Nuova era
Siamo in piena low cost economy, con il lusso diffuso passato di moda
Chi pensava che nel post pandemia tutti sarebbero corsi a spendere si sbagliava. L’inflazione ha portato la classe media a rivedere al risparmio il proprio stile di vita. Tanti settori, come auto, abbigliamento e ristorazione, ora devono fare i conti con tutto questo
di Controredazione 26 Settembre 2024 10:12
Dopo il Covid, con la ripresa post-pandemia, si era diffusa l’idea, un po’ folle, che tutti sarebbero corsi a spendere e spandere. In ristoranti, che prontamente hanno alzato i prezzi, in automobili, con le case che hanno dimenticato le vecchie macchine popolari (come si diceva un tempo) per fare tante elettriche di lusso da 40mila euro in su, in stabilimenti balneari, con i prezzi dei lettini in volata, e così via fino ovviamente all’abbigliamento griffato. Ma così non è andata, perché, a causa soprattutto dell’improvvisa impennata dell’inflazione in tutto il mondo, la classe media si è ritrovata a far fatica a far quadrare i conti. Altro che corsa a spendere, milioni di persone hanno faticato e continuano a faticare tra spese varie, bollette e magari rata del mutuo. Questo scenario completamente diverso dalle previsioni ha di fatto spiazzato interi comparti industriali e commerciali, che avevano fatto male i loro conti, magari anche un po’ diciamo furbescamente…
E gli effetti di tutto questo si vedono ora. Si assiste alla improvvisa emergenza del settore auto, con tanti grandi brand che lanciano profit warning e rallentano produzione dopo aver sfornato modelli a prezzi appunto ben lontani da quelli delle auto popolari di un tempo. Tante macchine belle e sofisticate sì, ma che restano invendute. A partire dalle elettriche, che ok che sono il futuro, ma costano ancora davvero troppo, diciamocelo. E, complice anche la crisi del mercato cinese, molti marchi dell’abbigliamento griffato arrancano, con relativi titoli azionari che hanno visto pesanti ribassi in Borsa. Persino lo champagne pare ora venda meno: c’è poco da brindare! E anche le quotazioni degli orologi di lusso, che avevano visto impennate di prezzi del ricco mercato dell’usato, ora sono tornate a sgonfiarsi.
La ristorazione di alto prezzo si lamenta, dicono che manca anche tutto il ricco comparto dei pranzi di lavoro, con le aziende che ora risparmiano. E, soprattutto, adesso sembra davvero di moda il low cost: non è più una cosa di cui vergognarsi, ma al contrario diventa trendy in questo nuovo mondo all’insegna del deconsumismo, ora fa tendenza dire così. Di necessità virtù. La classe media vuole e cerca il low cost in tutti i settori, a partire dalla spesa di tutti i giorni, e infatti si è registrata la crescita dei discount. Fino allo chef Joe Bastianich che in questi giorni ha aperto in centro nella storicamente ricca Milano, la Milano da bere come si diceva un tempo, un nuovo locale di hamburger a prezzi popolari dichiarando che il fine dining, il mondo della ristorazione ad alto prezzo, è finito perché le materie prime costano troppo e perché la gente non ha soldi da spendere. Milano al risparmio, più che Milano da bere.
E, alla fine, forse tutto questo, male non è. Forse in un nuovo stile di vita più oculato, più parco, meno all’insegna degli eccessi, si riscoprirà il vero valore delle cose e si apprezzeranno di più. A partire da quelle più semplici che abbiamo sempre dato per scontate. Non a caso è cambiato pure il modo di vivere i social media, con i post con i flute di champagne di tanti sedicenti influencer abituati a sbattere lì scene (spesso finte) di lusso sfrenato che ora non piacciono più, danno quasi fastidio a chi appunto deve fare i conti a fine mese. In qualche modo si può parlare di nuovi stili di vita più veri e sostenibili. Con persino la Ferragni che quest’estate si è fotografata alla spiaggia libera con l’ombrellone piantato tra gli asciugamani stesi, mancava solo la borsa frigo con le melanzane.
E il lusso quindi? Non è più di moda? Beh sicuramente si sta esaurendo il filone di quello che potremmo chiamare medium luxury, il lusso alla portata della classe media, il lusso diffuso. Questo sta passando di moda. In un ritorno di quello che una volta si chiamava “casual”. Ora va il cosiddetto “normcore style”, in pratica il vecchio abbinamento jeans e maglietta bianca che torna a fare tendenza. Fino ad arrivare a sdoganare adesso persino l’andare in giro con i vestiti stropicciati, non stirati: una cosa che, come scritto in un articolo di qualche tempo fa su Vogue, ora non è più segno di trascuratezza, ma di ritrovata libertà, proprio così è stato decretato sulla rivista dello stile per eccellenza. Ma, al contrario, su tutto un altro versante resta e anzi cresce il super luxury, storicamente il vero e unico lusso, quello per pochi fortunati. Che beati loro non hanno problemi di inflazione o rate del mutuo e quindi possono continuare a comprare tranquillamente elegantissimo abbigliamento Hermes o meravigliose auto Ferrari, due tipici brand del super lusso che, guarda caso, non risentono assolutamente della crisi e vanno avanti benissimo.
