Politica monetaria

La Fed ha tagliato i tassi di interesse: ecco l’analisi dei gestori di portafoglio

Gli esperti di PGIM Fixed Income, ClearBridge Investments (Gruppo Franklin Templeton), Generali Asset Management e abrdn delineano le prospettive per l’economia e i mercati in questa nuova fase di allentamento monetario

di Leo Campagna 19 Settembre 2024 17:38

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La Federal Reserve ha deciso di tagliare i tassi di interesse dello 0,50% e prevede altri due tagli entro la fine dell'anno. “Non si può tuttavia escludere che, un ulteriore indebolimento del mercato del lavoro, nonché dati non brillanti sui consumi al dettaglio, possano spingere la banca centrale statunitense ad una diversa traiettoria di allentamento monetario” ha commentato Tom Porcelli, Chief US Economist di PGIM Fixed Income, secondo il quale ora l'attenzione si sposta sul tasso neutrale (quello che non alimenta né la crescita né la rallenta) percepito e sull'orizzonte temporale necessario per raggiungerlo.

ALTRI 100 PUNTI BASE DI TAGLI FINO AL 2025


“Dal momento che la Fed prevede altri 100 punti base di tagli fino al 2025, il tasso dei Fed funds dovrebbe raggiungere il livello terminale del 2,9% all'inizio del 2026” ha specificato Porcelli. In tutti i casi, come la stessa Fed ha chiaramente comunicato, l'entità e la portata dell'ulteriore accomodamento saranno calibrate in funzione dei prossimi dati economici: se quelli sull'inflazione o sull'occupazione dovessero discostarsi dalle tendenze recenti, potrebbe essere necessario rimodulare le aspettative sia per i tassi a termine che per la volatilità.

UNA DECISIONE POSITIVA SIA PER L’ECONOMIA CHE PER GLI ASSET DI RISCHIO


Resta il fatto che, come ha dichiarato Jeffrey Schulze, Head of Economic and Market Strategy di ClearBridge Investments, Gruppo Franklin Templeton, anticipare i tagli è sensato dal momento che il rischio di una flessione non lineare del mercato del lavoro è superiore al rischio di una nuova accelerazione dell'inflazione, visti i progressi sul fronte della stabilità dei prezzi. “La scelta della Fed dovrebbe risultare positiva sia per l'economia che per gli asset di rischio, dal momento che una politica monetaria più accomodante aumenta le probabilità che la banca centrale USA riesca a gestire la situazione con successo” ha precisato Schulze.

IL DOT PLOT DI SETTEMBRE


Ora, in base al dot plot di settembre, la Fed che prevede altri 6 tagli entro la fine del 2025: un percorso che porterebbe il rendimento del Treasury a 10 anni a registrare probabilmente un rialzo sulla scia di un più forte slancio economico previsto. Schulze ritiene che i prossimi tagli della Fed siano di 25 punti base per ricalibrare ulteriormente la politica monetaria, a meno che non si verifichi un deterioramento sostanziale del mercato del lavoro.

MERCATO DEL LAVORO USA SEMPRE PIÙ SOTTO I RIFLETTORI


E che il mercato del lavoro statunitense sia ora più che mai sotto i riflettori ne è convinto anche Sebastiano Chiodino, Head of LDI Investing, Generali Asset Management (parte di Generali Investments). “I prossimi interventi della Fed saranno cadenzati in funzione delle evidenze macroeconomiche, ma l’ordine di priorità si è ora nettamente spostato a favore del sostegno al mercato del lavoro” ha specificato il manager secondo il quale l’azione decisa della Federal Reserve, potrebbe ora avere qualche ripercussione in Eurozona.

LE RIPERCUSSIONI IN EUROZONA


“La determinazione della Bce ad intervenire nei prossimi meeting in cui siano disponibili previsioni trimestrali aggiornate, almeno in questa prima fase, potrebbe infatti confliggere con una Fed assai meno attendista e rivelarsi, anche dal punto di vista reputazionale, meno sostenibile nonostante la diversità dei mandati delle due banche centrali” ha argomentato Chiodino. Intanto, aggiunge il manager, i prossimi dati macroeconomici su entrambe le sponde dell’atlantico dovranno servire a chiarire se la riduzione dei tassi effettuata annunci un ciclo di stimolo più profondo, che non solo rimuova la costrizione sulle principali economie, ma inizi anche a stimolarle.

UNA RAPIDA RIDUZIONE DELLA POLITICA RESTRITTIVA


Il taglio dei tassi pari a 50 punti percentuali, più consistente rispetto alla norma, dimostra secondo il vice-capo economista James McCann di abrdn, una certa urgenza da parte della Fed di iniziare a ridurre rapidamente la politica restrittiva. “Da un lato questo segnale dovish dovrebbe mitigare i timori del mercato sul fatto che la banca centrale sia rimasta indietro rispetto alla curva, ma dall’altro iniziano a emergere crepe nel mercato del lavoro statunitense, e i mercati azionari stanno reagendo positivamente alle prime notizie” ha puntualizzato McCann.

SOPPESARE ATTENTAMENTE INFLAZIONE ED ECONOMIA


Secondo il manager, la priorità per la Fed diventa adesso quella di calibrare con attenzione il ritmo dell'allentamento, soppesando attentamente l'inflazione, che continua ad avvicinarsi all'obiettivo, e l'economia, che rallenta. “Tagli di 50 punti base dovrebbero restare l'eccezione piuttosto che la regola durante questo ciclo di allentamento, tuttavia la Fed dovrebbe essere pronta a procedere a passi più ampi se dovesse scorgere ulteriori segnali di debolezza” ha concluso il vice-capo economista di abrdn.

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