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PGIM Fixed Income spiega perché la stabilità politica negli emergenti è di supporto al mercato obbligazionario
Interessanti, in particolare, i titoli societari dei mercati emergenti con rating BB, ora con uno spread di 320 punti base, e selezionati emittenti BBB a più lunga scadenza con livelli di spread intorno ai 175 punti base
di Leo Campagna 8 Settembre 2024 15:00
In un anno in cui si terranno elezioni cruciali in oltre 70 Paesi, che rappresentano più della metà del PIL mondiale, il voto nei Paesi in via di sviluppo è stato generalmente libero ed equo, senza eventi violenti di rilievo, con la sola eccezione del Venezuela. Inoltre, in gran parte dei casi c’è stata la conferma degli attuali governanti anche se alcuni hanno visto ridursi il loro sostegno e altri hanno formato governi di coalizione. “L’attenzione degli investitori dovrà concentrarsi sulle modalità in cui ogni Paese gestirà le proprie responsabilità fiscali e corteggerà gli investimenti esteri di Stati Uniti e Cina” commenta Cathy Hepworth, Head of Emerging Markets Debt di PGIM Fixed Income.
In Messico, per esempio, Claudia Sheinbaum, sostenuta dal popolare presidente uscente, e il suo partito hanno ottenuto una maggioranza quasi qualificata al Congresso, che le permette di attuare riforme costituzionali. Nel mirino delle sue iniziative la corruzione e la disuguaglianza, ma alcuni emendamenti rischiano di indebolire le istituzioni democratiche o di imporre maggiori oneri fiscali permanenti. Il problema è che la strada per riportare il prossimo anno il deficit fiscale al 3% del PIL, oggi vicino al 6%, è piuttosto ardua.
“Nonostante i rischi fiscali, Sheinbaum dovrebbe essere più favorevole agli sforzi di nearshoring e agli investimenti pubblico-privati degli Stati Uniti rispetto al suo predecessore. Lo status di investment grade del Messico al momento è stabile ma vanno seguiti con attenzione gli afflussi legati al nearshoring, la natura della riforma dell’energia e in che misura Banxico rimarrà indipendente, nonché le aspettative sulla Fed statunitense e la forza del dollaro” spiega Hepworth.
Passando al Sudafrica, il presidente Cyril Ramaphosa e la sua fazione favorevole alle riforme sembrano in grado di dare continuità politica e di riforme strutturali. “I minerali necessari per la transizione energetica globale di cui è ricco il Paese interessano sia a Stati Uniti che Cina. Tuttavia, i risultati macroeconomici difficilmente registreranno una rapida inversione alla luce della sfida di riformare l'economia sudafricana” specifica la manager di PGIM Fixed Income.
In India, invece, il terzo mandato del presidente Narendra Modi è stato ottenuto con un margine inferiore alle aspettative. “Il Paese, sempre più strategico nelle catene di produzione globali, risentirà delle perturbazioni del commercio mondiale, soprattutto nel settore dell'elettronica, e dell’andamento dei prezzi delle materie prime. “In alcune società e nelle emissioni quasi-sovrani dell’India gli spread sono da discreti a interessanti, mentre il tasso di cambio e i tassi sono più in linea con gli altri mercati emergenti” puntualizza Hepworth.
La quale reputa cruciale l'esito delle elezioni negli Stati Uniti, in quanto eventuali nuove restrizioni al commercio con la Cina causeranno dislocazioni deflazionistiche in tutta la regione. Inoltre una rallentamento dell’economia cinese danneggerà i mercati emergenti, soprattutto nel breve periodo, in termini di minori finanziamenti e domanda di materie prime globali. “Resta il fatto che al momento i rendimenti attuali del debito sovrano emergente in valuta forte sono vicini al 6,25%, in grado di attutire le volatilità degli spread a breve termine o l’impatto di un eventuale aumento dei rendimenti dei Treasury statunitensi” sottolinea la manager di PGIM Fixed Income.
