L'apertura dei mercati
Il taglio da 50 punti della Fed spinge le Borse
Avvio positivo per i listini europei dopo il maxi taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, che prevede un'ulteriore sforbiciata da 50 punti entro la fine del 2024
di Antonio Cardarelli 19 Settembre 2024 09:10
Partenza in verde per le Borse europee nella prima seduta post Fed. Il Ftse Mib di Milano guadagna lo 0,8%, in linea con Francoforte e Londra. Spicca Parigi, dove il CAC40 apre in rialzo dell'1,3%. A Piazza Affari in evidenza UniCredit (+1%) dopo le parole di Orcel sull'intenzione di salire nel capitale di Commerzbank.
Dopo una fiammata iniziale, gli indici di Wall Street hanno chiuso in ribasso nonostante il maxi taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve. La banca centrale Usa ha optato per un taglio da 50 punti base, portando così il tasso di riferimento al 4,75%-5%. Si è trattato del primo taglio dal marzo del 2020. Dal marzo 2022, si erano susseguiti 11 rialzi dei tassi in 16 mesi, fino a raggiungere il livello più alto dal 2001. In passato la Fed aveva iniziato i cicli di tagli con una riduzione di 50 punti base anche nel 2001, nel 2007 e nel 2020, a causa rispettivamente della bolla tech, della bolla dei mutui subprime e del Covid-19.
In base al grafico “dot plot”, la Fed prevede un altro taglio da 50 punti base entro la fine dell’anno e un taglio da 100 punti nel 2025, oltre a ulteriori 50 punti nel 2026. Il presidente Jerome Powell, in conferenza stampa, ha detto che il taglio era necessario per "ricalibrare" la politica della Fed e aiutare a mantenere in forze l'economia e il mercato del lavoro”, aggiungendo che non bisogna credere che questo sia ora "il nuovo passo" per i tassi d'interesse e che "si procederà di riunione in riunione".
“La decisione odierna della Fed è stata in linea con le aspettative del mercato. Il taglio di 50 punti base suggerisce che la Fed concorda con l'opinione del mercato secondo cui sta iniziando il ciclo di allentamento con un certo ritardo – ha commentato Carlos de Sousa, Portfolio Manager, Vontobel - Con la riduzione dei tassi da parte della maggior parte delle banche centrali dei mercati sviluppati, le condizioni di finanziamento globali continueranno ad allentarsi nei prossimi mesi. Ciò consentirà a diverse banche centrali dei Paesi emergenti di riprendere o continuare i cicli di allentamento già avviati prima della Fed”. Secondo l’esperto di Vontobel, il ciclo di allentamento incentiverà gli asset allocator ad aumentare il rischio verso i mercati emergenti, vista la minore attrattività degli strumenti del mercato monetario. "La grande notizia non è tanto il taglio di 50 pb, quanto piuttosto la riduzione delle previsioni di crescita e la forte revisione al ribasso dei cosiddetti “dots” (le indicazioni dei singoli governatori). La Fed sembra sicura di aver vinto la battaglia contro l'inflazione e ammette che la politica monetaria a questo punto è troppo restrittiva, soprattutto in considerazione delle preoccupazioni sulla crescita", ha sottolineato Guy Stear, Head of Developed Markets Strategy di Amundi Investment Institute.
Ma le banche centrali continueranno a restare in primo piano nelle prossime ore. Oggi alle ore 13 Bank of England renderà nota la sua decisione sui tassi di interesse (previsione: invariati al 5%) insieme alla banca centrale turca. Nella giornata odierna la Banca del Giappone (BoJ), che nell'ultima riunione a fine luglio aveva alzato il costo del denaro allo 0,25%, ha iniziato la sua due giorni di riunione di politica monetaria che si concluderà venerdì. Infine, nel pomeriggio prenderà la parola anche Christine Lagarde, presidente della Bce.
Sui mercati asiatici l’indice Nikkei della Borsa di Tokyo chiude in rialzo del 2,13%, favorito dal calo dello yen. In rialzo anche Hong Kong, dopo il taglio dei tassi della banca centrale locale, e Shanghai. Sul fronte dei cambi, l'euro/dollaro si attesta a 1,11308 (1,1118 in chiusura ieri). Per quanto riguarda il petrolio, il Brent sale dello 0,4% a 73,95 dollari al barile e il Wti a 71,08 dollari (0,24%). L'oro tocca nuovi massimi a 2.602,10 dollari l'oncia (+0,14%).
