Sunday View
Oasis e Monopoly: quanto vende la nostalgia?
Il gioco da tavolo che si digitalizza per rimanere tra i più amati di sempre, e la band britpop che annuncia le date di un tour da capogiro: come funziona l’effetto nostalgia sul mercato?
di Lorenzo Cleopazzo 1 Settembre 2024 09:30
Se dovessimo pensare a una cosa, una qualunque, che ci fa stare bene e ci fa sentire sicuri, a cosa penseremmo? Quel qualcosa che ci dona serenità quando l’abbiamo vicina e che ci fa sentire lo stesso calore di quando siamo a casa. La chiamano “coperta di Linus”, e per ciascuno è diversa: c’è chi pensa subito alle lasagne della nonna e chi invece punta ad altro: magari a una canzone o un pezzo di cartoncino.
Una canzone che è capace di farci emozionare in qualsiasi momento l’ascoltiamo, oppure un pezzo di cartoncino di cui sappiamo già tutto, dalla posizione sul tabellone al costo delle case. Avete capito dove vogliamo arrivare, vero?
Probabilmente impazziremmo a trovare qualcuno che non conosce Wonderwall degli Oasis o che non ha mai giocato a Monopoly, ma è proprio questo il punto: stiamo parlando di due nomi che hanno avuto, hanno e – probabilmente – continueranno a portare successo a chi quei nomi li ha creati, ed ecco perché oggi parliamo di ciò che cli accomuna.
Imprevisti: si parte con il primo Sunday View dopo la sosta estiva.
Il titolo di uno dei loro album più famosi citava più o meno così, e la domanda è anche lecita da porre agli Oasis, che hanno annunciato il loro nuovo tour proprio per il trentesimo anniversario del disco di Wonderwall.
Prima della pausa estiva parlavamo di Taylor Swift e del suo tour megagalattico, mentre oggi ci troviamo a raccontare gli indotti di una serie di date che porteranno i fratelli Gallagher a riempire gli spazi di stadi e palazzetti, e gli stadi e palazzetti a riempire le tasche dei fratelli Gallagher. Si parla, infatti, di un indotto potenziale per 400 milioni di sterline, senza contare il corollario di alloggi e ristoranti delle città che ospiteranno le migliaia di fan. Mica male per due “ragazzi” che hanno spopolato più di trent’anni fa.
E a proposito di nomi che sono saliti alla ribalta in passato, oggi Hasbro e i suoi giochi non se la passano benissimo. Nei primi anni ’20 del 2000 la società statunitense ha registrato un continuo calo nei ricavi: dai 6,42 miliardi di dollari nel 2021, fino a 1,75 miliardi del 30 giugno 2024. I terminali Bloomberg restituiscono una scena dissacrata e dissacrante per il colosso americano, che deve scontare un momento affatto semplice per il suo settore. E l’origine di tutto – indovinate un po’ – è stata la pandemia, quando in molti si sono trovati a sfidarsi attorno al Monopoly e hanno acquistato sempre più giochi da tavolo, di fatto inibendone le vendite negli anni successivi. Cosa fa, quindi, la nostra Hasbro? Punta sul nuovo-vecchio e scommette sulla digitalizzazione del Monopoly e di tutti gli altri brand del gruppo – il franchise di Transformers, e il mondo attorno ai giochi Magic: The Gathering e Dungeons&Dragons –. Ma perché l’effetto nostalgia ha così successo?
