L'analisi
Fidelity: i mercati hanno bullizzato la Fed per il taglio dei tassi, ma con poco effetto
Dopo la settimana nera, i mercati hanno riassorbito le perdite ma i tumulti della scorsa settimana servono ad avere un approccio più razionale sugli investimenti in IA
di Annalisa Lospinuso 17 Agosto 2024 07:30
Dopo la tempesta della scorsa settimana, in questi giorni semi festivi è tornato il sereno sui mercati azionari globali. Per Donatella Principe, Director, Market and distribution strategy di Fidelity International, con “i movimenti mercati negativi, estremi, e sproporzionati rispetto ai dati economici che li hanno innescati, i mercati hanno cercato di bullizzare la Fed a operare un taglio di 50pb a settembre”. Un tentativo disperato di indurre la Banca centrale statunitense ad accelerare il percorso di riduzione dei tassi di interesse.
Dopo la settimana nera di agosto, però l’S&P 500 ha segnato “la migliore performance giornaliera da novembre 2022 e in generale il mercato ha riassorbito parte dei recenti eccessi, aiutato anche dall’economia: leggero miglioramento dei dati sul lavoro in America, bilancia commerciale in Cina con più luci che ombre, una trimestrale con utili in crescita a due cifre, minore rischio di deflazione a Pechino”, aggiunge la Principe.
Il pressing dei mercati sulla Fed sembra esser durato poco, in quanto tre membri del board hanno confermato quanto detto dal governatore Jerome Powell nell’ultimo meeting. “La Fed non è dietro la curva”, come sottolinea Donatella Principe. Ora bisognerà aspettare le parole del presidente della Fed al simposio di Jackson Hole.
La pressione esercitata dagli investitori ha invece prodotto un risultato in Giappone, come fa notare la Director, Market and distribution strategy di Fidelity International. “Dopo un meeting da falco solo qualche giorno fa - dice la Principe - in settimana la BoJ tira il freno a mano sulla stretta monetaria. Il fatto che abbia espressamente citato come causa dell’inversione a U la turbolenza dei mercati dimostra fino a che punto la BoJ si sia piegata alle pressioni degli investitori. Il rientro di almeno uno dei due fattori del differenziale sui tassi Usa-Giappone ha ridotto la pressione per la chiusura dei carry trade yen, dopo che si era registrata la terza più grande perdita nella storia in quelli legati alle valute del G10. Questo ha contribuito al recupero degli indici azionari, anche se alcuni ambiti più periferici del mercato restano sotto pressione (come il Brasile) e i Magnifici 7 continuano a scendere, portando oltre i -2,2 trilioni di dollari la perdita di capitalizzazione”.
Cosa rimarrà del sell-off di inizio agosto? Secondo Fidelity International le ultime due settimane non sono trascorse invano e hanno portato a valutazioni più razionali sul mercato azionario e sui trend che hanno guidato i rialzi negli ultimi mesi. “Hanno alzato la soglia di attenzione degli investitori - aggiunge la Principe - in particolare dopo la sbornia da IA. La trimestrale di Super Micro Computer (produttrice di chip per l’IA) e la caduta verticale di Vertiv (società di infrastrutture per l’IA) confermano i segnali emersi già da molte Big tech: l’IA non è quell’Eldorado che molti si sono illusi fosse, né per le società che la propongono né per tutto il loro ecosistema. I guadagni non arrivano nei tempi e nelle dimensioni attese, mentre i costi continuano a salire”.
Il mercato dovrà quindi fare i conti con gli eccessi degli ultimi mesi, ma può essere un’opportunità per centinaia di titoli rimasti in ombra. “Se il respiro del mercato si allargasse, la recente flessione avrebbe anche il pregio di aver reso più solida di qui in avanti la salita degli indici. È ovvio che prima o poi l’economia rallenterà e potrà esserci anche una recessione. Ed è ovvio che prima o poi anche questo rally del mercato finirà. Ma quel giorno non è oggi”, conclude Donatella Principe, Director, Market and distribution strategy di Fidelity International.
IL RECUPERO DEI MERCATI AZIONARI
Dopo la settimana nera di agosto, però l’S&P 500 ha segnato “la migliore performance giornaliera da novembre 2022 e in generale il mercato ha riassorbito parte dei recenti eccessi, aiutato anche dall’economia: leggero miglioramento dei dati sul lavoro in America, bilancia commerciale in Cina con più luci che ombre, una trimestrale con utili in crescita a due cifre, minore rischio di deflazione a Pechino”, aggiunge la Principe.
LA FED CONTINUA SULLA SUA STRADA
Il pressing dei mercati sulla Fed sembra esser durato poco, in quanto tre membri del board hanno confermato quanto detto dal governatore Jerome Powell nell’ultimo meeting. “La Fed non è dietro la curva”, come sottolinea Donatella Principe. Ora bisognerà aspettare le parole del presidente della Fed al simposio di Jackson Hole.
L’INVERSIONE A U DELLA BOJ
La pressione esercitata dagli investitori ha invece prodotto un risultato in Giappone, come fa notare la Director, Market and distribution strategy di Fidelity International. “Dopo un meeting da falco solo qualche giorno fa - dice la Principe - in settimana la BoJ tira il freno a mano sulla stretta monetaria. Il fatto che abbia espressamente citato come causa dell’inversione a U la turbolenza dei mercati dimostra fino a che punto la BoJ si sia piegata alle pressioni degli investitori. Il rientro di almeno uno dei due fattori del differenziale sui tassi Usa-Giappone ha ridotto la pressione per la chiusura dei carry trade yen, dopo che si era registrata la terza più grande perdita nella storia in quelli legati alle valute del G10. Questo ha contribuito al recupero degli indici azionari, anche se alcuni ambiti più periferici del mercato restano sotto pressione (come il Brasile) e i Magnifici 7 continuano a scendere, portando oltre i -2,2 trilioni di dollari la perdita di capitalizzazione”.
LA LEZIONE SULL’IA
Cosa rimarrà del sell-off di inizio agosto? Secondo Fidelity International le ultime due settimane non sono trascorse invano e hanno portato a valutazioni più razionali sul mercato azionario e sui trend che hanno guidato i rialzi negli ultimi mesi. “Hanno alzato la soglia di attenzione degli investitori - aggiunge la Principe - in particolare dopo la sbornia da IA. La trimestrale di Super Micro Computer (produttrice di chip per l’IA) e la caduta verticale di Vertiv (società di infrastrutture per l’IA) confermano i segnali emersi già da molte Big tech: l’IA non è quell’Eldorado che molti si sono illusi fosse, né per le società che la propongono né per tutto il loro ecosistema. I guadagni non arrivano nei tempi e nelle dimensioni attese, mentre i costi continuano a salire”.
PRIMA O POI IL RALLY FINIRÀ
Il mercato dovrà quindi fare i conti con gli eccessi degli ultimi mesi, ma può essere un’opportunità per centinaia di titoli rimasti in ombra. “Se il respiro del mercato si allargasse, la recente flessione avrebbe anche il pregio di aver reso più solida di qui in avanti la salita degli indici. È ovvio che prima o poi l’economia rallenterà e potrà esserci anche una recessione. Ed è ovvio che prima o poi anche questo rally del mercato finirà. Ma quel giorno non è oggi”, conclude Donatella Principe, Director, Market and distribution strategy di Fidelity International.