Politica monetaria
Taglio dei tassi della Fed: per Neuberger Berman una svolta importante e positiva per gli investitori a lungo termine
Mentre l’inflazione e i tassi non costituiscono più un freno all’economia, la reazione iniziale dei mercati alla decisione della Fed sui tassi ha visto una curva dei rendimenti più ripida e un rinnovato interesse per le small e mid cap
di Leo Campagna 27 Settembre 2024 16:58
Dopo quindici anni, la Federal Reserve statunitense la scorsa settimana ha deciso di effettuare il primo taglio dei tassi di questo ciclo. “Nonostante il dibattito su cosa implichi per l’economia un taglio di 50 punti base rispetto a 25, ciò che conta davvero è che il tanto atteso taglio dei tassi è finalmente arrivato: un punto di svolta importante e positivo per gli investitori a lungo termine” tiene a sottolineare Joseph V. Amato, President and Chief Investment Officer, Equities di Neuberger Berman, secondo il quale la Fed ha cercato di tutelarsi contro un potenziale rallentamento economico.
Non tanto, aggiunge il manager, per far fronte ad un imminente rischio di recessione, quanto piuttosto perché l'economia statunitense potrebbe non essere così solida come suggeriscono i dati macro e quasi certamente non abbastanza forte da giustificare la natura restrittiva di tassi reali del 2,5% (la differenza tra tassi nominali e inflazione). Infatti, nonostante una crescita economica superiore al 2%, un solido mercato del lavoro e un indice azionario S&P 500 sui nuovi massimi, emerge un certo malcontento tra i consumatori e le piccole imprese. D’altra parte l'indice azionario S&P 500 non rappresenta l'economia statunitense nel suo complesso.
“Quando le 500 maggiori aziende americane scelgono di indebitarsi, possono farlo nei mercati obbligazionari, nel segmento corporate investment grade, a condizioni più vantaggiose rispetto ai finanziamenti bancari. Strada tuttavia spesso preclusa alle aziende di più piccole dimensioni: secondo gli ultimi sondaggi della Fed, nonostante un miglioramento delle condizioni nell'ultimo anno, molte banche continuano a restringere gli standard di prestito per le piccole imprese” spiega Amato.
Altro particolare importante: soltanto il 25-30% della forza lavoro statunitense è impiegato dalle aziende dell'indice S&P 500 e quindi sono le piccole imprese Usa quelle che offrono gran parte dei posti di lavoro. Se poi si considera che dai recenti rapporti sull'occupazione emerge una creazione di posti di lavoro nel settore privato al livello più basso dal gennaio 2021, non si può escludere un futuro indebolimento dell’economia.
“Il recente taglio dei tassi da parte della Fed sembra pertanto suggerire una nuova strategia: considerare l’economia nel suo complesso piuttosto che concentrarsi su pochi leader di settore” argomenta Amato ricordano come il presidente Jerome Powell si sia dichiarato fiducioso che l'inflazione sia scesa a un livello tale da permettere misure di sostegno all’economia. Ecco perché, secondo l’analisi del manager di Neuberger Berman, l'obiettivo di questo taglio dei tassi consiste anche nell’alleviare il peso su consumatori e aziende meno forti, senza preoccuparsi delle prossime sfide.
“La reazione iniziale dei mercati alla decisione della Fed sui tassi ha visto una curva dei rendimenti più ripida e un rinnovato interesse per le small e mid cap: una dinamica che sembra indicare una maggiore fiducia nelle prospettive a lungo termine. Adattarsi all’inizio dei cicli di riduzione dei tassi richiede un certo tempo per i mercati, ma la buona notizia per gli investitori azionari a lungo termine è che questi cambiamenti si rivelano quasi sempre positivi. L’inflazione e i tassi d’interesse non costituiscono più un freno, ma iniziano a costruire le fondamenta per la prossima espansione economica” conclude il CIO Equities di Neuberger Berman.
EMERGE UN CERTO MALCONTENTO TRA I CONSUMATORI USA
Non tanto, aggiunge il manager, per far fronte ad un imminente rischio di recessione, quanto piuttosto perché l'economia statunitense potrebbe non essere così solida come suggeriscono i dati macro e quasi certamente non abbastanza forte da giustificare la natura restrittiva di tassi reali del 2,5% (la differenza tra tassi nominali e inflazione). Infatti, nonostante una crescita economica superiore al 2%, un solido mercato del lavoro e un indice azionario S&P 500 sui nuovi massimi, emerge un certo malcontento tra i consumatori e le piccole imprese. D’altra parte l'indice azionario S&P 500 non rappresenta l'economia statunitense nel suo complesso.
BANCHE NON INCLINI AI PRESTITI ALLE PICCOLE IMPRESE
“Quando le 500 maggiori aziende americane scelgono di indebitarsi, possono farlo nei mercati obbligazionari, nel segmento corporate investment grade, a condizioni più vantaggiose rispetto ai finanziamenti bancari. Strada tuttavia spesso preclusa alle aziende di più piccole dimensioni: secondo gli ultimi sondaggi della Fed, nonostante un miglioramento delle condizioni nell'ultimo anno, molte banche continuano a restringere gli standard di prestito per le piccole imprese” spiega Amato.
POSTI DI LAVORO NEL SETTORE PRIVATO
Altro particolare importante: soltanto il 25-30% della forza lavoro statunitense è impiegato dalle aziende dell'indice S&P 500 e quindi sono le piccole imprese Usa quelle che offrono gran parte dei posti di lavoro. Se poi si considera che dai recenti rapporti sull'occupazione emerge una creazione di posti di lavoro nel settore privato al livello più basso dal gennaio 2021, non si può escludere un futuro indebolimento dell’economia.
LA NUOVA STRATEGIA DELLA FED
“Il recente taglio dei tassi da parte della Fed sembra pertanto suggerire una nuova strategia: considerare l’economia nel suo complesso piuttosto che concentrarsi su pochi leader di settore” argomenta Amato ricordano come il presidente Jerome Powell si sia dichiarato fiducioso che l'inflazione sia scesa a un livello tale da permettere misure di sostegno all’economia. Ecco perché, secondo l’analisi del manager di Neuberger Berman, l'obiettivo di questo taglio dei tassi consiste anche nell’alleviare il peso su consumatori e aziende meno forti, senza preoccuparsi delle prossime sfide.
LA REAZIONE INIZIALE DEI MERCATI
“La reazione iniziale dei mercati alla decisione della Fed sui tassi ha visto una curva dei rendimenti più ripida e un rinnovato interesse per le small e mid cap: una dinamica che sembra indicare una maggiore fiducia nelle prospettive a lungo termine. Adattarsi all’inizio dei cicli di riduzione dei tassi richiede un certo tempo per i mercati, ma la buona notizia per gli investitori azionari a lungo termine è che questi cambiamenti si rivelano quasi sempre positivi. L’inflazione e i tassi d’interesse non costituiscono più un freno, ma iniziano a costruire le fondamenta per la prossima espansione economica” conclude il CIO Equities di Neuberger Berman.