Mercato aurifero
Con l’Invesco Physical Gold ETC prospettive brillanti per l’oro dopo 15 anni di investimenti
Gli esperti di Invesco illustrano i principali fattori trainanti il mercato aurifero e formulano le loro previsioni per i prossimi mesi agli investitori interessati a esporsi all’oro in modo semplice e conveniente
di Leo Campagna 13 Settembre 2024 12:51
Nel corso di quest’anno l’oro ha messo a segno un rally aggressivo infrangendo la soglia dei 2400 dollari l’oncia. La domanda è stata spinta sia da parte degli investitori retail di lingotti e monete d’oro sia, soprattutto, dagli acquisti da parte delle banche centrali dei mercati emergenti. Spiccano in particolare quelle di Cina, Turchia, India, Polonia, Kazakistan, Singapore, Russia e Repubblica Ceca, impegnate nel “de-dollarizzare” le proprie riserve. Secondo il World Gold Council a preoccupare le banche centrali di tutto il mondo, spingendole a raddoppiare i propri acquisti di lingotti, è il congelamento delle riserve russe in dollari USA dopo l’invasione dell’Ucraina.
“A invogliare una diversificazione rispetto a titoli di Stato e valute è anche l’aumento del debito pubblico a livello globale - spiegano Paul Syms, Head of EMEA Fixed income & Commodity product management, e Kathy Kriskey, Product Strategist, Commodities and Alternatives ETFs di Invesco - Ci sono poi due conflitti attivi (quelli tra Israele e Palestina e tra Russia e Ucraina) che rendono attrattivo l’oro per il suo status percepito di “bene rifugio”. Inoltre, dal momento che l’oro non produce interessi, se le banche centrali taglieranno i tassi e i rendimenti delle obbligazioni scenderanno, aumenterà l’attrattiva per il metallo giallo. Il suo prezzo potrebbe salire ancora se proseguirà il flusso di acquisto di oro da parte delle banche centrali, se permarranno i rischi geopolitici e si intensificheranno i timori legati alle elezioni, non solo quelle degli negli Stati Uniti".
Per contro, se le banche centrali sospendessero o interrompessero gli acquisti potremmo assistere a una correzione dell’oro. Un calo lo ha provocato di recente la pausa negli acquisti che procedevano da 18 mesi da parte della Cina. Stessa dinamica se ci fosse la fine dei conflitti geopolitici in corso, che ridurrebbe la forza dell’oro in quanto “bene rifugio”. Infine, se la Fed deciderà di rimandare l’allentamento delle politiche monetarie fino a metà 2025 questo potrebbe prendere alla sprovvista gli investitori in tutti i mercati e forse anche frenare la domanda di oro.
Nonostante il suo rally degli ultimi mesi, gli analisti Invesco ribadiscono che ci sono diversi buoni motivi per investire nel metallo giallo: ad esempio una copertura contro inflazione e incertezza, la diversificazione e i rendimenti nel tempo, preferendo tuttavia l’esposizione all’oro fisico rispetto alle azioni di aziende aurifere. "Negli ultimi 20 anni, mentre l’oro registrava un rally, i titoli azionari delle società estrattive hanno offerto rendimenti inferiori, in quanto i mercati azionari sono influenzati da molti altri fattori, oltre alle variazioni del prezzo del metallo prezioso” spiegano Syms e Kriskey.
L’acquisto di oro fisico fornisce esposizione diretta al prezzo della materia prima, ma i costi di stoccaggio e assicurazione possono risultare elevati e la compravendita del metallo fisico può comportare costi di transazione. Anche i futures possono offrire rendimenti simili a quelli del prezzo dell’oro, ma vanno rinnovati ogni due mesi per evitare la consegna fisica del metallo, che può dare luogo a costi di transazione e rinnovo. Un’altra opzione è quella di investire tramite ETC. In questo caso si investe in certificati garantiti dal metallo prezioso sottostante con il vantaggio di costi bassi e stabili.
