Politica monetaria e occupazione

Fed verso il taglio dei tassi, ma ora negli Usa il focus si sposta sul lavoro

L'inversione di rotta attesa nella riunione del 18 settembre. Per Clément Inbona, gestore di La Financière de l’Échiquier, la Banca centrale americana potrà poi focalizzarsi sul tema occupazione che inizia a evidenziare diverse fragilità. Domani i nuovi dati

di Davide Lentini 5 Settembre 2024 10:46

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L’inflazione continua a frenare, sia in Europa che negli Stati Uniti. E proprio qui la Fed sta per invertire la rotta sulla politica monetaria. L’obiettivo del 2% è infatti molto vicino: l’inflazione PCE, misura preferita della Fed, è oggi al 2,5%. E anche se l’inflazione core è ovviamente un po’ più elevata, la tendenza anche in questo caso è simile. Inoltre, gli inflation surprise index di Citigroup sono in territorio negativo, segno che gli economisti sottovalutano da alcuni mesi la rapidità del calo.

RIUNIONE FED IL 18 SETTEMBRE


A fine agosto il presidente della Fed Jerome Powell durante il simposio di Jackson Hole, ha già anticipato che “è giunto il momento di adeguare la strategia”. Nella riunione del 18 settembre ci sarà quindi il pivot della Fed, vale a dire l’inversione di rotta con l’avvio della fase di ribasso dei tassi. “Ma quella di Powell - commenta Clément Inbona, gestore di La Financière de l’Échiquier - è una dichiarazione intenzionalmente ambivalente, perché un ‘adeguamento della strategia’ implica anche un cambiamento nell’obiettivo prioritario della Fed”.

FOCUS SUL MERCATO DEL LAVORO


Com'è noto, la Banca centrale americana ha oggi un triplice mandato: stabilità dei prezzi, piena occupazione e mantenimento a un livello moderato dei tassi a lungo termine. La frenata dell’inflazione permette alla Fed di focalizzarsi ora sul mantenimento di un mercato del lavoro solido. “Meglio così - spiega Inbona - visto che negli Stati Uniti emergono diverse fragilità: stagnazione delle offerte di lavoro, riduzione del ricorso al lavoro interinale, aumento della disoccupazione giovanile. Le tensioni che finora si intravedevano sotto la superficie - aggiunge il gestore LFDE - sono ora ben visibili”. E proprio domani, venerdì, sono particolarmente attesi i nuovi dati sul mercato del lavoro Usa.

PREOCCUPA "LA REGOLA DI SAHM"


Non a caso il tasso di disoccupazione di luglio, arrivato al 4,3%, ha fatto scattare quella che gli esperti chiamano la regola di Sahm: quando infatti la media del tasso di disoccupazione degli ultimi tre mesi è superiore dello 0,5% al livello minimo degli ultimi dodici mesi, subito dopo gli Stati Uniti entrano sistematicamente in recessione. “Una regola mai smentita negli ultimi 80 anni - spiega Inbona - Ora il peggioramento del tasso di disoccupazione ha reso concreto il superamento di questa soglia, una circostanza preoccupante per la Fed e per i mercati alla luce delle turbolenze di inizio agosto. È tuttavia opportuno precisare che la regola di Sahm è una semplice statistica storica che riflette un deterioramento rapido del mercato del lavoro. Non si tratta quindi di un meccanismo implacabile destinato inesorabilmente a ripetersi. D’altra parte - si chiede il gestore LFDE - l’inversione della curva dei tassi, un altro parametro ritenuto un precursore della recessione, non lancia forse falsi segnali da due anni a questa parte?”.

TAGLI: NON PIÙ QUANDO, MA QUANTI?


I mercati inaugurano quindi una nuova fase, in cui prevarrà il vigore dell’attività economica e in particolare dell’occupazione. Per quanto riguarda la politica monetaria, la domanda a quanto pare non è più “quando ci sarà l’inversione di rotta” ma “quanti tagli ci saranno?”. “Le banche centrali hanno il dito pronto sul grilletto, sta agli investitori prevedere la cadenza di tiro”, conclude Clément Inbona, gestore di La Financière de l’Échiquier.

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