Alzi la mano chi sa chi è Aldous Huxley. Qualcuno c’è, vero? Bene. Non tutti, però, sanno che lo scrittore e filosofo inglese, conosciuto per lo più per i suoi romanzi, si è lasciato andare anche a qualche testo filosofico. Proprio in uno di questi, The Doors of Perception, il nostro ci parla di come funziona – o meglio, come dovrebbe funzionare – la nostra percezione: per Huxley la mente ha bisogno di una spinta non indifferente per cogliere l’infinità dell’esistenza dentro ogni dettaglio, percependo il tutto al di là dello spazio e del tempo. Questo però non avviene, ed è colpa di quello scollamento che c’è tra le nostre emozioni interne e la socialità esterna, dove le prime vengono trasmesse nella seconda dimensione attraverso simboli condivisi. Per dirla semplice, se dovessimo raccontare a un amico la nostra felicità nell’aver acquistato una nuova auto, lui non potrebbe cogliere al 100% la nostra emozione, perché è solamente nostra, tuttavia può capire cosa proviamo poiché traduce la gioia che gli raccontiamo con una simile che ha provato lui in prima persona. Questo perché individui della stessa società condividono un medesimo linguaggio inconscio, fatto di simboli e di immagini, le stesse – per banalizzare – che ci fanno trovare coi colleghi alla macchinetta del caffè a dirci “ma ti ricordi il Nokia 3310?”
Ecco, a proposito di Nokia 3310, qui non serve chiedere di alzare la mano per vedere chi se lo ricorda. Anche perché anni fa il marchio finlandese, puntando proprio sul suo telefono più famoso, ha messo assieme sia Huxley che l’effetto nostalgia, riproponendo sul mercato la nuova versione del 3310, proprio uno di quei simboli condivisi che ha fatto breccia nei cuori dei compratori. Vi viene in mente un altro caso? Per esempio la vecchia-nuova 500 della Fiat da cui è passato il rilancio del marchio, fino al restyling di Panda, 600 e Topolino.
In quest’ottica è assolutamente logico che Hasbro punti a una versione digitale del suo vecchio caro Monopoly, e che gli Oasis si ripropongano al grande pubblico in occasione del trentennale del loro album più fortunato. Ed è altrettanto logico che queste scelte, di fatto, ripaghino ampiamente.
Il passato traina il futuro, con il presente che punta forte su ciò che ci ha conquistato anni fa. Un modo per far felici tutti, soprattutto i vari brand, che possono contare su un prodotto – quasi – sicuro, garantito da quella nostalgia che ci attanaglia un po’ tutti.
Chissà poi cosa successe tra Liam e Noel Gallagher per litigare al punto da sciogliere la band e smettere di parlarsi... Probabilmente uno dei due era finito sugli alberghi dell’altro su Parco della Vittoria.
Una canzone che è capace di farci emozionare in qualsiasi momento l’ascoltiamo, oppure un pezzo di cartoncino di cui sappiamo già tutto, dalla posizione sul tabellone al costo delle case. Avete capito dove vogliamo arrivare, vero?
Probabilmente impazziremmo a trovare qualcuno che non conosce Wonderwall degli Oasis o che non ha mai giocato a Monopoly, ma è proprio questo il punto: stiamo parlando di due nomi che hanno avuto, hanno e – probabilmente – continueranno a portare successo a chi quei nomi li ha creati, ed ecco perché oggi parliamo di ciò che cli accomuna.
Imprevisti: si parte con il primo Sunday View dopo la sosta estiva.
(WHAT’S THE STORY) OLD GLORY?
Il titolo di uno dei loro album più famosi citava più o meno così, e la domanda è anche lecita da porre agli Oasis, che hanno annunciato il loro nuovo tour proprio per il trentesimo anniversario del disco di Wonderwall.
Prima della pausa estiva parlavamo di Taylor Swift e del suo tour megagalattico, mentre oggi ci troviamo a raccontare gli indotti di una serie di date che porteranno i fratelli Gallagher a riempire gli spazi di stadi e palazzetti, e gli stadi e palazzetti a riempire le tasche dei fratelli Gallagher. Si parla, infatti, di un indotto potenziale per 400 milioni di sterline, senza contare il corollario di alloggi e ristoranti delle città che ospiteranno le migliaia di fan. Mica male per due “ragazzi” che hanno spopolato più di trent’anni fa.
