L'analisi
Oro, ecco i fattori che secondo Schroders potranno influenzare il prezzo
Oliver Taylor, Multi-Asset Fund Manager, e Joven Lee, Multi-Asset Strategist, analizzano la relazione del metallo giallo con i rendimenti reali, con gli asset allocator che sono diventati i principali investitori
di Stefano Caratelli 20 Settembre 2024 16:46
La rottura della relazione negativa tra rendimenti reali e prezzi dell'oro che negli ultimi 15-20 anni ha influenzato il mercato del metallo giallo, sviluppata soprattutto per la sua finanziarizzazione, merita un esame approfondito, ora che gli asset allocator sono diventati i principali investitori impegnati in questo mercato. La diffusione degli ETF l'aumento dei volumi sui futures hanno rafforzato il ruolo dell'oro da quando intorno al 2004 è passato da deposito per banche centrali e ultra-wealthy a investimento speculativo. Prima non esisteva una relazione osservabile tra i rendimenti reali e il prezzo dell'oro, diventata negativa in particolare solo dopo la crisi finanziaria globale.
Schroders segnala sette fattori che influenzeranno i prezzi dell’oro in futuro in un’analisi di Oliver Taylor, Multi-Asset Fund Manager, e Joven Lee, Multi-Asset Strategist, secondo cui la divisione globale creata dal conflitto Russia-Ucraina è stata uno dei punti di svolta del rapporto tra rendimenti reali e oro. Le sanzioni sugli asset russi hanno spinto molte economie a valutare il rischio di detenere riserve in dollari, il che ha incentivato un'accelerazione degli acquisti di oro da parte delle banche centrali, che secondo molti investitori sono il driver principale del divario tra oro e rendimenti reali.
Ma anche altri fattori ad avviso di Schroders influenzeranno il prezzo dell'oro come i tagli dei tassi da parte delle banche centrali che faranno scendere i rendimenti reali mentre l'attrattiva relativa dell'oro porterà a una ripresa della domanda. L'oro è valutato in dollari. Quando il valore del biglietto verde cresce, l'oro diventa più costoso in altre valute, comportando una riduzione della domanda, con movimenti che possono, a loro volta, influenzarne il prezzo. Il rally dell'oro degli ultimi due anni non può essere attribuito alla domanda occidentale, diminuita in modo significativo perché gli investitori hanno optato per le obbligazioni per sfruttare i guadagni dei tassi reali.
La domanda delle banche centrali e quella interna in Oriente sono state invece il principale driver dei prezzi dell'oro nell’ultimo periodo, indicando che l'attuale performance è largamente influenzata da fattori che vanno oltre le tipiche dinamiche di mercato. Ma a fronte di un ciclo di tagli dei tassi si potrebbe assistere a un'inversione di tendenza. In Cina il malessere generale dei mercati onshore non ha lasciato alternative all’oro, ma una ripresa economica può attenuare questo impatto. Una stabilizzazione può attrarre consumatori più sensibili alla volatilità soprattutto in India, dove le aspettative di crescita sono elevate e l'oro è saldamente affermato come riserva di valore.
Gli acquisti delle banche centrali hanno assunto un ruolo di primo piano da fine 2022 fino a maggio 2024. L'interruzione degli acquisti della banca centrale cinese non dovrebbe però sconvolgere più di tanto la tendenza generale perché attori importanti come Turchia e Medio Oriente, potrebbero continuare a trainare la domanda. Anche fattori politici possono far passare in secondo piano quelli economici, influenzando l'incentivo ad acquistare oro.
Gli esperti di Schroders spiegano che in tempi di incertezza gli investitori tendono a cercare rifugio per coprirsi contro i rischi geopolitici, e la guerra Russia-Ucraina e le tensioni in Medio Oriente non fanno eccezione. Sembra anche che si stia sviluppando una preferenza per l'oro rispetto al dollaro. Il congelamento di 300 miliardi di dollari di asset russi è stato un incentivo a investire in oro, mettendo in discussione il predominio del dollaro, come si può notare in Cina.
La de-dollarizzazione è particolarmente interessante per le economie che cercano di ridurre la vulnerabilità alle sanzioni. Ma il fatto che le riserve auree siano aumentate a un ritmo simile a quello delle riserve in dollari suggerisce che l transizione sarà graduale. Alcune economie inoltre potrebbero avere meno fiducia nell'affidabilità a lungo termine della valuta di riserva, inducendo a cercare diversificazione nell'oro, anche per il crescente peso del deficit e del debito pubblico USA, che potrebbe spingere economie emergenti a cercare alternative al dollaro.
