Nuova nomina
Baillie Gifford punta sull’Italia: Silvia Conti è la nuova country head
La società d’investimento privata e indipendente, creata nel 1908 a Edimburgo, intensifica la sua strategia sul mercato italiano per rafforzare la rete di investitori che condividono un approccio a lungo termine
di Annalisa Lospinuso 24 Settembre 2024 15:01
Lungotermismo è la parola chiave per gli investimenti di Baillie Gifford. La società d’investimento privata e indipendente, creata nel 1908 a Edimburgo da Augustus Baillie e Carlyle Gifford, sin dalla fondazione adotta un approccio di investimento di lungo termine basato sull’identificazione precoce di società sia quotate sia private con grandi prospettive di crescita sostenibile (growth), sostenendole su un arco di tempo pari a cinque-dieci anni o anche superiore. Oggi che la società conta su 264 miliardi di euro di masse gestite e ha 10 uffici in tutto il mondo, pur mantenendo un solido radicamento nella città natale scozzese, vuole ampliare il suo business spingendo anche sul mercato italiano. Silvia Conti (in foto), basata ad Amsterdam, è stata nominata country head per l’Italia e sarà responsabile dei clienti e dello sviluppo del business, oltre a occuparsi dello sviluppo commerciale per il sud Europa.
“Non siamo nuovi in Italia – ha spiegato Silvia Conti nel corso della conferenza stampa – e stiamo gestendo fino a 300 milioni di masse in questo Paese, avendo solide e durature relazioni con vent’anni con primari investitori istituzionali italiani, tra cui fondi pensione, fondazioni ed enti locali. Il nostro primo cliente italiano risale al 2005, si tratta di Fondazione Roma, ma ora puntiamo ad ampliare gli accordi all’interno di questi canali”. La nuova country head per l’Italia è in Baillie Gifford dal 2023 e ha un’esperienza decennale nel settore del risparmio gestito. Jake Halliday è stato nominato come responsabile per lo sviluppo dei Paesi Nordici.
Oltre al lungotermismo, Silvia Conti ha spiegato che le altre due direttrici sulle quali si articolano gli investimenti di Baillie Gifford sono la gestione attiva e il growth. “Ci piace definirci – ha aggiunto la country head per l’Italia – come actual investors, cioè investitore autentico in grado di prendere scelte differenziate sul mercato, seguendo una prospettiva di lungo termine”. Per quanto riguarda la scelta di società con grandi prospettive di crescita, “il nostro lavoro è individuare in anticipo i grandi trend di trasformazione e cambiamento per poter poi mantenere le aziende in portafoglio per lungo tempo”, ha aggiunto. Baillie Gifford punta agli investitori istituzionali ma è aperta a valutare anche nuovi target “che condividono i nostri orizzonti temporali a lungo termine e cercano di investire in aziende all’avanguardia in termini di cambiamento e trasformazione”.
“Gli investimenti a lungo termine possono essere talvolta difficili – ha spiegato Stuart Dunbar, partner di Baillie Gifford, intervendendo alla conferenza stampa a Milano – quando gli investitori si basano solo sulle notizie a breve termine e sulle speculazioni che generano volatilità nei prezzi delle azioni. Noi indirizziamo tutti i nostri sforzi alla ricerca di società che hanno il potenziale di moltiplicare i propri utili attuali su un orizzonte di cinque o più anni e beneficiamo nell’avere clienti che capiscono come la sovraperformance a lungo termine richieda resilienza e pazienza. Nella nostra azienda, l’autonomia e l’indipendenza garantite dall’assenza di azionisti esterni sono alla base del nostro approccio che ci permette di comprendere il processo reale di impiego del capitale e di creazione di ricchezza all’interno delle società in cui investiamo. In definitiva, i prezzi delle azioni seguono la crescita reale degli utili. Non investiamo genericamente sul mercato azionario: poche aziende hanno il potenziale di essere veramente eccezionali. Quelle che hanno opportunità considerevoli, investono costantemente per sfruttare il proprio potenziale e hanno una gestione ambiziosa e allineata, quindi possono offrire risultati d’investimento davvero notevoli. Il nostro scopo è cercare di identificarle prima che il loro potenziale sia compreso da tutti”.