“Nel 2009 abbiamo lanciato il nostro Invesco Physical Gold ETC per offrire agli investitori un’esposizione efficiente e a basso costo all’oro - concludono Paul Syms, Head of EMEA Fixed income & Commodity product management, e Kathy Kriskey, Product Strategist, Commodities and Alternatives ETFs di Invesco - Da allora il prodotto è cresciuto arrivando a un AuM pari a 15 miliardi di dollari e divenendo l’ETP sull’oro più grande in Europa. La commissione di gestione fissa dell’Invesco Physical Gold ETC ammonta solo a 12 punti base, con costi di negoziazione contenuti e spread in genere inferiori a 4 punti base: caratteristiche che lo rendono uno strumento competitivo ed efficiente per acquisire esposizione all’andamento del prezzo dell’oro”.
LA SPINTA VERSO IL "BENE RIFUGIO"
“A invogliare una diversificazione rispetto a titoli di Stato e valute è anche l’aumento del debito pubblico a livello globale - spiegano Paul Syms, Head of EMEA Fixed income & Commodity product management, e Kathy Kriskey, Product Strategist, Commodities and Alternatives ETFs di Invesco - Ci sono poi due conflitti attivi (quelli tra Israele e Palestina e tra Russia e Ucraina) che rendono attrattivo l’oro per il suo status percepito di “bene rifugio”. Inoltre, dal momento che l’oro non produce interessi, se le banche centrali taglieranno i tassi e i rendimenti delle obbligazioni scenderanno, aumenterà l’attrattiva per il metallo giallo. Il suo prezzo potrebbe salire ancora se proseguirà il flusso di acquisto di oro da parte delle banche centrali, se permarranno i rischi geopolitici e si intensificheranno i timori legati alle elezioni, non solo quelle degli negli Stati Uniti".
COSA PUÒ FRENARE L’ASCESA DEL PREZZO
Per contro, se le banche centrali sospendessero o interrompessero gli acquisti potremmo assistere a una correzione dell’oro. Un calo lo ha provocato di recente la pausa negli acquisti che procedevano da 18 mesi da parte della Cina. Stessa dinamica se ci fosse la fine dei conflitti geopolitici in corso, che ridurrebbe la forza dell’oro in quanto “bene rifugio”. Infine, se la Fed deciderà di rimandare l’allentamento delle politiche monetarie fino a metà 2025 questo potrebbe prendere alla sprovvista gli investitori in tutti i mercati e forse anche frenare la domanda di oro.
I MOTIVI PER INVESTIRE NELL’ORO
Nonostante il suo rally degli ultimi mesi, gli analisti Invesco ribadiscono che ci sono diversi buoni motivi per investire nel metallo giallo: ad esempio una copertura contro inflazione e incertezza, la diversificazione e i rendimenti nel tempo, preferendo tuttavia l’esposizione all’oro fisico rispetto alle azioni di aziende aurifere. "Negli ultimi 20 anni, mentre l’oro registrava un rally, i titoli azionari delle società estrattive hanno offerto rendimenti inferiori, in quanto i mercati azionari sono influenzati da molti altri fattori, oltre alle variazioni del prezzo del metallo prezioso” spiegano Syms e Kriskey.
L’ACQUISTO DI ORO FISICO TRAMITE ETC
L’acquisto di oro fisico fornisce esposizione diretta al prezzo della materia prima, ma i costi di stoccaggio e assicurazione possono risultare elevati e la compravendita del metallo fisico può comportare costi di transazione. Anche i futures possono offrire rendimenti simili a quelli del prezzo dell’oro, ma vanno rinnovati ogni due mesi per evitare la consegna fisica del metallo, che può dare luogo a costi di transazione e rinnovo. Un’altra opzione è quella di investire tramite ETC. In questo caso si investe in certificati garantiti dal metallo prezioso sottostante con il vantaggio di costi bassi e stabili.
L’INVESCO PHYSICAL GOLD ETC
“Nel 2009 abbiamo lanciato il nostro Invesco Physical Gold ETC per offrire agli investitori un’esposizione efficiente e a basso costo all’oro - concludono Paul Syms, Head of EMEA Fixed income & Commodity product management, e Kathy Kriskey, Product Strategist, Commodities and Alternatives ETFs di Invesco - Da allora il prodotto è cresciuto arrivando a un AuM pari a 15 miliardi di dollari e divenendo l’ETP sull’oro più grande in Europa. La commissione di gestione fissa dell’Invesco Physical Gold ETC ammonta solo a 12 punti base, con costi di negoziazione contenuti e spread in genere inferiori a 4 punti base: caratteristiche che lo rendono uno strumento competitivo ed efficiente per acquisire esposizione all’andamento del prezzo dell’oro”.