GLI EFFETTI SU AUTO, ABBIGLIAMENTO E NON SOLO
E gli effetti di tutto questo si vedono ora. Si assiste alla improvvisa emergenza del settore auto, con tanti grandi brand che lanciano profit warning e rallentano produzione dopo aver sfornato modelli a prezzi appunto ben lontani da quelli delle auto popolari di un tempo. Tante macchine belle e sofisticate sì, ma che restano invendute. A partire dalle elettriche, che ok che sono il futuro, ma costano ancora davvero troppo, diciamocelo. E, complice anche la crisi del mercato cinese, molti marchi dell’abbigliamento griffato arrancano, con relativi titoli azionari che hanno visto pesanti ribassi in Borsa. Persino lo champagne pare ora venda meno: c’è poco da brindare! E anche le quotazioni degli orologi di lusso, che avevano visto impennate di prezzi del ricco mercato dell’usato, ora sono tornate a sgonfiarsi.
MENO RISTORANTI COSTOSI, PIÙ LOW COST E DISCOUNT
La ristorazione di alto prezzo si lamenta, dicono che manca anche tutto il ricco comparto dei pranzi di lavoro, con le aziende che ora risparmiano. E, soprattutto, adesso sembra davvero di moda il low cost: non è più una cosa di cui vergognarsi, ma al contrario diventa trendy in questo nuovo mondo all’insegna del deconsumismo, ora fa tendenza dire così. Di necessità virtù. La classe media vuole e cerca il low cost in tutti i settori, a partire dalla spesa di tutti i giorni, e infatti si è registrata la crescita dei discount. Fino allo chef Joe Bastianich che in questi giorni ha aperto in centro nella storicamente ricca Milano, la Milano da bere come si diceva un tempo, un nuovo locale di hamburger a prezzi popolari dichiarando che il fine dining, il mondo della ristorazione ad alto prezzo, è finito perché le materie prime costano troppo e perché la gente non ha soldi da spendere. Milano al risparmio, più che Milano da bere.
NUOVI STILI DI VITA PIÙ SOSTENIBILI
E, alla fine, forse tutto questo, male non è. Forse in un nuovo stile di vita più oculato, più parco, meno all’insegna degli eccessi, si riscoprirà il vero valore delle cose e si apprezzeranno di più. A partire da quelle più semplici che abbiamo sempre dato per scontate. Non a caso è cambiato pure il modo di vivere i social media, con i post con i flute di champagne di tanti sedicenti influencer abituati a sbattere lì scene (spesso finte) di lusso sfrenato che ora non piacciono più, danno quasi fastidio a chi appunto deve fare i conti a fine mese. In qualche modo si può parlare di nuovi stili di vita più veri e sostenibili. Con persino la Ferragni che quest’estate si è fotografata alla spiaggia libera con l’ombrellone piantato tra gli asciugamani stesi, mancava solo la borsa frigo con le melanzane.
RESISTE E CRESCE SOLO IL SUPER LUXURY
E il lusso quindi? Non è più di moda? Beh sicuramente si sta esaurendo il filone di quello che potremmo chiamare medium luxury, il lusso alla portata della classe media, il lusso diffuso. Questo sta passando di moda. In un ritorno di quello che una volta si chiamava “casual”. Ora va il cosiddetto “normcore style”, in pratica il vecchio abbinamento jeans e maglietta bianca che torna a fare tendenza. Fino ad arrivare a sdoganare adesso persino l’andare in giro con i vestiti stropicciati, non stirati: una cosa che, come scritto in un articolo di qualche tempo fa su Vogue, ora non è più segno di trascuratezza, ma di ritrovata libertà, proprio così è stato decretato sulla rivista dello stile per eccellenza. Ma, al contrario, su tutto un altro versante resta e anzi cresce il super luxury, storicamente il vero e unico lusso, quello per pochi fortunati. Che beati loro non hanno problemi di inflazione o rate del mutuo e quindi possono continuare a comprare tranquillamente elegantissimo abbigliamento Hermes o meravigliose auto Ferrari, due tipici brand del super lusso che, guarda caso, non risentono assolutamente della crisi e vanno avanti benissimo.
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