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Rapporti Roma-Bruxelles

Un nuovo asse Meloni-Draghi sarebbe cosa buona per il Paese

In un momento in cui l’esecutivo italiano è alle prese con problemi di compagine interna, con una manovra complessa da comporre e con un dialogo non facile con Bruxelles, Meloni ha citato e lodato Draghi. Un segnale da considerare e valutare

di Controredazione 18 Settembre 2024 16:00

financialounge -  economia giorgia meloni The Contrarian
"Come correttamente ha sottolineato Mario Draghi nel suo rapporto sulla competitività europea, gli ambiziosi obiettivi ambientali dell'Europa devono essere accompagnati da investimenti e risorse adeguati, da un piano coerente per raggiungerli, altrimenti è inevitabile che la transizione energetica e ambientale vada a scapito della competitività e della crescita. Anche questa è una cosa che mi sono permessa di far notare varie volte in pensieri europei, e cioè che non ha molto senso dotarsi di alcune strategie e poi non creare gli strumenti per realizzare quelle strategie. Perché senza gli strumenti, banalmente, le cose alla fine non si riescono a fare". Questo il passaggio del discorso di Giorgia Meloni all'assemblea di Confindustria in cui ha espressamente citato e lodato Mario Draghi. Un fatto che non può che essere apprezzato vista la qualità del lavoro che Draghi sta facendo per l’Europa.

UN SEGNALE PER MARIO DRAGHI?


Un possibile segnale – si vedrà solo nel tempo se semplice boutade o appunto un messaggio per Draghi – che arriva in un momento di certo non facile e semplice per il governo Meloni. Ci sono stati e ci sono, come noto, diversi problemi di compagine ministeriale, diciamo così, a partire dalla imbarazzante vicenda Sangiuliano. Ma c’è soprattutto, restando su temi economici, una manovra non semplice da allestire visto che, ancora una volta, la coperta è corta, sembrano mancare risorse per fare tutto. E, per completare il quadro, c’è un dialogo sempre complesso con l’Unione Europea, dove restano sempre, inutile negarlo, diffidenza, per la destra italiana. E le cose sono collegate: il dialogo con Bruxelles serve, visti i paletti europei, per poter arrivare ad avere una finanziaria che non scontenti tutti.

UN ASSE MELONI-DRAGHI POTREBBE AIUTARE LA MANOVRA


E allora è evidente a tutte le persone di buon senso interessate a che il sistema Italia regga bene in questa fase critica – a prescindere dalle proprie simpatie politiche e quindi in pura chiave di realpolitik si direbbe – che in questo momento se Meloni, che guida l’esecutivo in Italia e deve far quadrare i conti, e Draghi, l’italiano più stimato a Bruxelles e che sta lavorando per l’Unione a fianco di Von der Leyen, tornano a parlarsi e in qualche modo a fare squadra, beh questo, in termini appunto di realismo economico e politico, non può che essere un bene per il nostro Paese. D’altronde, all’inizio del suo esecutivo Meloni sembrò molto ispirarsi all’agenda Draghi, in una quasi di fatto sorta di continuità operativa. Poi nel tempo si è distaccata da tutto questo. Un ritorno di fiamma potrebbe essere gradito e soprattutto utile al suo governo per attraversare gli stretti passaggi europei in fase di manovra.

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