LA GUERRA RUSSIA-UCRAINA UN PUNTO DI SVOLTA
Schroders segnala sette fattori che influenzeranno i prezzi dell’oro in futuro in un’analisi di Oliver Taylor, Multi-Asset Fund Manager, e Joven Lee, Multi-Asset Strategist, secondo cui la divisione globale creata dal conflitto Russia-Ucraina è stata uno dei punti di svolta del rapporto tra rendimenti reali e oro. Le sanzioni sugli asset russi hanno spinto molte economie a valutare il rischio di detenere riserve in dollari, il che ha incentivato un'accelerazione degli acquisti di oro da parte delle banche centrali, che secondo molti investitori sono il driver principale del divario tra oro e rendimenti reali.
L’EFFETTO DEI TAGLI DEI TASSI SUI RENDIMENTI
Ma anche altri fattori ad avviso di Schroders influenzeranno il prezzo dell'oro come i tagli dei tassi da parte delle banche centrali che faranno scendere i rendimenti reali mentre l'attrattiva relativa dell'oro porterà a una ripresa della domanda. L'oro è valutato in dollari. Quando il valore del biglietto verde cresce, l'oro diventa più costoso in altre valute, comportando una riduzione della domanda, con movimenti che possono, a loro volta, influenzarne il prezzo. Il rally dell'oro degli ultimi due anni non può essere attribuito alla domanda occidentale, diminuita in modo significativo perché gli investitori hanno optato per le obbligazioni per sfruttare i guadagni dei tassi reali.
LA DOMANDA IN ORIENTE, I CASI DI CINA E INDIA
La domanda delle banche centrali e quella interna in Oriente sono state invece il principale driver dei prezzi dell'oro nell’ultimo periodo, indicando che l'attuale performance è largamente influenzata da fattori che vanno oltre le tipiche dinamiche di mercato. Ma a fronte di un ciclo di tagli dei tassi si potrebbe assistere a un'inversione di tendenza. In Cina il malessere generale dei mercati onshore non ha lasciato alternative all’oro, ma una ripresa economica può attenuare questo impatto. Una stabilizzazione può attrarre consumatori più sensibili alla volatilità soprattutto in India, dove le aspettative di crescita sono elevate e l'oro è saldamente affermato come riserva di valore.
DAL 2022 RUOLO DI PRIMO PIANO DELLE BANCHE CENTRALI
Gli acquisti delle banche centrali hanno assunto un ruolo di primo piano da fine 2022 fino a maggio 2024. L'interruzione degli acquisti della banca centrale cinese non dovrebbe però sconvolgere più di tanto la tendenza generale perché attori importanti come Turchia e Medio Oriente, potrebbero continuare a trainare la domanda. Anche fattori politici possono far passare in secondo piano quelli economici, influenzando l'incentivo ad acquistare oro.
IN CERCA DI RIFUGIO CONTRO IL RISCHIO GEOPOLITICO
Gli esperti di Schroders spiegano che in tempi di incertezza gli investitori tendono a cercare rifugio per coprirsi contro i rischi geopolitici, e la guerra Russia-Ucraina e le tensioni in Medio Oriente non fanno eccezione. Sembra anche che si stia sviluppando una preferenza per l'oro rispetto al dollaro. Il congelamento di 300 miliardi di dollari di asset russi è stato un incentivo a investire in oro, mettendo in discussione il predominio del dollaro, come si può notare in Cina.
IL PROCESSO DI DE-DOLLARIZZAZIONE SARÀ GRADUALE
La de-dollarizzazione è particolarmente interessante per le economie che cercano di ridurre la vulnerabilità alle sanzioni. Ma il fatto che le riserve auree siano aumentate a un ritmo simile a quello delle riserve in dollari suggerisce che l transizione sarà graduale. Alcune economie inoltre potrebbero avere meno fiducia nell'affidabilità a lungo termine della valuta di riserva, inducendo a cercare diversificazione nell'oro, anche per il crescente peso del deficit e del debito pubblico USA, che potrebbe spingere economie emergenti a cercare alternative al dollaro.