto in precedenza: il 43% dei fondi sovrani e delle Banche centrali prevede che l'inflazione si assesterà al di sopra degli obiettivi fissati, mentre poco più della metà (55%) sostiene che gli obiettivi saranno raggiunti. Complessivamente, il 71% dei fondi sovrani e delle Banche centrali prevede che i tassi di interesse e i rendimenti obbligazionari rimarranno, nel lungo periodo, intorno al 5%, il che sta avendo un impatto significativo sui piani di asset allocation a lungo termine dei fondi sovrani, inducendo una maggiore cautela sugli investimenti ad alta leva e orientati alla crescita a causa dell'incertezza dei costi di finanziamento. Altro tema prioritario è la transizione energetica che continua a presentare sfide e opportunità per i fondi sovrani e le Banche Centrali.

FOCUS SULLA TRANSIZIONE ENERGETICA


Lo studio Invesco di quest'anno ha rivelato che la transizione energetica è considerata un'opportunità di investimento sempre più interessante, con il 30% dei fondi sovrani e delle Banche centrali che la considera un tema di allocazione prioritario e un ulteriore 27% che detiene qualche forma di investimento in energie rinnovabili e cleantech.

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