Soluzioni di investimento
Ecco la gamma di opportunità flessibili dell’approccio absolute return di BNY Mellon
Un approccio che consente di assumere il rischio dove BNY Mellon lo desidera, all'interno di un universo obbligazionario globale, e ovunque il team di gestori, analisti e ricercatori abbia identificato le migliori opportunità per generare alfa
di Leo Campagna 30 Agosto 2024 16:00
A mano a mano che si entra nella fase successiva del ciclo i rendimenti obbligazionari potrebbero scendere lungo tutta la curva. Tuttavia, secondo l’analisi di Harvey Bradley, Senior Portfolio Manager e Shaun Casey, Portfolio Manager BNY Mellon Absolute Return Bond Fund, difficilmente torneranno mai ai livelli minimi cui abbiamo assistito nel decennio passato. Nel breve termine, inoltre, persiste ancora incertezza sulla tempistica e la portata con cui le Banche Centrali dei Paesi sviluppati taglieranno i tassi.
“Storicamente, i mercati difficilmente riescono a prevedere le politiche monetarie. Per esempio, negli anni successivi alla crisi finanziaria globale, gli investitori hanno sottostimato in modo significativo l'entità dei tagli dei tassi da parte della Fed e della BCE. Per gran parte dell'ultimo decennio, invece, sono stati costantemente in attesa di rialzi che non sono mai arrivati” riferiscono i due manager di BNY Mellon.
I quali ammettono che durante l'era dei tassi d'interesse a zero i rendimenti obbligazionari hanno continuato a scendere e gli spread a restringersi ostacolando molti fondi obbligazionari absolute return che hanno faticato a registrare performance superiori a quelle dei fondi tradizionali. Ma adesso, aggiungono Bradley e Casey, questa dinamica è cambiata. “Nonostante i mercati si aspettino nuovi tagli dalle Banche Centrali entro i prossimi 12-18 mesi riteniamo che i tassi rimarranno sostanzialmente molto più alti rispetto al decennio appena trascorso. Tramite i fondi absolute return è possibile inserire in portafoglio una protezione contro l’eventualità che i tagli dei tassi non vengono effettuati, o almeno non nella misura in cui attesa dai mercati” sottolineano i due manager.
Dopo il primo vero shock inflazionistico degli ultimi 25-30 anni, il trend della de-globalizzazione, i governi di tutto il mondo stanno attuando politiche fiscali molto più accomodanti di quelle che normalmente si vedrebbero in questa fase del ciclo: se le economie continuano a fare meglio del previsto i tanto attesi tagli dei tassi si manifesteranno più tardi o in misura minore rispetto alle attese. Tutti questi fattori, a cui vanno aggiunti la transizione energetica, la geopolitica e l'innovazione tecnologica, contribuiranno a mantenere la volatilità a livelli elevati.
Maggiore volatilità significa anche più opportunità per i gestori attivi: riuscire ad effettuare le scelte giuste consentirà di aggiungere valore ai portafogli degli investitori. “Il BNY Mellon Absolute Return Bond Fund offre agli investitori un'esposizione diversificata a livello globale nell'universo del reddito fisso e, adottando posizioni lunghe (rialziste) e corte (ribassiste), ha il potenziale per fornire agli investitori un rendimento positivo durante l'intero ciclo economico” specificano Bradley e Casey.
La strategia del fondo può attingere ad un ampio universo d'investimento obbligazionario per generare alfa. Vi rientrano titoli di Stato, credito investment grade e high yield, obbligazioni indicizzate all'inflazione, debito dei mercati emergenti, valute, ABS, prestiti, il tutto con l'obiettivo di fornire rendimenti lordi positivi, in particolare tre punti percentuali oltre il tasso Euribor 3 mesi su base annualizzata a 3 anni .
“Questa gamma di opportunità flessibili è uno dei principali vantaggi della nostra strategia, in quanto ci permette di scegliere dove assumere i rischi, all'interno di un universo obbligazionario globale, e ovunque il team di gestori, analisti e ricercatori abbia identificato le migliori opportunità per generare alfa” puntualizzano i due manager BNY Mellon che poi tengono a ricordare come preferiscano non implementare posizioni strutturali.