Molte delle aziende italiane sono già considerate da Baillie Gifford come fiori all’occhiello per gli investimenti, da Moncler a Bending Spoons, da Technogym a Moncler, da Ferrari a Brunello Cucinelli. “La sfida più grande per una società di investimento a lungo termine – ha aggiunto Dunbar – è individuare quelle aziende che a primo sguardo possono risultare poco attraenti ma che nascondono un grande potenziale di crescita. Per farlo ci avvaliamo di solide relazioni con strutture accademiche per le analisi ma spendiamo anche molto tempo per parlare con il management delle aziende individuate e conoscerle dall’interno. Ad esempio abbiamo investito in Amazon nel 2004 quando non era così nota e in 20 anni abbiamo ottenuto una performance dell’8.832%”.
LA STRATEGIA PER L’ITALIA
“Non siamo nuovi in Italia – ha spiegato Silvia Conti nel corso della conferenza stampa – e stiamo gestendo fino a 300 milioni di masse in questo Paese, avendo solide e durature relazioni con vent’anni con primari investitori istituzionali italiani, tra cui fondi pensione, fondazioni ed enti locali. Il nostro primo cliente italiano risale al 2005, si tratta di Fondazione Roma, ma ora puntiamo ad ampliare gli accordi all’interno di questi canali”. La nuova country head per l’Italia è in Baillie Gifford dal 2023 e ha un’esperienza decennale nel settore del risparmio gestito. Jake Halliday è stato nominato come responsabile per lo sviluppo dei Paesi Nordici.
APPROCCIO A LUNGO TERMINE
Oltre al lungotermismo, Silvia Conti ha spiegato che le altre due direttrici sulle quali si articolano gli investimenti di Baillie Gifford sono la gestione attiva e il growth. “Ci piace definirci – ha aggiunto la country head per l’Italia – come actual investors, cioè investitore autentico in grado di prendere scelte differenziate sul mercato, seguendo una prospettiva di lungo termine”. Per quanto riguarda la scelta di società con grandi prospettive di crescita, “il nostro lavoro è individuare in anticipo i grandi trend di trasformazione e cambiamento per poter poi mantenere le aziende in portafoglio per lungo tempo”, ha aggiunto. Baillie Gifford punta agli investitori istituzionali ma è aperta a valutare anche nuovi target “che condividono i nostri orizzonti temporali a lungo termine e cercano di investire in aziende all’avanguardia in termini di cambiamento e trasformazione”.
INDIPENDENZA E PAZIENZA
“Gli investimenti a lungo termine possono essere talvolta difficili – ha spiegato Stuart Dunbar, partner di Baillie Gifford, intervendendo alla conferenza stampa a Milano – quando gli investitori si basano solo sulle notizie a breve termine e sulle speculazioni che generano volatilità nei prezzi delle azioni. Noi indirizziamo tutti i nostri sforzi alla ricerca di società che hanno il potenziale di moltiplicare i propri utili attuali su un orizzonte di cinque o più anni e beneficiamo nell’avere clienti che capiscono come la sovraperformance a lungo termine richieda resilienza e pazienza. Nella nostra azienda, l’autonomia e l’indipendenza garantite dall’assenza di azionisti esterni sono alla base del nostro approccio che ci permette di comprendere il processo reale di impiego del capitale e di creazione di ricchezza all’interno delle società in cui investiamo. In definitiva, i prezzi delle azioni seguono la crescita reale degli utili. Non investiamo genericamente sul mercato azionario: poche aziende hanno il potenziale di essere veramente eccezionali. Quelle che hanno opportunità considerevoli, investono costantemente per sfruttare il proprio potenziale e hanno una gestione ambiziosa e allineata, quindi possono offrire risultati d’investimento davvero notevoli. Il nostro scopo è cercare di identificarle prima che il loro potenziale sia compreso da tutti”.
AZIENDE ITALIANE IN PORTAFOGLIO
Molte delle aziende italiane sono già considerate da Baillie Gifford come fiori all’occhiello per gli investimenti, da Moncler a Bending Spoons, da Technogym a Moncler, da Ferrari a Brunello Cucinelli. “La sfida più grande per una società di investimento a lungo termine – ha aggiunto Dunbar – è individuare quelle aziende che a primo sguardo possono risultare poco attraenti ma che nascondono un grande potenziale di crescita. Per farlo ci avvaliamo di solide relazioni con strutture accademiche per le analisi ma spendiamo anche molto tempo per parlare con il management delle aziende individuate e conoscerle dall’interno. Ad esempio abbiamo investito in Amazon nel 2004 quando non era così nota e in 20 anni abbiamo ottenuto una performance dell’8.832%”.
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