Le parole

UniCredit-Commerzbank, Meloni: “Governo estraneo, nella Ue c’è il libero mercato”

Da New York la premier italiana ha ricordato che i governi, in questi casi, possono solo osservare. Intanto Commerzbank accelera sulla nomina a ceo di Bettina Orlopp, che sarebbe contro una fusione con UniCredit

di Antonio Cardarelli 25 Settembre 2024 10:11

financialounge -  Commerzbank giorgia meloni mercati Unicredit
La scalata di UniCredit a Commerzbank tira in ballo anche una questione politica. E questo si era capito fin dal giorno in cui la banca italiana aveva annunciato la salita al 9% della banca tedesca, innescando una pronta levata di scudi prima dei sindacati e poi del governo di Berlino.

BETTINA ORLOPP VERSO LA NOMINA A CEO


“Le acquisizioni ostili non sono positive per le banche”, ha sentenziato il cancelliere Olaf Scholz mentre UniCredit saliva al 21% di Commerzbank. E le perplessità all’interno della banca tedesca si sono palesate con l’accelerazione per la nomina a ceo di Bettina Orlopp che, si dice, non sia molto convinta dell’ingresso di UniCredit. Inoltre, come noto, gli italiani dovranno fare i conti anche con i sindacati, anche se l’alternativa della fusione con Deutsche Bank potrebbe essere ancora più dolorosa in termini di posti di lavoro e tagli.

LINDNER: COMMERZBANK DEVE ESSERE PRIVATIZZATA


Da New York è intervenuta sulla vicenda anche la premier italiana Giorgia Meloni. Parole arrivate poco dopo quelle del ministro delle finanze della Germania, Christian Lindner, che pur parlando di “approccio di UniCredit che ha sconvolto molti azionisti” ha chiarito che il governo ha intenzione di privatizzare Commerzbank perché “lo Stato non può essere azionista di un’istituzione competitiva a lungo”.

MELONI: “GOVERNO ESTRANEO ALLA VICENDA”


Ma cosa ha detto Giorgia Meloni? “La vicenda Commerzbank non riguarda il governo. Nell’Unione europea c’è il libero mercato, vediamo se possiamo coadiuvare soluzioni, ma è un tema che non riguarda l’esecutivo”. In parole povere, Meloni ha voluto sottolineare che in questa situazione i governi, pur volendo, possono fare poco. Tuttavia, come riporta il Corriere della Sera citando fonti vicine all’esecutivo italiano, da Roma si auspica una soluzione amichevole della vicenda per non creare tensioni. A ricordare che in questo caso i governi hanno le mani legate è stata, nei giorni scorsi, anche la portavoce della Commissione europea Nuyts perché non ci sono motivi di sicurezza pubblica o imperativi di interesse generale.

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