L'apertura dei mercati
Petrolio in salita e Borse deboli dopo il nuovo conflitto tra Israele e Hezbollah
Il botta e risposta nel sud del Libano rallenta i negoziati e spinge il prezzo del petrolio. Dopo Jackson Hole le Borse guardano ai prossimi dati sull'inflazione e alla trimestrale di Nvidia, a Piazza Affari parte bene il titolo Tim
di Antonio Cardarelli 26 Agosto 2024 09:10
La settimana delle Borse europee si apre in maniera debole dopo i guadagni dei giorni scorsi. A Piazza Affari parte bene Tim (+1,3%) ma l'indice Ftse Mib viaggia sotto la parità. In negativo anche Francoforte, mentre Parigi apre in area leggermente positiva. La Borsa di Tokyo ha aperto la settimana in calo dello 0,66%.
Conclusa la settimana di Jackson Hole, i mercati guardano alle ultime sedute di agosto con gli occhi puntati sull’inflazione e sulla trimestrale di Nvidia. Quest’ultima, in uscita mercoledì sera, potrà fornire la “temperatura” dell’intero settore tech e dell’economia legata all’Intelligenza Artificiale. Giovedì e venerdì sono attesi i dati sull’inflazione (rispettivamente) di Usa ed Eurozona, importanti in vista delle prossime decisioni delle banche centrali.
Nel meeting di Jackson Hole il presidente della Fed, Jerome Powell, ha rotto gli indugi parlando apertamente della volontà di cominciare a tagliare i tassi di interesse a settembre. Ora i mercati sono impegnati nel prevedere quale sarà l’entità dei tagli nel 2024. Guy Stear, Head of Developed Markets Strategy at Amundi Investment Institute, ritiene che un taglio di 50 punti base a Settembre (attualmente previsto da circa il 30% del consensus) potrebbe essere troppo aggressivo: “Prevediamo tagli dei tassi di 75 pb, non di 100 pb, da qui a fine anno. Ma gli investitori terranno gli occhi aperti sul report relativi ai posti di lavoro di settembre, ancora più importante alla luce di questi commenti”, ha commentato Stear.
Tornano a salire le tensioni in Medio Oriente e con esse il prezzo del petrolio. L’esercito israeliano, all’alba di domenica 25 agosto, ha lanciato un attacco contro le postazioni missilistiche di Hezbollah nel sud del Libano, che a sua volta ha risposto col lancio di missili. L’intenzione, come spiegato dal governo israeliano, era quella di colpire prima della massiccia controffensiva annunciata da Hezbollah come risposta all’uccisione di Fuad Shukr a Beirut. Il petrolio ha quindi ripreso quota: il future ottobre sul Wti guadagna lo 0,69% a 75,35 dollari al barile e l'analoga consegna sul Brent lo 0,72% a 79,59 dollari.
Sul mercato valutario, la prospettiva del primo taglio dei tassi Fed dopo oltre quattro anni continua a deprimere il dollaro: l'euro si mantiene vicino ai massimi da oltre un anno a 1,1183 dollari da 1,1186 venerdì in chiusura. Forte lo yen, che incrocia l'euro a 160,96 (da 162,09) e il dollaro a 143,89 (da 144,84). In aumento dell'1% il prezzo del gas naturale ad Amsterdam a 37,3 euro al megawattora. Oro sempre vicino ai massimi sopra 2.500 dollari l'oncia: la consegna spot è a 2.511,84 (-0,02%) e i future a 2.547,70 (+0,05%).
INFLAZIONE E TRIMESTRALE NVIDIA
Conclusa la settimana di Jackson Hole, i mercati guardano alle ultime sedute di agosto con gli occhi puntati sull’inflazione e sulla trimestrale di Nvidia. Quest’ultima, in uscita mercoledì sera, potrà fornire la “temperatura” dell’intero settore tech e dell’economia legata all’Intelligenza Artificiale. Giovedì e venerdì sono attesi i dati sull’inflazione (rispettivamente) di Usa ed Eurozona, importanti in vista delle prossime decisioni delle banche centrali.
FED TROPPO AGGRESSIVA?
Nel meeting di Jackson Hole il presidente della Fed, Jerome Powell, ha rotto gli indugi parlando apertamente della volontà di cominciare a tagliare i tassi di interesse a settembre. Ora i mercati sono impegnati nel prevedere quale sarà l’entità dei tagli nel 2024. Guy Stear, Head of Developed Markets Strategy at Amundi Investment Institute, ritiene che un taglio di 50 punti base a Settembre (attualmente previsto da circa il 30% del consensus) potrebbe essere troppo aggressivo: “Prevediamo tagli dei tassi di 75 pb, non di 100 pb, da qui a fine anno. Ma gli investitori terranno gli occhi aperti sul report relativi ai posti di lavoro di settembre, ancora più importante alla luce di questi commenti”, ha commentato Stear.
PETROLIO IN SALITA
Tornano a salire le tensioni in Medio Oriente e con esse il prezzo del petrolio. L’esercito israeliano, all’alba di domenica 25 agosto, ha lanciato un attacco contro le postazioni missilistiche di Hezbollah nel sud del Libano, che a sua volta ha risposto col lancio di missili. L’intenzione, come spiegato dal governo israeliano, era quella di colpire prima della massiccia controffensiva annunciata da Hezbollah come risposta all’uccisione di Fuad Shukr a Beirut. Il petrolio ha quindi ripreso quota: il future ottobre sul Wti guadagna lo 0,69% a 75,35 dollari al barile e l'analoga consegna sul Brent lo 0,72% a 79,59 dollari.
VALUTE E MATERIE PRIME
Sul mercato valutario, la prospettiva del primo taglio dei tassi Fed dopo oltre quattro anni continua a deprimere il dollaro: l'euro si mantiene vicino ai massimi da oltre un anno a 1,1183 dollari da 1,1186 venerdì in chiusura. Forte lo yen, che incrocia l'euro a 160,96 (da 162,09) e il dollaro a 143,89 (da 144,84). In aumento dell'1% il prezzo del gas naturale ad Amsterdam a 37,3 euro al megawattora. Oro sempre vicino ai massimi sopra 2.500 dollari l'oncia: la consegna spot è a 2.511,84 (-0,02%) e i future a 2.547,70 (+0,05%).
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