E a proposito di nomi che sono saliti alla ribalta in passato, oggi Hasbro e i suoi giochi non se la passano benissimo. Nei primi anni ’20 del 2000 la società statunitense ha registrato un continuo calo nei ricavi: dai 6,42 miliardi di dollari nel 2021, fino a 1,75 miliardi del 30 giugno 2024. I terminali Bloomberg restituiscono una scena dissacrata e dissacrante per il colosso americano, che deve scontare un momento affatto semplice per il suo settore. E l’origine di tutto – indovinate un po’ – è stata la pandemia, quando in molti si sono trovati a sfidarsi attorno al Monopoly e hanno acquistato sempre più giochi da tavolo, di fatto inibendone le vendite negli anni successivi. Cosa fa, quindi, la nostra Hasbro? Punta sul nuovo-vecchio e scommette sulla digitalizzazione del Monopoly e di tutti gli altri brand del gruppo – il franchise di Transformers, e il mondo attorno ai giochi Magic: The Gathering e Dungeons&Dragons –. Ma perché l’effetto nostalgia ha così successo?
CARA VECCHIA MENTE
Alzi la mano chi sa chi è Aldous Huxley. Qualcuno c’è, vero? Bene. Non tutti, però, sanno che lo scrittore e filosofo inglese, conosciuto per lo più per i suoi romanzi, si è lasciato andare anche a qualche testo filosofico. Proprio in uno di questi, The Doors of Perception, il nostro ci parla di come funziona – o meglio, come dovrebbe funzionare – la nostra percezione: per Huxley la mente ha bisogno di una spinta non indifferente per cogliere l’infinità dell’esistenza dentro ogni dettaglio, percependo il tutto al di là dello spazio e del tempo. Questo però non avviene, ed è colpa di quello scollamento che c’è tra le nostre emozioni interne e la socialità esterna, dove le prime vengono trasmesse nella seconda dimensione attraverso simboli condivisi. Per dirla semplice, se dovessimo raccontare a un amico la nostra felicità nell’aver acquistato una nuova auto, lui non potrebbe cogliere al 100% la nostra emozione, perché è solamente nostra, tuttavia può capire cosa proviamo poiché traduce la gioia che gli raccontiamo con una simile che ha provato lui in prima persona. Questo perché individui della stessa società condividono un medesimo linguaggio inconscio, fatto di simboli e di immagini, le stesse – per banalizzare – che ci fanno trovare coi colleghi alla macchinetta del caffè a dirci “ma ti ricordi il Nokia 3310?”
NOSTALGIA CANAGLIA
Ecco, a proposito di Nokia 3310, qui non serve chiedere di alzare la mano per vedere chi se lo ricorda. Anche perché anni fa il marchio finlandese, puntando proprio sul suo telefono più famoso, ha messo assieme sia Huxley che l’effetto nostalgia, riproponendo sul mercato la nuova versione del 3310, proprio uno di quei simboli condivisi che ha fatto breccia nei cuori dei compratori. Vi viene in mente un altro caso? Per esempio la vecchia-nuova 500 della Fiat da cui è passato il rilancio del marchio, fino al restyling di Panda, 600 e Topolino.
In quest’ottica è assolutamente logico che Hasbro punti a una versione digitale del suo vecchio caro Monopoly, e che gli Oasis si ripropongano al grande pubblico in occasione del trentennale del loro album più fortunato. Ed è altrettanto logico che queste scelte, di fatto, ripaghino ampiamente.
Il passato traina il futuro, con il presente che punta forte su ciò che ci ha conquistato anni fa. Un modo per far felici tutti, soprattutto i vari brand, che possono contare su un prodotto – quasi – sicuro, garantito da quella nostalgia che ci attanaglia un po’ tutti.
BONUS TRACK
Chissà poi cosa successe tra Liam e Noel Gallagher per litigare al punto da sciogliere la band e smettere di parlarsi... Probabilmente uno dei due era finito sugli alberghi dell’altro su Parco della Vittoria.
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