Cosa aspettarsi

Wellington Management delinea le prospettive dei mercati obbligazionari dopo Jackson Hole

Dopo il rally di luglio e agosto, i prezzi delle obbligazioni, i cui rendimenti appaiono elevati rispetto agli asset di rischio ciclici, incorporano un significativo rallentamento dell’economia

di Leo Campagna 10 Settembre 2024 07:55

financialounge -  Marco Giordano mercati obbligazioni wellington management
Il discorso di Powell al simposio economico annuale a Jackson Hole ha evidenziato che la Federal Reserve sta abbandonando la sua attuale politica monetaria restrittiva. Il presidente della Fed ha evidenziato come i rischi al rialzo per l’inflazione siano diminuiti, mentre i rischi di downside per l’occupazione siano aumentati e continua a  monitorare entrambi i rischi del duplice mandato della banca centrale. Ma ha dichiarato che è giunto il momento di adeguare la politica monetaria e che la traiettoria è chiara e la tempistica e il ritmo dei tagli dei tassi dipenderanno dai prossimi dati, dall’evoluzione delle prospettive e dall’equilibrio dei rischi.

LE OBBLIGAZIONI PREZZANO UN SIGNIFICATIVO RALLENTAMENTO ECONOMICO


“Dopo il rally di luglio e agosto, i rendimenti obbligazionari appaiono elevati rispetto agli asset di rischio ciclici. Le obbligazioni stanno prezzando un significativo rallentamento dell’economia, mentre gli asset di rischio continuano a resistere” fa sapere Marco Giordano, Investment Director di Wellington Management. Pertanto, in caso di segnali ripresa nei dati ciclici, sarebbe possibile un ritracciamento dei rendimenti obbligazionari. Invece, se i mercati obbligazionari stessero correttamente incorporando la debolezza dell’economia globale, le Borse dovrebbero adeguarsi.

SPAZIO AL PROSEGUIMENTO DEL RALLY


Negli ultimi mesi a trainare il rally obbligazionario sono stati principalmente i dati sul mercato del lavoro statunitense. Al momento, i future incorporano quattro tagli entro la fine dell'anno, con una riduzione di 50 punti base in una delle tre riunioni rimanenti. “I mercati stanno ancora valutando solo un tasso neutrale superiore a quello della Fed (3% contro una stima della Fed del 2,75%), lasciando spazio al proseguimento del rally” spiega Giordano.

BCE, UN ULTERIORE TAGLIO DEI TASSI A SETTEMBRE


Secondo il quale in Europa, la Bce dovrebbe procedere con un ulteriore taglio dei tassi nella riunione di settembre: l’istituto è orientato verso una riduzione dei tassi, che però avverrà in maniera graduale, dato il potenziale di sorprese al rialzo dell’inflazione nel prossimo anno. In Cina, invece, la persistente debolezza del mercato immobiliare e del debito pubblico locale ha portato a una riduzione a sorpresa di vari tassi di policy da parte della People’s Bank of China (PBoC).

IL PRIMO INTERVENTO DIRETTO DELLA PBOC


All’inarrestabile rally dei rendimenti obbligazionari, causato da lenta crescita economica, debolezza della fiducia dei consumatori e da un’inflazione modesta (ultimo dato allo 0,5%) è seguito il primo intervento diretto della PBoC, che ha comunicato di aver venduto obbligazioni a lunga scadenza e acquistato obbligazioni a breve scadenza sul mercato aperto, in un’operazione del valore di 100 miliardi di yuan (~14 miliardi di dollari).

PECHINO VUOLE EVITARE IL RISCHIO DI DEFLAZIONE DELL’ECONOMIA


“L’obiettivo di Pechino è attenuare il significativo rally delle obbligazioni, in modo da prevenire che si presenti la situazione sperimentata dalle banche regionali statunitensi lo scorso anno, dove un improvviso ritorno dei rendimenti dopo un rally prolungato ha causato problemi di solvibilità sistemica. Punta inoltre a mantenere una curva inclinata verso l’alto iniettando liquidità nei mercati finanziari ed a scoraggiare l’investimento in titoli di Stato al fine di dirottare i flussi altrove: in ultima analisi, evitare il rischio di deflazione dell’economia” argomenta Giordano.

TASSI DI DEFAULT DEGLI HIGH YIELD INTORNO ALLE MEDIE DI LUNGO PERIODO


L’Investment Director di Wellington Management conclude la sua analisi di mercato segnalando la contrazione dei tassi di default dell'high yield negli ultimi mesi, sia negli Stati Uniti che in Europa. “I tassi di default dovrebbero mantenersi intorno alle medie di lungo periodo (~4-5%) nei prossimi 12 mesi, grazie ai solidi fondamentali degli emittenti e alla mancanza di scadenze a breve termine. L’ottimismo del mercato si riflette negli spread, che continuano a essere relativamente stretti rispetto al passato” specifica Giordano.

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