L'analisi

Morgan Stanley Investment Management: il reset industriale dei mercati emergenti offre opportunità

Morgan Stanley IM spiega la ri-evoluzione industriale dei mercati emergenti, spinta principalmente dagli investimenti pubblici nell’industria e nelle catene logistiche

di Stefano Caratelli 18 Settembre 2024 07:55

financialounge -  Jitania Kandhari mercati mercati emergenti Morgan Stanley Investment Management Saumya Jain
Dopo decenni di stasi, in tutto il mondo la produzione industriale ha ripreso a macinare, segnalando una promettente ripresa del settore manifatturiero. Al centro delle nuove politiche industriali ci sono i governi, che iniettano miliardi di dollari per rivitalizzare le industrie locali e costruire catene logistiche più affidabili. Si tratta di una vera e propria “re-evoluzione” industriale alimentata da una potente miscela di fattori geopolitici, dalla diffusione dell’Intelligenza Artificiale e dalle stringenti esigenze ambientali e climatiche. I mercati emergenti giocano il ruolo del pivot e sono i primi beneficiari della svolta, con il riallineamento delle catene logistiche, lo sviluppo infrastrutturale, la crescente automazione e l’elettrificazione, che offrono opportunità di investimento in diversi Paesi, che stanno capitalizzando i rispettivi punti di forza unici.

DALLA MANIFATTURA AI SERVIZI, E RITORNO


Morgan Stanley Investment Management analizza e spiega il reset industriale dei mercati emergenti in un’analisi a cura di Jitania Kandhari, Head of Macro & Thematic Research, Emerging Markets, e Saumya Jain, Senior Associate Emerging Markets Equity Team, che ripercorrono l’evoluzione globale del manifatturiero dagli anni 80 in poi, culminata all’inizio di questo decennio in una crescita poderosa dei servizi. Un movimento sismico che ha creato nuove dipendenze globali dopo le turbolenze causate dal COVID-19, poi accentuate dal conflitto Russia-Ucraina, che ha anche focalizzato l’attenzione sugli investimenti nella difesa. A guidare i nuovi investimenti anche e soprattutto l’adozione dell’IA generativa, che a reso l’automazione delle industrie più efficiente, i semiconduttori sempre più critici e l’elettrificazione sempre più indispensabile.

INVESTIMENTI PUBBLICI CRUCIALI NEI PAESI EMERGENTI


Cruciali in questa fase sono gli investimenti pubblici con paesi come India, Indonesia, Malaysia e Brasile entrati in un nuovo ciclo del credito, con la crescita della spesa in conto capitale sostenuta sia dagli Stati che dai privati, mentre anche Cina e USA si concentrano su investimenti interni in manifatturiero e logistica. Il processo ha anche comportato un’esplosione dei consumi di elettricità in paesi come Cina, India, Turchia, Indonesia e Polonia, mentre si moltiplicano anche gli investimenti nella produzione di energia verde. I centri dati dell’IA divorano energia, la cui produzione con le rinnovabili vede la Cina all’avanguardia anche per lo sviluppo dei veicoli elettrici, rincorsa da altri Paesi Emergenti, dall’India al Sud America.

IL PROCESSO DI SOSTITUZIONE DEL FATTORE LAVORO


L’ondata di nuovi investimenti si riversa anche sul processo di sostituzione, legato ai megatrend demografici e del mercato del lavoro, che ha visto a livello globale il tasso di partecipazione declinare di 1,3 punti percentuali mentre i salari sono aumentati e le aziende si rivolgono sempre più alla tecnologia per colmare il gap tra necessità e disponibilità di manodopera, con l’automazione e la robotizzazione chiamate a svolgere un ruolo chiave insieme a soluzione di software sempre più avanzate, sia nelle economie sviluppate che in quelle emergenti, mentre la diffusione dell’IA rende i processi manifatturieri più efficienti e mirati.

NUOVA OPPORTUNITÀ CON LA CRESCITA DEL SETTORE DIFESA


Infine, la nuova opportunità per gli investitori rappresentata dalla crescita della spesa in conto capitale nella difesa, recentemente risorta dopo la lunga stasi seguita alla fine della Guerra Fredda, indirizzata sia agli armamenti tradizionali che ai sistemi aerospaziali. Lo scorso anno, a seguito del conflitto in Ucraina, questi investimenti sono balzati a livello globale del 7% a 2.400 miliardi di dollari, il massimo da ben 35 anni. Anche fuori dall’Europa, le tensioni geopolitiche in Medio Oriente e nell’area della Cina hanno spinto molti Paesi a indirizzare nuove risorse al rafforzamento delle capacità militari, con il bilancio per la difesa della sola Cina triplicato rispetto a quello dell’India, ma ancora ben sotto quello del Pentagono americano.

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