MAXI TAGLIO DELLA FED
Dopo una fiammata iniziale, gli indici di Wall Street hanno chiuso in ribasso nonostante il maxi taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve. La banca centrale Usa ha optato per un taglio da 50 punti base, portando così il tasso di riferimento al 4,75%-5%. Si è trattato del primo taglio dal marzo del 2020. Dal marzo 2022, si erano susseguiti 11 rialzi dei tassi in 16 mesi, fino a raggiungere il livello più alto dal 2001. In passato la Fed aveva iniziato i cicli di tagli con una riduzione di 50 punti base anche nel 2001, nel 2007 e nel 2020, a causa rispettivamente della bolla tech, della bolla dei mutui subprime e del Covid-19.
LE PREVISIONI SUI TASSI
In base al grafico “dot plot”, la Fed prevede un altro taglio da 50 punti base entro la fine dell’anno e un taglio da 100 punti nel 2025, oltre a ulteriori 50 punti nel 2026. Il presidente Jerome Powell, in conferenza stampa, ha detto che il taglio era necessario per "ricalibrare" la politica della Fed e aiutare a mantenere in forze l'economia e il mercato del lavoro”, aggiungendo che non bisogna credere che questo sia ora "il nuovo passo" per i tassi d'interesse e che "si procederà di riunione in riunione".
FAVORITI I MERCATI EMERGENTI
“La decisione odierna della Fed è stata in linea con le aspettative del mercato. Il taglio di 50 punti base suggerisce che la Fed concorda con l'opinione del mercato secondo cui sta iniziando il ciclo di allentamento con un certo ritardo – ha commentato Carlos de Sousa, Portfolio Manager, Vontobel - Con la riduzione dei tassi da parte della maggior parte delle banche centrali dei mercati sviluppati, le condizioni di finanziamento globali continueranno ad allentarsi nei prossimi mesi. Ciò consentirà a diverse banche centrali dei Paesi emergenti di riprendere o continuare i cicli di allentamento già avviati prima della Fed”. Secondo l’esperto di Vontobel, il ciclo di allentamento incentiverà gli asset allocator ad aumentare il rischio verso i mercati emergenti, vista la minore attrattività degli strumenti del mercato monetario. "La grande notizia non è tanto il taglio di 50 pb, quanto piuttosto la riduzione delle previsioni di crescita e la forte revisione al ribasso dei cosiddetti “dots” (le indicazioni dei singoli governatori). La Fed sembra sicura di aver vinto la battaglia contro l'inflazione e ammette che la politica monetaria a questo punto è troppo restrittiva, soprattutto in considerazione delle preoccupazioni sulla crescita", ha sottolineato Guy Stear, Head of Developed Markets Strategy di Amundi Investment Institute.
OGGI TOCCA A BANK OF ENGLAND
Ma le banche centrali continueranno a restare in primo piano nelle prossime ore. Oggi alle ore 13 Bank of England renderà nota la sua decisione sui tassi di interesse (previsione: invariati al 5%) insieme alla banca centrale turca. Nella giornata odierna la Banca del Giappone (BoJ), che nell'ultima riunione a fine luglio aveva alzato il costo del denaro allo 0,25%, ha iniziato la sua due giorni di riunione di politica monetaria che si concluderà venerdì. Infine, nel pomeriggio prenderà la parola anche Christine Lagarde, presidente della Bce.
VALUTE E PETROLIO
Sui mercati asiatici l’indice Nikkei della Borsa di Tokyo chiude in rialzo del 2,13%, favorito dal calo dello yen. In rialzo anche Hong Kong, dopo il taglio dei tassi della banca centrale locale, e Shanghai. Sul fronte dei cambi, l'euro/dollaro si attesta a 1,11308 (1,1118 in chiusura ieri). Per quanto riguarda il petrolio, il Brent sale dello 0,4% a 73,95 dollari al barile e il Wti a 71,08 dollari (0,24%). L'oro tocca nuovi massimi a 2.602,10 dollari l'oncia (+0,14%).
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