Per quanto riguarda gli spread societari dei mercati emergenti l’attuale rendimento, del 7% per un segmento di fatto investment grade, risulta ancora interessanti rispetto ai corporate statunitensi ad alto rendimento. “Privilegiamo le emissioni societarie con rating BB, che offrono oggi spread di 320 punti base, e selezionati emittenti BBB a più lunga scadenza con livelli di spread intorno ai 175 punti base. Dopo una fase di sottoperformance rispetto ai tassi core, il debito emergente potrebbe beneficiare di un rallentamento dell'economia statunitense e dei tagli dei tassi della Fed in arrivo” conclude l’Head of Emerging Markets Debt di PGIM Fixed Income.
MESSICO ALLE PRESE CON IL DEFICIT FISCALE
In Messico, per esempio, Claudia Sheinbaum, sostenuta dal popolare presidente uscente, e il suo partito hanno ottenuto una maggioranza quasi qualificata al Congresso, che le permette di attuare riforme costituzionali. Nel mirino delle sue iniziative la corruzione e la disuguaglianza, ma alcuni emendamenti rischiano di indebolire le istituzioni democratiche o di imporre maggiori oneri fiscali permanenti. Il problema è che la strada per riportare il prossimo anno il deficit fiscale al 3% del PIL, oggi vicino al 6%, è piuttosto ardua.
LO STATUS DI INVESTMENT GRADE DEL MESSICO
“Nonostante i rischi fiscali, Sheinbaum dovrebbe essere più favorevole agli sforzi di nearshoring e agli investimenti pubblico-privati degli Stati Uniti rispetto al suo predecessore. Lo status di investment grade del Messico al momento è stabile ma vanno seguiti con attenzione gli afflussi legati al nearshoring, la natura della riforma dell’energia e in che misura Banxico rimarrà indipendente, nonché le aspettative sulla Fed statunitense e la forza del dollaro” spiega Hepworth.
I PREZIOSI MINERALI DEL SUDAFRICA
Passando al Sudafrica, il presidente Cyril Ramaphosa e la sua fazione favorevole alle riforme sembrano in grado di dare continuità politica e di riforme strutturali. “I minerali necessari per la transizione energetica globale di cui è ricco il Paese interessano sia a Stati Uniti che Cina. Tuttavia, i risultati macroeconomici difficilmente registreranno una rapida inversione alla luce della sfida di riformare l'economia sudafricana” specifica la manager di PGIM Fixed Income.
IL POSIZIONAMENTO STRATEGICO DELL’INDIA
In India, invece, il terzo mandato del presidente Narendra Modi è stato ottenuto con un margine inferiore alle aspettative. “Il Paese, sempre più strategico nelle catene di produzione globali, risentirà delle perturbazioni del commercio mondiale, soprattutto nel settore dell'elettronica, e dell’andamento dei prezzi delle materie prime. “In alcune società e nelle emissioni quasi-sovrani dell’India gli spread sono da discreti a interessanti, mentre il tasso di cambio e i tassi sono più in linea con gli altri mercati emergenti” puntualizza Hepworth.
L’IMPATTO DELLE ELEZIONI NEGLI STATI UNITI
La quale reputa cruciale l'esito delle elezioni negli Stati Uniti, in quanto eventuali nuove restrizioni al commercio con la Cina causeranno dislocazioni deflazionistiche in tutta la regione. Inoltre una rallentamento dell’economia cinese danneggerà i mercati emergenti, soprattutto nel breve periodo, in termini di minori finanziamenti e domanda di materie prime globali. “Resta il fatto che al momento i rendimenti attuali del debito sovrano emergente in valuta forte sono vicini al 6,25%, in grado di attutire le volatilità degli spread a breve termine o l’impatto di un eventuale aumento dei rendimenti dei Treasury statunitensi” sottolinea la manager di PGIM Fixed Income.
FOCUS SULLE OBBLIGAZIONI SOCIETARIE CON RATING BB
Per quanto riguarda gli spread societari dei mercati emergenti l’attuale rendimento, del 7% per un segmento di fatto investment grade, risulta ancora interessanti rispetto ai corporate statunitensi ad alto rendimento. “Privilegiamo le emissioni societarie con rating BB, che offrono oggi spread di 320 punti base, e selezionati emittenti BBB a più lunga scadenza con livelli di spread intorno ai 175 punti base. Dopo una fase di sottoperformance rispetto ai tassi core, il debito emergente potrebbe beneficiare di un rallentamento dell'economia statunitense e dei tagli dei tassi della Fed in arrivo” conclude l’Head of Emerging Markets Debt di PGIM Fixed Income.