“Evitiamo i rischi strutturali e preferiamo essere generalmente neutrali rispetto a un indice di liquidità. Se accadono cambiamenti di regime macroeconomico, come quelli a cui stiamo assistendo ora, e la dispersione aumenta, possiamo concentrarci sull'aggiunta di valore piuttosto che preoccuparci dei rischi derivanti dalle posizioni strutturali” concludono Bradley e Casey.
DIFFICILE PREVEDERE LE POLITICHE MONETARIE
“Storicamente, i mercati difficilmente riescono a prevedere le politiche monetarie. Per esempio, negli anni successivi alla crisi finanziaria globale, gli investitori hanno sottostimato in modo significativo l'entità dei tagli dei tassi da parte della Fed e della BCE. Per gran parte dell'ultimo decennio, invece, sono stati costantemente in attesa di rialzi che non sono mai arrivati” riferiscono i due manager di BNY Mellon.
IL VANTAGGIO DI INVESTIRE NEI FONDI ABSOLUTE RETURN
I quali ammettono che durante l'era dei tassi d'interesse a zero i rendimenti obbligazionari hanno continuato a scendere e gli spread a restringersi ostacolando molti fondi obbligazionari absolute return che hanno faticato a registrare performance superiori a quelle dei fondi tradizionali. Ma adesso, aggiungono Bradley e Casey, questa dinamica è cambiata. “Nonostante i mercati si aspettino nuovi tagli dalle Banche Centrali entro i prossimi 12-18 mesi riteniamo che i tassi rimarranno sostanzialmente molto più alti rispetto al decennio appena trascorso. Tramite i fondi absolute return è possibile inserire in portafoglio una protezione contro l’eventualità che i tagli dei tassi non vengono effettuati, o almeno non nella misura in cui attesa dai mercati” sottolineano i due manager.
VOLATILITÀ SU LIVELLI ELEVATI
Dopo il primo vero shock inflazionistico degli ultimi 25-30 anni, il trend della de-globalizzazione, i governi di tutto il mondo stanno attuando politiche fiscali molto più accomodanti di quelle che normalmente si vedrebbero in questa fase del ciclo: se le economie continuano a fare meglio del previsto i tanto attesi tagli dei tassi si manifesteranno più tardi o in misura minore rispetto alle attese. Tutti questi fattori, a cui vanno aggiunti la transizione energetica, la geopolitica e l'innovazione tecnologica, contribuiranno a mantenere la volatilità a livelli elevati.
LA STRATEGIA DEL BNY MELLON ABSOLUTE RETURN BOND FUND
Maggiore volatilità significa anche più opportunità per i gestori attivi: riuscire ad effettuare le scelte giuste consentirà di aggiungere valore ai portafogli degli investitori. “Il BNY Mellon Absolute Return Bond Fund offre agli investitori un'esposizione diversificata a livello globale nell'universo del reddito fisso e, adottando posizioni lunghe (rialziste) e corte (ribassiste), ha il potenziale per fornire agli investitori un rendimento positivo durante l'intero ciclo economico” specificano Bradley e Casey.
OBIETTIVO DI RENDIMENTO
La strategia del fondo può attingere ad un ampio universo d'investimento obbligazionario per generare alfa. Vi rientrano titoli di Stato, credito investment grade e high yield, obbligazioni indicizzate all'inflazione, debito dei mercati emergenti, valute, ABS, prestiti, il tutto con l'obiettivo di fornire rendimenti lordi positivi, in particolare tre punti percentuali oltre il tasso Euribor 3 mesi su base annualizzata a 3 anni .
UNA VASTA GAMMA DI OPPORTUNITA’ FLESSIBILI
“Questa gamma di opportunità flessibili è uno dei principali vantaggi della nostra strategia, in quanto ci permette di scegliere dove assumere i rischi, all'interno di un universo obbligazionario globale, e ovunque il team di gestori, analisti e ricercatori abbia identificato le migliori opportunità per generare alfa” puntualizzano i due manager BNY Mellon che poi tengono a ricordare come preferiscano non implementare posizioni strutturali.
NESSUN RISCHIO STRUTTURALE IN PORTAFOGLIO
“Evitiamo i rischi strutturali e preferiamo essere generalmente neutrali rispetto a un indice di liquidità. Se accadono cambiamenti di regime macroeconomico, come quelli a cui stiamo assistendo ora, e la dispersione aumenta, possiamo concentrarci sull'aggiunta di valore piuttosto che preoccuparci dei rischi derivanti dalle posizioni strutturali” concludono Bradley e Casey.