L'analisi

Banche europee, come investire in vista dell'abbassamento dei tassi di interesse

Secondo Wellington Management, nei prossimi 3-5 anni le banche più esposte alle passività dovrebbero avere il profilo di rischio/rendimento migliore rispetto alle banche sensibili alle attività

di Leo Campagna 30 Agosto 2024 07:55

financialounge -  banche wellington management
Dopo 15 anni di abbattimento del debito, riduzione dei rischi e molteplici crisi bancarie, le banche dell’Eurozona si sono rafforzate dal punto di vista patrimoniale ed hanno incrementato in modo sensibile la redditività. Una dinamica che ha permesso loro di sovraperformare in modo netto gli istituti di credito degli altri paesi europei negli ultimi 5 anni, anche per effetto della normalizzazione dei tassi di interesse e delle generose politiche di rendimento del capitale. Inoltre, nonostante questa solida performance, lo sconto di valutazione del settore bancario rispetto agli indici UE resta oggi al 40% rispetto allo STOXX Europe 600.

RENDIMENTI ATTESI E RITORNO DELL’ATTIVITÀ DI M&A


Mentre i margini netti da interesse elevati potrebbero non essere sostenibili in un contesto di calo dei tassi, i flussi di cassa dovrebbero mantenersi solidi e consentire di generare rendimenti per gli azionisti tra il 13% e il 16% e un ritorno dell’attività di M&A nel settore. “Non si possono inoltre escludere consolidamenti a livello nazionale, soprattutto in Italia,  Spagna e i paesi dell’Europa centrale e dell’Est. Inoltre gli importanti incentivi normativi potrebbero spingere le banche ad acquisire compagnie di assicurazione” fa sapere Thibault Nardin, Global Industry Analyst di Wellington Management.

SVILUPPI IN AMBITO TECNOLOGICO


Secondo il manager, possibili sviluppi potranno esserci anche in ambito tecnologico. Mentre le Fintech dovranno confrontarsi con l’incremento del costo del capitale causato dal rialzo dei tassi, la forte redditività delle banche tradizionali permette loro di investire in tecnologia. In parallelo, la “rivoluzione industriale” dell’IA migliorerà l’efficienza delle banche nel lungo termine ma presenterà anche nuove sfide relative alle esigenze dei consumatori. “Sarà fondamentale la capacità di identificare il management maggiormente in grado di adattarsi al nuovo contesto per la generazione di alfa nel lungo periodo” riferisce Nardin.

RISCHI DAL CONTESTO POLITICO


Per  il manager di Wellington Management il rischio principale per il settore bancario europeo è rappresentato dal contesto politico, alla luce dei grandi disavanzi e dei debiti sovrani elevati. Il suo timore è il potenziale rischio di tassazione del settore e di “crowding-out” degli stati patrimoniali delle banche, riducendo la disponibilità di finanziamenti per gli investimenti privati. In parallelo, i governi impegnati a ridurre i budget spingono gli investitori retail a investire in titoli di Stato. Inoltre, come sperimentato di recente in Francia, le incertezze politiche potrebbero pesare sulle valutazioni, malgrado la solidità dei fondamentali.

I TASSI RESTANO UN FATTORE FONDAMENTALE


Nel frattempo, i tassi restano un fattore fondamentale avendo ben presente che l’Europa è costituita da 44 paesi con 44 settori bancari che funzionano in modi diversi. “Il calo dei tassi di interesse dovrebbe incrementare le divergenze nell’ambito dei RoE e dei dividendi per le banche dei diversi paesi, il che dovrebbe tradursi in più dispersione tra i prezzi delle azioni nell’intero settore” puntualizza Nardin.

LE BANCHE SENSIBILI ALLE ATTIVITÀ


In quest’ottica, il Global Industry Analyst di Wellington Management vede all’orizzonte qualche ostacolo per le banche sensibili alle attività (generalmente quelle spagnole, portoghesi, italiane, greche e irlandesi), che risultano più vulnerabili al calo dei tassi alla luce della duration più breve delle loro attività rispetto alle passività. “Una caratteristica che ha permesso loro di beneficiare da inizio anno del contesto di “tassi più elevati più a lungo” e di generare flussi di cassa più alta in un’ottica di breve termine. Ma che ora hanno raggiunto la redditività massima e hanno subito il re-rating maggiore negli ultimi mesi” spiega il manager.

LE BANCHE PIÙ ESPOSTE ALLE PASSIVITÀ


Al contrario, prosegue Nardin, delle banche più esposte alle passività (generalmente quelle del Benelux, francesi, tedesche e britanniche) che hanno evidenziato uno slancio degli utili inferiore e livelli di generazione di flussi di cassa più deboli ai minimi o a metà ciclo. “Ritengo però che, in un contesto di calo dei tassi,  possano in seguito offrire una crescita degli utili superiore e una redditività resiliente. Credo pertanto che nei prossimi 3-5 anni il profilo di rischio/rendimento di queste banche sarà migliore rispetto agli istituti di credito sensibili alle attività” conclude il manager di Wellington Management.

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